GP Canada: i 5 temi del fine settimana

GP Canada: i 5 temi del fine settimana

Nel confronto molto acceso e ravvicinato tra Red Bull e Ferrari bisogna mettere in conto la variabile Verstappen, formidabile nel duello con Sainz, mentre Alonso si arrabbia ed Hamilton torna sul podio pur con una Mercedes ancora alla ricerca di un'identità

20.06.2022 ( Aggiornata il 20.06.2022 12:30 )

E la Mercedes fa i “test”

A sforzarsi lo si trova, un aspetto in cui la Mercedes è la migliore di tutte. Se la Ferrari per adesso è stata un missile troppo fragile, la W13 è stata una lumaca corazzata. Lenta, sì, ma solida. Tanto solida da non rompersi mai. E infatti, a guardare la classifica dopo nove gare, fa effetto notare come alla fine George Russell abbia solo 15 punti in meno di Leclerc e che sia comunque davanti a Sainz di nove lunghezze. Non sono numeri banali, perché il divario, basandoci sulle prestazioni, dovrebbe essere clamorosamente più ampio. E invece, la Mercedes, Russell ed Hamilton tengono botta: non hanno una macchina per combinare granché, ma sono certamente quelli che hanno sprecato di meno. Anzi, forse non hanno sprecato proprio un bel niente: George ha infilato nove arrivi su nove in top 5, Hamilton a parte Imola ha sempre preso punti. Su 18 arrivi, dunque, la W13 ne ha totalizzati 17 in zona punti e non si è mai fermata, con nessuno dei suoi due piloti. Numeri importanti pure questi, considerando che in gara la Ferrari ha già avuto tre rotture e la Red Bull quattro. Certo, col senno di poi Wolff baratterebbe volentieri un po' di affidabilità in cambio di qualche decimo sul giro di prestazione, ma non esistono bacchette magiche in grado di esaudire certi desideri. Resta solo una cosa da fare, da ripetere all'infinito: lavorare, lavorare, lavorare. E provare, anche a costo di mettere in pista due macchine diversissime.

E' accaduto questo, a Montréal, dove la Mercedes è sembrata affrontare dei test piuttosto che un fine settimana di gara, dal momento che le due W13 erano assettate in modo completamente diverso. Hamilton ha gareggiato con l'ala da basso carico vista a Miami, Russell invece aveva in macchina l'ala posteriore da alto carico, quella di Barcellona e Monaco (strano, per essere in Canada), per due vetture settate agli antipodi: ne sono uscite prestazioni simili, che evidenziano come ci sia un limite che potremmo definire fisiologico alle prestazioni di questa W13.

Occorre poi fare due discorsi molto diversi tra risultato, prestazione e situazione tecnica. Il 3° e 4° posto di Montréal sono un bottino che va al di là del potenziale Mercedes, da qui la grande soddisfazione di una squadra che ha intravisto anche nel cronometro miglioramenti tangibili, se è vero che nel finale Leclerc non ha avuto il passo per riprendere le W13; ma allo stesso tempo l'incertezza tecnica che ha portato gli ingegneri a diversificare così tanto gli assetti deve far preoccupare. Questo perché tali scelte, di solito, si fanno quando c'è bisogno di un confronto netto e totale per venire a capo di una complessa situazione in cui, probabilmente, non si sa esattamente che strada prendere. Senza dimenticare del fondo testato al venerdì e poi rigettato da entrambi i piloti.. Non è un bel segnale, se è vero che in queste settimane, tutte le squadre stanno impostando le prime basi ed i primi disegni dei progetti 2023: serve trovare una quadra ma soprattutto una strada univoca per intraprendere uno sviluppo non a tentoni, ma senza incertezze, ed al più presto.

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