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Hamilton e Leclerc: così belli e così... uguali in Ferrari

Con Lewis e Charles, il team principal Fred Vasseur ha due punte d’attacco. I due piloti sono legati da stima reciproca e un filo celebrale che è un'ottima premessa per il Mondiale di F1 2025. Ma la nuova Rossa SF-25 li porterà ad un bivio

Fulvio SolmsFulvio Solms

24 feb 2025 (Aggiornato il 25 feb 2025 alle 17:45)

Le famiglie si piacciono, ripeteva un professore palermitano. Il satanasso amava inzuppare il biscotto dell’ironia nelle storie delle vecchie famiglie patriarcali siciliane, la cui struttura era rafforzata dal possesso della terra. Anche in senso lato, l’espressione si prestava alla conferma di una sintonia spesso occultata che poteva correre tra individui affatto diversi, cementando alleanze sia pure impensabili. Si piacciono forse da sempre le famiglie di Ferrari e Lewis Hamilton ma anche, meno scontatamente, quelle dello stesso pluri-campione e di Charles Leclerc il quale – diamine – ha visto la sua terra invasa da una figura gigantesca, più che ingombrante addirittura totalizzante, di fronte alla quale oggi la Ferrari, certamente l’intera Scuderia, è caduta in deliquio. Prima o poi (prima!, prima!) i due si troveranno a confrontarsi in pista e arriveranno al bivio davanti al quale non ci si guarda più in faccia. L’ego, d’altronde, non resta in vacanza per sempre. L’obiettivo del titolo piloti è irrinunciabile per entrambi: per Lewis che vuole riprendersi l’ottavo Mondiale ingiustamente negatogli in una notte di veleni (Abu Dhabi 2021), e anche più per Charles, che più semplicemente vive per essere campione del mondo. Ciò detto: una delle chiavi per il successo sarà il modo in cui i due riusciranno, anzi già riescono, a relazionarsi. E su questo fronte le cose stanno funzionando bene. Il rapporto Hamilton-Leclerc è in perfetta armonia con la Formula Uno moderna. Una volta venivano ritenute produttive le rivalità anche aspre e feroci, il cui paradigma è rappresentato da Senna e Prost alla McLaren a fine anni Ottanta. Due garage due squadre. Lo stesso Enzo Ferrari aveva gusto a mettere i suoi piloti uno contro l’altro, convinto com’era che l’animosità trasferita in pista avrebbe estratto da ognuno il meglio, sul fronte della guida. Poi con il passare dei decenni il titolo costruttori ha acquisito valore per ragioni economiche, d’immagine e di comunicazione, per cui oggi solo un team principal pazzo forzerebbe a far convivere due che non si sopportano.

Tanto per non fare nomi, ma solo cognomi: Verstappen e Russell, Verstappen e Hamilton, Hamilton e Alonso. Gli stessi Leclerc e Carlos Sainz, compagni fino a ieri, hanno espresso il meglio – compatibilmente con le Ferrari che avevano a disposizione – mantenendo un ottimo rapporto interpersonale, al di là di qualche inevitabile abrasione, guarita nel giro di qualche giorno. Hamilton e Leclerc si rispettano e si stimano da sempre. Da compagni di squadra hanno l’occasione di dividere del tempo libero e il loro rapporto è più cerebrale rispetto a quello piuttosto muscolare in cui amavano misurarsi Leclerc e Sainz. Quei due erano sì talvolta disposti a sedersi davanti a una scacchiera, ma solo quand’erano sfiniti da padel, bici e altre fatiche affrontate in ordine casuale. Questo filo comporta dei vantaggi, almeno in premessa. Poi è chiaro che la verità sul potenziale assoluto della Scuderia verrà scritta dalla nascitura SF-25 (tra livrea e rendering, realmente in pista a Fiorano). E mentre noi siamo concentrati su ciò che avviene a Maranello e Fiorano, soffiano voci secondo cui la McLaren MCL39 sarebbe macchina-fine-di-mondo. Un vantaggio che il vecchio riconosce al giovane (perdonate la sintesi, ché Lewis e Charles non sono né l’uno né l’altro) è l’arma della lingua italiana, per Charles bella pronta e affilata.

È sempre stato uno strumento importante per comunicare nella Ferrari, come a suo tempo comprese bene Jean Todt e, di recente, non altrettanto Fred Vasseur. Hamilton lo sa: il gap da Charles rimane incolmabile (i monegaschi hanno nell’italiano la loro seconda lingua madre) ma lui si applica in forma intensiva, per quel che il tempo gli consente. Comincia invece solo in questa settimana la comunicazione tecnica sui contenuti della SF-25 e su ciò che servirà per farla andare forte. Le caratteristiche della nuova Rossa potrebbero sincronizzare le esigenze dei due, al contrario di quanto è avvenuto nei quattro anni della coppia Leclerc-Sainz, per un’ampia differenza che intercorreva tra i due stili di guida. Charles esigeva un anteriore preciso, anche in presenza di sovrasterzo, mentre Carlos desiderava una macchina più neutra sul posteriore. Aver azzeccato il progetto della SF-25, in questo caso, potrebbe comportare per la Ferrari un vantaggio doppio.

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