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Dopo aver conosciuto la squadra, per Hamilton è arrivato finalmente il momento di salire in macchina: un modo per togliersi di dosso la ruggine invernale, ma soprattutto per conoscere la squadra, le sue metodologie e gli aspetti peculiari di volante e motore
22 gen 2025 (Aggiornato alle 13:43)
Il suo amico Sebastian Vettel, il primo giorno in Ferrari, volle addirittura scriverlo sul casco. Era il novembre 2014 e stava cominciando un'altra storia. Ad un decennio di distanza, ne sta cominciando un'altra ancora, di storia, anche se Lewis Hamilton, causa calendari sempre più lunghi, ha rimandato direttamente a gennaio la sua prima, vera presa di contatto con il mondo Ferrari.
Fiorano è a suo modo un posto magico, perché ci sono le fondamenta della storia. Senza quella pista, voluta con straordinaria lungimiranza da parte di Enzo Ferrari, oggi la Ferrari non sarebbe quella che è. Lì sono nate macchine, idee, vittorie. E sono nate storie proprio come quella di Seb o quella di Lewis, primi passi di percorsi di cui non si può mai sapere se ci sarà il grande lieto fine o no, ma intanto è proprio vero: la prima volta non si scorda mai. Pure Hammer, oggi, lo sa: il primo giro, nella nebbia del Modenese, è stato speciale, mentre con una mano toccava per la prima volta un volante Ferrari e con l'altra salutava il pubblico accorso sull'ormai iconico ponte di Fiorano. A Lewis, deve aver fatto strano anche la sinfonia che sentiva nelle orecchie: dopo 356 GP, non verrà più spinto da un motore Mercedes. Adesso ci sono i cavalli del Cavallino Rampante, e scusate il gioco di parole.
La SF-23 che ha portato a spasso per Fiorano non è, e non sarà mai, una macchina leggendaria. Una corsa vinta, con Sainz, e niente più. Ma Lewis se la ricorderà, pur nell'augurio di guidare macchine rosse molto migliori. Perché resterà, inevitabilmente per sempre, la sua prima Ferrari di F1 mai guidata. Per un giorno o poco più, aspettando la 677, poco importa: è comunque un'emozione. E soprattutto, non un'esibizione fine a se stessa, non solo un giro di giostra: è il primo modo per conoscersi, per comunicare, per prendere le misure ad un ambiente tutto nuovo. Vale per il pilota, ma vale anche per il team: e questo test è un modo per vedere come Lewis si muove, capire le sue richieste, cominciare a comprendere le sue modalità di lavoro. Non sono solo belle parole, anche se in questo momento sembrano molto astratte: ma siccome si girerà molto poco prima di gareggiare molto, causa test ridotti al lumicino, ogni occasione è bene sfruttarla al massimo.
Non è propriamente vero che ogni macchina ha una storia a sé. La SF-23, in qualche modo, è la progenitrice della SF-24, a sua volta sorella maggiore della 677, ancora in attesa di nome di battesimo ufficiale. Resta però un DNA intrinseco delle vetture, figlie di filosofie che ci mettono più di un biennio a cambiare: ecco perché ha comunque senso, girare in questo modo per conoscersi. Più di ogni cosa, visto che manettini e regolazioni mantengono una certa stabilità anche nel corso degli anni, per Lewis girare a Fiorano è stato utile per cominciare a lavorare, in maniera particolare, su volante e motore. Il volante, ovviamente, è un qualcosa che un pilota modifica a piacimento (ogni team ha due versioni di volante differenti per i propri piloti, che lo ritoccano secondo le proprie esigenze), ma l'ergonomia e la disposizione dei manettini cambia da squadra a squadra: Hammer avrà per forza di cose bisogno di abituarsi, ed il primo test è subito una prima verifica a livello di "comodità" della disposizione scelta dopo le prime sedute al simulatore. E poi, tramite i manettini, iniziare a consocere fino in fondo la disposizione delle mappature: prima impara, meglio è.
Hamilton, nuovo casco: ritorno alle origini
Questo mercoledì è stato, ovviamente, anche un modo per entrare nel mondo Ferrari. Imparare le procedure al box ed i suoi segnali, per dire, è un altro modo per rompere il ghiaccio e lasciare da parte le formalità. Formalismo che non ci deve essere quando servono richieste precise: per questo motivo, più di tutti il test è servito a Riccardo Adami, il suo nuovo ingegnere di pista. "Ricky" sarà il ponte tra Carlos Sainz e Lewis Hamilton, ma soprattutto tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton. C'è stata una telefonata, tra Seb e Lewis, con Hammer che ha chiesto qualche notizia in anteprima sull'ingegnere di pista che avrà a Maranello. Peter Bonnington della Mercedes, ormai, è il passato. Lewis Hamilton riparte da qui: da Adami, dalla Ferrari, dalla SF-23. E da Fiorano.
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