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Niki Lauda e l'incidente del '76, ritrovato il casco rubato

Oggetto di un furto da Oscar nel 1988 e ritrovato dopo 37 anni, a EICMA torna in esposizione il casco che Niki Lauda indossava il giorno del terribile incidente

Ilaria ToscanoIlaria Toscano

11 nov 2024 (Aggiornato alle 17:59)

Uno dei cimeli più iconici della F1 torna in esposizione per migliaia di appassionati. Si tratta del casco che Niki Lauda indossava quel 1° agosto 1976 al Nürburgring.

Rubato nel 1988 e mai più rivisto, è stato ritrovato in un'asta di beneficenza a Miami. Si tratta del casco AGV X1 “Air System”, che Dainese, proprietaria del marchio, è riuscita rivendicare e a portare in mostra all'EICMA, il Salone del ciclo e motociclo, che si è svolto a Milano dal 7 al 10 novembre.

Il furto del casco a Milano

Il casco apparteneva alla collezione di Gino Amisano, fondatore di AGV. L'imprenditore aveva prestato il prezioso cimelio al Salone dell'Automobile di Milano per essere messo in mostra insieme ad altri pezzi della sua collezione in occasione del terzo mondiale piloti conquistato da Piquet. Alla fine della celebrazione il casco era sparito. Una scena degna del più avvincente degli episodi di Lupin, eppure è tutto vero: del copricapo non si è saputo più nulla fino a quest'anno, quando il cimelio è stato presentato da Bonhams ad un'asta organizzata a Miami in occasione del GP di Formula 1. L'oggetto partiva da una base di 60mila dollari (circa 56mila euro).

I pezzi dell'asta

Insieme al protagonista di questo articolo all'asta è stato presentato un altro pezzo unico: la Ferrari Testarossa Targa, unico esemplare esistente al mondo e mai uscita da Maranello prima d'ora. Tra le diverse auto in vendita (una Carrera GT, una Veyron, la one-off SP30 basata sulla 599 GTO, Porsche 935) e gli altri oggetti iconici appartenuti a  Michael Schumacher, Alan Prost, Jilles Villenevue, Nigel Mansell, Jean Alesì, Eddie Irvine e altri, spiccava proprio il casco di Niki Lauda, recuperato poi da Dainese dopo una complessa battaglia legale.

Chi possedeva il casco?

L'identità della persona (o della banda) che ha trafugato il casco non sarà mai nota. È possibile che il cimelio sia stato venduto più volte ad appassionati e collezionisti negli utlimi 37 anni, per poi finire nelle mani di un proprietario che aveva deciso di mettelo all'asta e di donare parte del ricavato in beneficenza.

Leggi anche: Rubata la statua di Gilles Villeneuve: il furto realizzato da ladri esperti

L'incidente di Niki Lauda

Il casco ritrovato rappresenta uno dei pezzi di storia della F1. Si tratta del casco protagonista di uno degli incidenti più iconici di sempre. Era il 1° agosto 1976, Gran Premio di Germania, Nürburgring. Niki Lauda uscì di pista a causa di un cordolo in curva all'altezza del Bergwerk, il punto più lontano dai box. La sua Ferrari andò verso destra, colpì il guard-rail e rimbalzò in mezzo alla pista prendendo fuoco. L'austriaco fu aiutato ad uscire dall'abitacolo in fiamme dal coraggioso Arturo Merziario, al tempo pilota della March, che scese dalla sua auto per prestare soccorso al collega. Anche Guy Edwards, Harald Ertl e Brett Lunger contribuirono a salvare la vita al pilota. Il primo era riuscito ad evitare la monoposto in fiamme durante la gara, gli altri due non avevano fatto in tempo e si schiantarono contro la vettura, nell'impatto Lauda perse il casco.

Lauda venne adagiato dai colleghi sull'erba della via di fuga e trasportato in elicottero in ospedale con ustioni e ferite gravissime. Il pilota lottò tra la vita e la morte per poi decidere di tornare in pista a soli 42 giorni dal terribile incidente. Il pilota porterà per tutta la vita i segni del terribile incidente, cicatrici che lo accompagnarono alla conquista di altri due titoli iridati, uno conquistato dopo solo un anno, nel 1977, e l'altro nel 1984.

Dove verrà esposto il casco?

Rubato, scomparso e poi ritrovato, la storia del casco di Lauda è a Lieto fine. Il cimelio è oggi esposto al DAR - Dainese ARchivio di Vicenza, visitabile gratuitamente. Un pezzo della storia della Formula 1 torna finalemente alla portata di chi rende grande questo sport: gli appassionati.

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