Temi caldi
2 giu 2025
Se è vero che chi si accontenta gode, allora la Ferrari lascia la Spagna con un mezzo sorriso. Perché poteva andare peggio, perché il podio non era scontato (e non sarebbe arrivato, senza safety car), perché questa Ferrari, nelle ambizioni, è ormai ridimensionata da settimane. Per cui, anche un podio fortunoso arrivato a Barcellona, è roba da far tornare a Maranello sereni.
Non è ciò per cui la SF-25 è stata progettata, ma al tempo stesso, dati i limiti, è pure il massimo che poteva fare. Potenzialmente, la Rossa lottava per un 4° e 5° posto; ha concluso con un 3° ed un 6°, tutto sommato portando a casa il bottino che aveva teoricamente a portata di mano: ha fatto 23 punti, con un 4° e 5° posto sarebbero stati 22. Ergo, si tratta di un fine settimana andato più o meno come da copione, con un Leclerc un po’ più su del previsto ed un Hamilton un po’ più giù. Senza la safety car Charles non avrebbe mai passato Verstappen, senza la safety car Lewis non si sarebbe mai fatto prendere da Hulkenberg. E per quanto sia ai limiti dell’inaccettabile farsi passare così da una Sauber (con tutto il rispetto per la macchina di Hinwil), il finale ha un po’ rimescolato una gerarchia che era in realtà chiara, al Montmelò. Dove, per la cronaca, il Cavallino Rampante non andava a podio addirittura dal 2017.
Ecco perché chi si accontenta gode: perché il non essere mai finiti tra i primi tre in Catalogna, su una pista tecnicamente tra le più importanti del calendario, è anche un po’ lo specchio del periodo che si sta vivendo a Maranello. Dove nelle ultime stagioni, edizione 2022 a parte (dominio di Leclerc prima del ko per guasto al motore), il GP Spagna lo si è sempre vissuto tra le difficoltà.
Alla fine, Leclerc ha parlato di una strategia giusta dopo le decisioni del sabato. Giusta lo è stata forse fino ad un certo punto, visto che la gomma media, con ammissione di Fred Vasseur, non andava come previsto e Charles di set di medie nuovi ne aveva due: i fatti hanno detto che la strategia migliore in assoluto, per chi andava su due soste, sarebbe stato fare due stint con la soft e solo uno con la media. Poi la safety car ha rimescolato tutto, ma il concetto resta: e più che per la Ferrari è un qualcosa da analizzare per la Pirelli, visto che su un tracciato come Barcellona, con elevati carichi laterali, nessuno a parte Verstappen (e non per scelta) ha usato la gomma dura, teoricamente gomma nata proprio per le piste da curvoni veloci: qualche riflessione sulla C1 arriverà di sicuro.
Intanto, chi si accontenta, come la Ferrari, gode anche perché nel finale entrambe le macchine hanno sofferto imprecisati problemi ma hanno comunque portato a casa il piazzamento: Vasseur non è entrato nel dettaglio, ma ha solo specificato che i problemi erano diversi tra le due SF-25. L’effetto di tale guaio è stato che Leclerc ha dovuto fare molto lift and coast nell’ultimo stint (anche per questo ha rimediato 10” dalle McLaren in 6 giri), la causa pare essere stata una perdita d’olio.
Chi si accontenta gode anche perché la Ferrari, dopo Barcellona, torna seconda nel Costruttori, ormai obiettivo minimo e massimo insieme di fronte ad una McLaren che tra le squadre ha già fatto il vuoto: +197. E’ un po’ lo specchio dell’attuale situazione: MCL39 fuori portata, un Verstappen che non basta alla Red Bull per combinare qualcosa nel Costruttori, una Mercedes in regressione. E allora ecco che al 2° posto sbuca proprio una Ferrari che compie lenti progressi con la SF-25, in attesa che arrivino le soluzioni che servono per far voltare definitivamente pagina a questo modello. Al Montmelò, la Rossa ha potuto permettersi di girare un po’ più bassa, guadagnando in carico ed efficienza: non il massimo, ma almeno qualche passo in avanti c’è stato. Poi non basta e non può bastare, perché così il team ha le mani legate nelle prestazioni e nelle ambizioni, e lo stesso vale per i piloti che invocano aggiornamenti.
I distacchi, del resto, non devono far illudere: beccare mezzo secondo in qualifica su una pista del genere è un divario inequivocabile sulla bontà dei progetti. Hamilton, sul depresso andante dopo la bandiera a scacchi, già dopo le qualifiche diceva: “Servono aggiornamenti, ma non abbiamo di certo in cantiere uno sviluppo che vale mezzo secondo”. Meglio essere chiari subito, su quelle che saranno le ambizioni da qui in avanti. L’obiettivo, adesso, è difendere la medaglia d’argento nel Costruttori strappando qualche vittoria di tappa nel campionato 2025. Chi si accontenta gode: vincere qualche GP è l’obiettivo massimo per chi le ambizioni iridate ha dovuto riportarle al minimo.
Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail
Loading
Abbonati all’edizione digitale e leggi la rivista, gli arretrati e i contenuti multimediali su tutti i tuoi dispositivi.
Abbonati a partire da € 21,90