Autosprint

Verstappen irascibile, Red Bull che sbaglia. E ora la corsa al titolo si complica

Ottima la strategia delle tre soste, meno la decisione di mettere la hard senza proseguire, sbagliato chiedere a Max di restituire la posizione a Russell: un GP Spagna pesante per Milton Keynes
Verstappen irascibile, Red Bull che sbaglia. E ora la corsa al titolo si complica
© Getty Images

Toto Wolff, che sa sempre unire malizia e diplomazia, lo ha paragonato ad un tassista di Roma o Napoli, per la maniera un po’ sconclusionata con cui ha gestito la parte finale del GP. Un modo per bacchettarlo ma senza andarci troppo pesante, sull’uomo che gli piacerebbe mettersi in casa nel prossimo futuro. Intanto, Max Verstappen faceva spallucce dopo il fallo di reazione che lo ha portato ad un solo punto dalla squalifica e, soprattutto, fatto scivolare a -49 nel campionato Piloti.

Red Bull azzarda: un’ammissione di inferiorità

E’ un distacco non decisivo ma grande, soprattutto perché, come ha detto Max, questa Red Bull non ha il passo per battere costantemente questa McLaren. Può accadere di tanto in tanto, tra piste favorevoli (o meglio: meno sfavorevoli) e qualche magia dell’olandese, ma la realtà è che la Red Bull ha dovuto inseguire anche su una delle piste in cui, come Barcellona, nei curvoni veloci catalani si augurava di essere un po’ più vicina alle MCL39.

In maniera inversa, si è sorpreso anche Andrea Stella di come le sue macchine siano state in grado di primeggiare cronometricamente sulla RB21 al Gran Premio di Spagna. Un po’ come per le scelte Ferrari del sabato, anche l’idea Red Bull di azzardare le tre soste è stata un diversivo per attaccare che nascondeva, però, un’ammissione di inferiorità. Del resto, quando sei forte e sai di esserlo, non hai bisogno di fare troppo l’originale; è un po’ il discorso della McLaren, rimasta fedele al suo piano di gara anche quando ha visto Max fermarsi in fretta, anticipando che lui e la Red Bull sarebbero andati per le tre fermate ai box. Al muretto McLaren non hanno esitato, a riprova dell’assoluta fiducia nei propri mezzi.

Forse il quarto pit-stop era da evitare

Per il fatto che Verstappen non avesse gomme per la safety car, si è messo in dubbio l’efficacia dei tre pit-stop Red Bull e soprattutto la sua strategia. In realtà, bisogna fare un applauso al team di Milton Keynes: le tre soste erano veramente l’unico modo per mettere i bastoni tra le ruote alle due MCL39. Questo perché, nonostante i buoni riferimenti nelle simulazioni di passo gara del venerdì, il team di Horner aveva capito che non ce n’era contro le McLaren di Barcellona. Da qui, la voglia di provarci puntando sulla capacità di Verstappen di girare come un metronomo per una gara intera, come nell’epoca dei rifornimenti in cui ad ogni giro si spingeva come se si fosse in qualifica. La verità è che la mossa stava dando i suoi frutti: Max era a tiro di Norris, non lontano da Piastri, e se non fosse stato per un Bearman un po’ disattento in fase di doppiaggio avrebbe avuto la sua opportunità di provare ad attaccare Lando.

Poi è arrivata la safety car, ed è stato forse qui che il gruppo strategico capitanato da Hannah Schmitz, da poco 40enne, non è stato perfetto. E’ sempre facile parlare con il senno di poi, ma ragionandoci a freddo (cosa che invece al muretto Red Bull non potevano fare) ci sono elementi per supporre che restare in pista sarebbe stata la cosa giusta. Innanzitutto, il discorso delle gomme: Verstappen non aveva più soft o medie da usare, l’unica era appunto montare una gomma hard inutilizzata da chiunque (Max è stato infatti l’unico a metterla in gara) e scartata addirittura non solo nelle simulazioni di passo gara delle FP2, ma addirittura già dalle simulazioni informatiche (tanto che nessuno dei big, appunto, l’ha testata venerdì pomeriggio). Poi, il discorso che anche tra gli altri nessuno aveva soft nuove: tra chi era in pista, solo le Sauber e Sainz ne hanno montata una completamente nuova, gli altri l’avevano quantomeno rodata. In aggiunta, il discorso della “track position”: in Red Bull avevano avuto il vantaggio di vedere la mossa McLaren, dentro con entrambi i piloti; restare in pista avrebbe significato mettersi davanti.

