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Penalità Alonso: "In F1 da 20 anni e non era una manovra pericolosa"

Fernando giustifica la condotta di corsa nella battaglia con Russell nel finale di gara del GP d'Australia. Il rallentamento verso curva 6 rientra tra le strategie e nell'arte di guida, rivendica Alonso

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

25 mar 2024

È una penalità difficile da digerire per Fernando Alonso. I 20 secondi applicati al tempo di gara lo retrocedono dal sesto all'ottavo posto del GP d'Australia, una decisione che i commissari - sentiti Alonso e Russell, esaminate le telemetrie - hanno supportato rifacendosi all'articolo 33.4 del regolamento Sportivo.

In sintesi: "un pilota non può mai guidare lentamente senza motivo, in modo irregolare o che possa essere valutato potenzialmente pericoloso per altri piloti o altre persone".

I fatti, il rallentamento e il pericolo potenziale

Accertato il rallentamento della velocità verso curva 6, un rilascio del gas oltre 100 metri prima rispetto ai precedenti giri di gara, i commissari hanno rilevato quale conseguenza l'ingresso della Mercedes di Russell in "aria sporca" e la successiva perdita di carico che ha provocato l'uscita di pista. 

Ancora i commissari hanno riconosciuto ad Alonso il diritto di provare un avvicinamento differente alla curva e come non possa considerarsi responsabile dell'"aria sporca" che in definitiva ha provocato l'incidente.

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Però, il collegio dei commissari ha aggiunto: "Ha scelto di fare qualcosa - qualsiasi fosse l'intento - di straordinario - cioè alzando il piede dall'acceleratore, frenando, scalando marcia e tutti gli altri elementi della manovra - oltre 100 metri prima rispetto ai giri precedenti? Lo ha fatto in modo molto più ampio di quanto necessario per rallentare prima in vista della curva? Sì e secondo l'opinione dei commissari, così facendo ha guidato in un modo che era perlomeno 'potenzialmente pericoloso', considerata la natura ad alta velocità di quel punto del tracciato". Questa la logica di fondo dei commissari.

20 anni di F1 e l'arte del guidare

 Poi c'è l'analisi ulteriore di Alonso, nel dopogara. "George ha recuperato in fretta, sapevo che stava arrivando, poi è rimasto a distanza di DRS per 5-6 giri e io ho fatto giri da qualifica per restare davanti. Volevo sfruttare al massimo la velocità di uscita da curva 6 per difendermi. È quello che farebbe ogni pilota e non sento d'aver fatto qualcosa di pericoloso. 

Delude ricevere una penalità per quello che è stato un duro ma leale gareggiare. Sono felice che George stia bene, non è stato bello vedere la macchina nel mezzo della pista.

Mi sorprende un po' ricevere una penalità alla fine della gara e su come dovremmo affrontare le curve o come dovremmo guidare le monoposto. In nessuna occasione vogliamo fare qualcosa di sbagliato a quelle velocità. Senza la ghiaia in quella curva - o in qualunque altra al mondo - non saremmo mai stati anche solo finiti sotto investigazione.

In Formula 1 e con più di 20 anni di esperienza - con duelli epici come Imola 2005 e 2006, Brasile 2023 - cambiare traiettorie, sacrificare la velocità di ingresso in curva per uscire bene, sono cose che rientrano nell'arte del motorsport. 

Non guidiamo mai al 100% ogni giro di gara e su ogni pista. Risparmiamo carburante, gomme, freni. Così, essere definito responsabile per non fare tutti i giri gli stessi è un po' sorprendente".

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