GP Francia: i 5 temi del fine settimana

GP Francia: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Una Ferrari superlativa nelle prestazioni vive una domenica amara per l'errore di Leclerc che spalanca a Verstappen le porte del settimo centro stagionale, il tutto mentre la Mercedes torna sul podio con due macchine

25.07.2022 ( Aggiornata il 25.07.2022 11:48 )

Les jeux son faits?

I giochi sono fatti? Il dubbio viene, anche se mancano ancora dieci gare. Le quali, con 63 punti di distacco, si prestano ad un conto semplice semplice: se Leclerc le vince tutte, il mondiale è suo anche se Max arriva sempre 2°. Considerazioni più ideali che altro, anche per ammorbidire una situazione che si è fatta di colpo pesante, molto più rispetto a 24 ore prima, quando una Ferrari eccezionale, nonostante un ritardo in classifica superiore “ad un GP”, prometteva una rimonta più che fattibile con certe prestazioni. Cronometricamente, la Rossa è davanti; sono le classifiche a piangere, quelle stesse classifiche che ora è meglio gettare nelle cantine di Maranello, perché tanto osservare i passivi (il ritardo nel Costruttori è di 82 punti, quello di Sainz da Verstappen di 89) non serve a niente e nemmeno aiuta. La narrazione del 2022 impone di raccontare una Ferrari veloce ovunque, bellissima da vedere, con due piloti capaci di fare, entrambi, numeri da favola. Poi però, a vincere, sono stati gli altri, in 8 occasioni su 12: troppe, considerando il livello di questa Ferrari F1-75 che rischia di finire nella ristretta cerchia di macchine dominanti a non aver mai vinto un titolo. Non se lo meriterebbe, ma a questo punto il rischio c'è.

Su cosa sia mancato sin qui, l'elenco è lungo. L'ultima riga degli orrori, il testacoda di Leclerc, è uno di quegli argomenti sui quali si può discutere all'infinito oppure archiviare in fretta e furia come ha fatto Binotto per proteggere il suo pilota, senza bisogno di approfondire troppo quello che resta un errore e nient'altro, senza troppo girarci intorno. Sul perché il muretto abbia indugiato a chiamare subito dentro Leclerc, indagine aperta: con Verstappen dentro al termine del 16° giro, sarebbe stato lecito attendersi la sosta al giro immediatamente successivo. La Rossa ha aspettato forse perché pensava fosse troppo presto, e probabilmente mettendo in conto anche che la F1-75, sulla distanza ne avrebbe avuto di più della Red Bull: finire dietro, insomma, non sarebbe stato un problema se poi Charles avrebbe avuto gomme più fresche, un vantaggio che si sarebbe ampliato alla lunga se, come visto nel primo stint, le coperture sulla F1-75 duravano più che sulla RB18. Max, con scia e Drs, del resto non riusciva a passare: in trazione Charles guadagnava costantemente metri, ed a parti invertite, c'è da scommetterci, il sorpasso sarebbe stato più agevole.

Una macchina così forte in trazione, comunque, è un altro grande lato positivo per la Ferrari, che con il numero 16, memore del disastro del 2021, aveva lavorato per “proteggere” l'anteriore. Vale a dire che nel team di Maranello nel corso del fine settimana si è cercato un assetto che permettesse di non distruggere le anteriori, memori dei motivi per cui Le Castellet, un anno fa, era stato un calvario. Le precauzioni per l'asse anteriore sono state talmente tante che Charles ha lamentato, sia in qualifica che con il primo stint, un eccessivo sovrasterzo, che è poi quello che è stato fatale al monegasco in curva 11. Con la gomma dura, tale difetto avrebbe dovuto attenuarsi, ma a mettere la dura Leclerc non ci è mai arrivato (anche perché una volta a muro non è riuscito ad inserire la retromarcia: col volante invertito ha inserito la sesta anziché scalare in basso le marce, quando se ne è accorto il sistema era già andato in protezione per salvare motore e cambia e ripartire è stato impossibile). Si discuterà anche di questo nei briefing, ma parlare di assetto sbagliato pare eccessivo proprio perché, la Rossa, nel primo stint era stata la migliore e sulla F1-75 non si era verificato il calo di rendimento dei pneumatici che invece si è verificato sulla Red Bull.

L'assetto di Sainz invece poneva più attenzione al retrotreno proprio perché, dovendo rimontare, lo spagnolo aveva bisogno di uscire più forte dalle curve per attaccarsi alle scie e superare. Stava funzionando ed ha funzionato, con Carlos che ha messo in mostra numeri eccezionali nei corpo a corpo: il sorpasso su Russell a Signes o quello su Perez preparato lungo tutto il terzo settore sono cartoline di un Sainz che finalmente, con questa F1-75, si trova a meraviglia. Lui ha lavorato, la squadra ha lavorato con lui e gli aggiornamenti portati sulla vettura a poco a poco hanno reso più “facile” la monoposto anche per lui. Gli ultimi pezzi, quelli portati in Francia, sono stati un ulteriore passo avanti per una macchina che nelle ultime due gare non avrebbe avuto rivali. Peccato che ce ne sia sempre una.

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