Con Max Verstappen ritorna l'Uomo

Con Max Verstappen ritorna l'Uomo

L'olandese gara dopo gara sta sempre più dando corpo a quello che sarebbe il suo mondiale più autoprodotto e meritato

21.10.2024 01:51

Con Max Verstappen ritorna l’Uomo. Perché ormai in pista la sfida più bella non è tra piloti, ma tra l’Uomo e la macchina. Ovvero Max Verstappen, al volante di una Red Bull rinfrancata e comunque vulnerabile, e la McLaren costantemente superiore ma zavorrata dai fantasmi psicologici di Lando Norris e dalle paturnie bioritmiche di Oscar Piastri, uno che se la mattina si alza dal materasso col piede sbagliato sembra il cugino semisveglio di Perez e se invece tocca lo scendiletto con quello giusto diventa per tutto il giorno il gemello di Flash.

Poche storie, Austin racconta una storia semplice e grande. In Formula Uno, in questa Formula Uno, c’è un pilota, lui, Max, una spanna più su degli altri per classe, combattività e soprattutto personalità e carattere. Ossia per luminosità e consistenza del suo essere.

Max Verstappen, uno tostissimo!

Dai, poche volte nella storia ci si è trovati davanti a uno dalla spina dorsale simile, ciascuno immagini quali e quante, ma questa è certamente una di quelle.

E così nel Circus ipertecnologico, standardizzato, bonificato e deumanizzato, piaccia o meno, a dare il contributo di umanità più pura selvaggia, tosta, talentuosa e ignorante è proprio Max Verstappen.

Certo, parlarne in toni troppo trionfalistici e risoluti sarebbe sbagliato, visto che il mondiale Piloti appare tutt’altro che aritmeticamente deciso, ma se le tendenze, i segnali e gli orientamenti contano, contro l'olandese Lando Norris non può avere scampo, giacché, oltre a doverlo sfidare, deve ogni volta fare i conti con il suo nemico peggiore e più spietato: se stesso.

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La tempra di Max Verstappen

Detto questo, dal Texas - ben al di là del trionfo di tappa di Leclerc e della Ferrari, col figurone doppio dell’irriducibile e commovente Sainz - a giganteggiare, ben più di curva 1 alta quanto un palazzo di dieci piani e assai meglio della Cota Tower che stazza 77 metri, è la tempra di SuperMax, che dà segnali favolosi di vitalità e forza, come da tanto, tantissimo tempo non capitava.

Dai, facciamo due conti. Dal 2014 al 2020 i mondiali li ha vinti di cavalleria tutti la Mercedes, quindi poca gloria per Hamilton pur bravissimo e per lo stesso Rosberg, ché se Lewis non tira fuori una biella, di pura sfiga, in Malesia 2016, il titolo non lo vince mai nella vita.

Poi ci sono le tre feste iridate di Max. La prima, anno 2021, quella del finalone malvissuto da Michael Masi ad Abu Dhabi, si basa su un errore arbitrale nell’assegnazione del gol determinante, quindi non consideriamola neanche. Le altre due, targate 2022 e 2023, son tutte ingegneristicamente attratte dal genio di Newey che dota i suoi di una monoposto così superiore che per vincere basta portarla al traguardo senza esagerare coi Campari.

Poi di mondiale arriva questo e accade una cosa sorprendente, che poco c’entra con i colori sociali, il tifo, gli schieramenti e i nazionalismi o i campanilismi vari.

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