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GQ ha da poco pubblicato un’intervista a Lewis Hamilton fatta pochi giorni dopo l’annuncio del 7 volte campione alla Rossa. Tra futuro e progetti, il pilota si racconta
Ilaria Toscano
4 giu 2025
Quando Lewis Hamilton parla del futuro, lo fa con la consapevolezza di chi ha già scritto la storia. Sette titoli mondiali, 103 vittorie e un posto garantito nell’Olimpo della Formula 1. Ma ciò che colpisce nell’intervista concessa a GQ non sono tanto i numeri, quanto la visione. Quella di un uomo che, alla soglia dei quarant’anni, guarda oltre i circuiti, verso il futuro, il cinema e la moda.
Hamilton non nasconde il peso della riflessione su “ciò che verrà dopo”. I racconti di ex sportivi come Boris Becker, Serena Williams e Michael Jordan, e di alcuni campioni che si sono sentiti persi dopo il ritiro, lo hanno portato a porsi una domanda cruciale: cosa succederà quando finirà tutto questo? È da lì che ha iniziato a costruire il “dopo” già nel presente, facendo della creatività una seconda carriera. "Mi sono messo seriamente a cercare altre occupazioni da coltivare con passione", confessa.
Per un ragazzo cresciuto a Stevenage, che da bambino correva per essere visto e accettato, il percorso non poteva che essere non convenzionale. E così, dopo essersi sentito “infelice” pur vivendo il suo sogno, ha trovato nuovi interessi a Los Angeles, circondato da creativi. Oggi si divide tra songwriting camp, abiti disegnati e un film con Brad Pitt sulla F1 che promette di essere la pellicola più realistica mai girata sulle corse.
Hamilton è produttore di un ambizioso progetto cinematografico, girato con il team di Top Gun: Maverick. Il protagonista è Brad Pitt, che a Silverstone 2023 ha girato scene direttamente nel weekend di gara, davanti a 150.000 spettatori. Hamilton racconta di aver rifiutato un ruolo in Top Gun 2 nel 2018 per concentrarsi sul titolo mondiale, ma ora è pienamente coinvolto nella realizzazione di un’opera che vuole restituire verità e passione al grande schermo: “ho solo dato loro dei consigli sulla verità delle corse e su cosa, dal punto di vista di un fan, sarebbe potuto piacere o meno”.
Ma se il cinema è il presente, la moda è la vocazione. Dal 2018, grazie alla collaborazione con Tommy Hilfiger, Hamilton ha trovato un linguaggio per esprimere la propria identità, ha avuto modo di toccare con mano cos’è la moda e ha dichiarato di essersi sentito completamente libero. La libertà di essere se stesso, con trecce, gioielli, tatuaggi, ha avuto un prezzo: critiche, dubbi, persino il disappunto di Niki Lauda. Ma le vittorie, anche quelle arrivate dopo serate di gala a New York, hanno messo tutti a tacere.
Oggi Hamilton guarda ancora più in alto: vuole sostenere giovani designer indipendenti e, magari, creare una “sua” LVMH alternativa, più inclusiva e rappresentativa. Il suo modello? Pharrell, ma anche stiliste come Grace Wales Bonner e Martine Rose, simboli di una nuova visione culturale.
L’annuncio del passaggio in Ferrari nel 2025 ha scosso il paddock. Ma per Hamilton è un ritorno a un sogno. "Forse si tratta di una volontà più inconscia, legata al primo periodo della mia vita" così Lewis ha commentato l’arrivo a Maranello.
Che si tratti di aprire porte a nuovi talenti, sostenere la diversità in F1 o raccontare le corse in modo autentico al cinema, Lewis Hamilton sta preparando il terreno per il futuro. Su pista e fuori. E mentre si stava preparando ad indossare il rosso Ferrari, la sensazione è che il suo vero traguardo sia sempre un passo più avanti.
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