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Hadjar vs Lawson: tra attese e conferme

Hadjar cresce gara dopo gara, Lawson continua a faticare: tra promesse mantenute e occasioni mancate
Hadjar vs Lawson: tra attese e conferme
© Getty Images

Debora FigoliDebora Figoli

24 apr 2025

Il Gran Premio dell’Arabia Saudita chiude la prima tripletta del calendario di Formula 1 e segna un momento chiave della stagione: è tempo dei primi bilanci. Tante le storie emerse in queste prime gare, ma non tutte raccontano successi. Tra le scuderie sotto la lente d’ingrandimento c’è la Red Bull e il team satellite, Racing Bulls, al centro delle cronache non solo per le prestazioni in pista ma soprattutto per le decisioni prese nel dietro le quinte. Su tutte, il discusso scambio tra Liam Lawson e Yuki Tsunoda.

Il ritorno di Lawson

Liam Lawson è stato uno dei volti nuovi più attesi del 2025. Dopo il buon impatto nel 2023 come sostituto di Daniel Ricciardo e un convincente ritorno nel 2024, il neozelandese sembrava destinato a rimanere a lungo in Red Bull. Helmut Marko e Christian Horner lo avevano scelto per affiancare Max Verstappen, puntando sulla sua freddezza e capacità di adattamento. Ma la F1, si sa, non aspetta nessuno. Fin dalla gara d’esordio a Melbourne, Lawson ha faticato: eliminato precocemente in qualifica e costretto al ritiro in gara, ha poi vissuto un weekend in chiaroscuro anche in Cina, dove ha recuperato ben nove posizioni in gara, ma partendo ultimo. Numeri che non bastano in un team come Red Bull, dove ogni millesimo conta e la pressione si misura in decimi di secondo. Così, dopo appena due GP, ecco il colpo di scena: Marko cambia le carte in tavola, promuove Tsunoda al fianco di Verstappen e Lawson torna alla Racing Bulls. Un ritorno a casa, certo, ma con un peso psicologico non indifferente. Nelle gare successive, la sua parabola non è migliorata: mai in Q3 e ancora a secco di punti. Nonostante l’esperienza accumulata, Lawson appare ancora acerbo, forse schiacciato dalle aspettative troppo alte.

Hadjar in crescita costante

Se per Lawson l’inizio di stagione è stato un saliscendi emotivo, Isack Hadjar rappresenta invece una delle note più liete di questo primo scorcio di mondiale. Silenzioso, concreto, determinato. Il francese, proveniente dal vivaio Red Bull, ha dimostrato di saper stare nel gruppo fin da subito. Cinque GP, cinque prove solide. Sempre in Q2, due ingressi in Q3, e soprattutto i primi punti iridati arrivati in Giappone e confermati con un’altra performance convincente a Jeddah. Hadjar guida con intelligenza e si prende ciò che la pista gli offre. Una grande maturità, considerando la giovanissima età e il peso del confronto interno con colleghi più esperti. Il suo stile di guida pulito e la capacità di capitalizzare ogni occasione lo stanno rendendo uno dei rookie più interessanti del 2025. Non sarà ancora sotto i riflettori più abbaglianti, ma continua la sua scalata silenziosa, gara dopo gara.

 

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