Magari non sarebbe stato facile restare davanti (anzi, non lo sarebbe stato sicuramente), ma intanto Max sarebbe ripartito primo e non terzo, con un segmento di gara breve ma tutto da vedere: in primis poteva mettere in lotta le due McLaren, in secundis le lotte dietro di lui (comprese quelle eventuali tra Leclerc e Russell) gli avrebbero comunque dato ossigeno quantomeno per il podio. Fermandosi ai box, invece, sapeva di uscire terzo non tanto con la prospettiva (date le hard montate) di attaccare, ma di difendersi: anche esporsi a Leclerc, Russell ed Hamilton, per dire, era chiaro una volta montate le dure. Non regge la scusa delle soft che non sarebbero durate: Max le aveva montate al giro 47 proprio per andare fino in fondo. Avrebbe dovuto fare 19 giri con una gomma morbida usata: considerando che ne aveva fatti 13 con una soft sì nuova ma con il pieno di benzina, non sarebbe stato un problema vedere il traguardo con quella gomma.

L’obiettivo “Max V” si complica

Col senno di poi, lo ripetiamo, è facile parlare. La sbandata sul dritto di Max, quella da cui poi è cominciato il calvario, nasce proprio dal bisogno di forzare alla ripartenza con una gomma dura, meno prestazionale e probabilmente anche meno pronta ed in temperatura per ripartire. Ad aggiungere complicazioni al disastro lo stesso Verstappen, fin troppo irascibile: arrabbiato con Leclerc e con la ruotata in curva 1 di Russell, Max ha provato a raddrizzare la situazione a modo suo. Beffa nella beffa, e contrariamente da quanto chiesto dal team, non avrebbe dovuto restituire la posizione a Russell: i commissari, visto che George aveva tentato il sorpasso ma perdendo leggermente il controllo della vettura (cosa che lo ha portato, appunto, al contatto con l’olandese), avevano giudicato legittima la manovra di Max di allargare in curva 1 dopo il leggero scontro e mantenere la posizione. Su questo altre volte i commissari sono stati chiari: un sorpasso va completato mantenendo il pieno controllo della macchina. Per cui, è stato il team a commettere un errore, chiedendo al pilota di restituire la posizione quando non avrebbe dovuto farlo.

E’ lì che la ferocia di Max si è accesa: in curva 5 ha fatto sfilare Russell quel tanto che bastava per poi riallungare la staccata e tornare subito davanti. Mossa che invece ha fatto somigliare quella manovra ad un tentativo di contatto deliberato, con sorpresa di George che, a quel punto, si aspettava che Max lo avrebbe fatto passare senza problemi. Questa mossa è costata a Verstappen 10”, ovvero 9 punti in classifica (da 5° a 10°) e soprattutto 3 punti sulla patente: Max adesso ha un solo punto di margine prima della squalifica, e significa dover correre in apnea i GP Canada e Austria. Non è ancora tempo di recitare il de profundis, perché mancano 15 gare e, se solo la RB21 trovasse qualche soluzione interessante, il campionato Piloti non sarebbe ancora totalmente appannaggio delle due McLaren; tuttavia, è indubbio che il GP Spagna è una tappa che lascia una traccia notevole nel percorso di Verstappen verso la sua quinta corona iridata, traguardo apparso mai difficile come lo appare oggi.

 

Iscriviti alla newsletter

Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail

Premendo il tasto “Iscriviti ora” dichiaro di aver letto la nostra Privacy Policy e di accettare le Condizioni Generali di Utilizzo dei Siti e di Vendita.

Commenti

Loading

FIA e team uniti contro l’odio online nel motorsport

La FIA, team e piloti di F1, F2 e F3 rilanciano la campagna contro gli abusi online, rafforzando il messaggio di rispetto e inclusione

Red Bull chiede un'eccezione alla FIA per la Superlicenza di Lindblad

Il talento anglo-svedese compirà i 18 anni il prossimo agosto, Red Bull accelera perché abbia la Superlicenza e possa guidare un F1, anche solo nelle prove libere
Autosprint
Autosprint
Autosprint

Insieme per passione

Abbonati all’edizione digitale e leggi la rivista, gli arretrati e i contenuti multimediali su tutti i tuoi dispositivi.

Abbonati a partire da 21,90

Abbonati

Sei già abbonato?Accedi e leggi