Continua in modo inarrestabile la striscia di successi consecutivi da parte di Red Bull e Verstappen, mentre Ferrari si ritrova sfruttando la sprint, Alpine cambia tutto e le full wet fanno discutere
Mica facile, far apparire la foresta delle Ardenne come il giardinetto di casa. Succedeva anche a Schumi, all'incirca una ventina di anni fa, ma anche a Clark, Senna e Raikkonen, sempre per restare nel novero dei grandi nomi, che a Spa riuscivano a fare delle cose fuori dal comune. E' quello che sta accadendo al dominatore attuale, Max Verstappen, il metà belga e metà olandese che tra Belgio e Olanda, nelle ultime tre stagioni, non ha fatto altro che vincere.
La marcia si interromperà per qualche settimana solo perché così impone il calendario. La prima parte del 2023 si è chiusa a Spa, e la seconda inizierà nell'altro GP di casa di Verstappen, Zandvoort. Come fosse un segnale, come fosse un monito: la prima dopo la ripresa sarà subito una delle gare alle quali Max, al di là delle apparenze, tiene di più. Sarà da lì che riprenderà il cammino di un percorso trionfale, nel quale corre praticamente contro la storia e contro sé stesso. Siamo a 10 vittorie in 12 GP, 125 punti di vantaggio sul secondo classificato (Perez), siamo a 8 vittorie consecutive, -1 dal record messo a segno da Sebastian Vettel nel 2013. E parlando di Spa, siamo a tre successi di fila; solo Jim Clark ed Ayrton Senna hanno fatto meglio nelle Ardenne, con quattro successi consecutivi a testa: Clark dal 1962 al 1965, Senna dal 1988 al 1991. Intanto, sempre a proposito di primati, la Red Bull ne ha portato a casa un altro: nessuna squadra aveva mai vinto tutti i primi 12 GP dell'anno.
Questa è una simbiosi perfetta tra macchina e uomo, come questa stagione aveva già dato ampiamente modo di vedere. C'è una vettura superiore a tutte le altre e poi c'è un pilota che, con quella vettura, può fare letteralmente ciò che vuole, anche distruggere (cronometricamente e di conseguenza psicologicamente) il suo compagno di squadra. Perez nel dopo gara non si è nemmeno sforzato di nasconderlo: “Finalmente le vacanze, ne avevo bisogno”. Segno che in tanti magari possono invidiarlo per il sedile che occupa, ma poi quel sedile diventa scomodo perché il confronto è con uno che non fa prigionieri. Non sbaglia mai, Max: e ormai non si vedono nemmeno più quelle piccole intermperanze che continuavano a venir fuori di tanto in tanto. Ha aspettato alla prima curva, ha aspettato che le (poche) macchine davanti a lui si ritrovassero senza Drs per affondare il colpo. Hamilton, Leclerc e Perez: tutti impotenti in quel frangente. Checo soprattutto, che dopo la sosta si è visto annullare il piccolo vantaggio che aveva nello spazio di un paio di tornate. Una volta davanti, Max lo ha distanziato con tempi da capogiro senza possibilità di replicare: e Checo si è dovuto accontentare, chiedendosi, forse, come faccia il suo compagno di squadra a rifilargli distacchi così abissali.
Questa prima metà di stagione per la Red Bull e Verstappen è stato un inno alla perfezione, sotto tutti i punti di vista. Prestazioni, lavoro in pista, sviluppi: tutto alla grande. Ed a Spa, ultima fatica prima della pausa estiva, si è visto ancora: in una griglia di partenza che tendenzialmente si è divisa tra il privilegiare il carico per il secondo settore (Russell e le McLaren) oppure le velocità di punta del primo e del terzo (Hamilton e le Ferrari), la RB19 riusciva a stare davanti sia nei tratti veloci che in quelli guidati. Una coperta lunghissima, quella della RB19, che a Spa è riuscita ad impressionare ancora una volta: velocissima in rettilineo, imprendibile nel guidato. Se da Zandvoort in poi la squadra penserà solo ed eslcusivamente alla nascente RB20, visto il dominio messo in mostra, non ci sarà da sorprendersi.
Verstappen: "Dovevo solo uscire indenne dalla prima curva"
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