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Fabiano Polimeni
9 giu 2025 (Aggiornato il 10 giu 2025 alle 07:44)
Per gli investimenti prodotti e i nomi coinvolti nel progetto, è tutta intorno ad Aston Martin la grande curiosità sui risultati che riuscirà a ottenere nel 2026. S’intende, curiosità preceduta da quella sulla scoperta delle nuove Formula 1, diversissime per come le abbiamo conosciute, con diverse fasi, nell’era turbo ibrida iniziata nel 2014.
A orientare un po’ sulle attese e sulle sfide che le squadre si trovano a dover affrontare, con le risorse già per molti spostate in larga parte sulla progettazione 2026, è Bob Bell, direttore esecutivo in Aston Martin.
Adrian Newey sta lavorando a Silverstone ai concetti della AMR26 e, dopo le prime apparizioni in pista, ha sollevato gli interrogativi di una competitività che potrebbe non essere immediata, di una macchina subito da titolo iridato. Già nel 2026? Forse servirà il 2027. Questione di strumenti da affinare, tra risorse disponibili e correlazione tra galleria del vento e pista.
“Fino a poco tempo fa utilizzavamo la galleria del vento Mercedes di Brackley, che è stata costruita da tempo, è ottimizzata e priva di errori e funziona al massimo delle sue capacità”, spiega Bell. "Portare la nostra galleria nuova di zecca a quegli standard in un breve lasso di tempo sarà difficile. È un processo che avviene sullo sfondo, rispetto allo sviluppo della vettura 2026. Abbiamo anche un nuovo partner per i motori. Siamo molto contenti di collaborare con Honda come team di lavoro e non potrei pensare a un produttore di motori migliore con cui affrontare il 2026."
"Ci sono nuovi elementi del pacchetto che il nostro team dovrà produrre. Prendiamo la trasmissione: l'ultima volta che questo team ha sviluppato un proprio cambio è stato nel 2008. Creeremo nuove sospensioni posteriori, il nostro equipaggiamento per i box e vari software. Molte cose che attualmente acquistiamo dalla Mercedes come cliente non ci saranno più e dovremo farle da soli. L’idea è che non puoi battere qualcuno se usi il suo kit, perché avrà sempre un vantaggio su di te”. Furono gli argomenti usati da Ron Dennis quando decise di abbandonare Mercedes per legarsi a Honda, con risultati che furono fallimentari. Tutto un altro quadro oggi per il motorista nipponico che si affaccia al 2026.
Della progettazione, Bell sottolinea l’impatto che avrà la possibilità di usare l’aerodinamica attiva, oggi bandita. Passeremo dal monitoraggio ferreo della flessibilità delle ali a una condizione nella quale in rettilineo entrambe le ali, anteriore e posteriore, assumeranno una configurazione a zero drag o quasi.
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