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17 giu 2025
C'è una Mercedes davanti, e poi una Red Bull subito dietro. Poco distanti, un'altra Mercedes seguita come un'ombra da due McLaren, almeno fino a quando Lando Norris non si stampa sul posteriore della vettura gemella. E la Ferrari? Distante. Spettatrice in un weekend che prometteva di meglio, che aveva illuso che la SF-25, dopo qualche buon riferimento cronometrico tra simulazione di passo al sabato mattina e qualche sprazzo in qualifica (anche se la classifica diceva tutt'altro), potesse combinare qualcosa di più nel GP Canada.
Charles Leclerc, a fine gara, parlava del mancato azzardo della strategia ad una sola sosta, ma alla fine sa perfettamente quale sia il nucleo del problema: una o due fermate ai box, il nocciolo della questione è una Ferrari che non va. Lewis Hamilton invece sperimentava qualcosa di nuovo: non gli era mai capitato di chiudere le prime dieci gare di un campionato senza un podio. Il primo record che ha fatto segnare in Ferrari, purtroppo, è un record negativo: nel 2009 e nel 2024 il primo podio stagionale lo aveva fatto segnare al 10° GP, quest'anno, nella migliore delle ipotesi, sarà all'11°.
Non era quello che voleva, non era quello che si aspettava. Così come non si aspettava di riscontrare certe resistenze interne, un malcontento trapelato davanti ai microfoni dopo la bandiera a scacchi. Non sbaglia del tutto chi dice che certe cose vanno riferite all'interno e non all'esterno; ma è stato probabilmente il sintomo di uno sfogo, di un tappo saltato dal vaso che contiene la delusione.
Dei piloti si può dire che era meglio se Leclerc non avesse compiuto quell'errore in FP1, che era meglio se non avesse perso il controllo nell'invitante secondo tentativo in Q3; di Hamilton si può dire lento sì ma pure molto sfortunato, dati i guai ai freni e soprattutto una macchina danneggiata (20 punti di carico in meno) dopo aver colpito un animale. Ma si deve dire soprattutto di una macchina che attende i prossimi aggiornamenti, mentre in pista si riscopre, ancora, quarta forza. Montréal poteva aiutare: in Quebec tutti alzano la macchina, tutti ammorbidiscono le sospensioni. Condizioni che potevano dare una mano ad una Rossa che invece in gara ha dovuto affrontare altri problemi: detto dei guai di Lewis, per tutto il GP Leclerc si è sentito dire di fare "lico", ovvero "lift and coast".
Consumi? Più probabilmente, temperature dei freni. Quando la situazione è diventata critica, nello stint centrale, Charles ha perso molto terreno e dopo la seconda sosta, quando in teoria avrebbe dovuto attaccare, non aveva senso farlo: mancavano 18 giri ed aveva 12" di ritardo da Norris. Inutile insistere, anche se in teoria era l'unico a disporre di gomma media nuova, e quindi nella condizione prestazionale migliore. Ma non aveva senso, appunto, spingere di fronte ad un quadro ormai delineato.
E' un'annata che si sta trascinando, non da ora, sul depresso andante. Vasseur professa calma e promette sviluppi a breve, i piloti sembrano staccati dalla visione (sempre ottimistica) del team principal. Il campionato è andato ed Hamilton propone di passare in fretta sulla macchina 2026: verrà fatto a tempo debito, non prima di aver raggiunto la certezza di aver perfettamente individuato problemi e soprattutto soluzioni alla 2025, pena portarsi dietro errori di calcolo e di metodo. I GP alle spalle sono 10, quelli davanti 14: rischia di essere una stagione lunga. E soprattutto, col rischio di spenderla tutta a fare da spettatori.
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