GP Messico: i 5 temi del fine settimana

<p>GP Messico: i 5 temi del fine settimana</p>
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Con la vittoria in casa di Perez Max Verstappen mette a segno il nuovo record di successi in una singola stagione e va sempre più a spasso nella storia, negando ancora la vittoria ad Hamilton; bravissimo Ricciardo, mentre la Ferrari e Gasly...

31.10.2022 10:34

Orgoglio, ma niente più

Dopo la qualifica, e soprattutto poche tornate prima del pit-stop, era sembrata una "mission possible". Sì, al box Mercedes, per un attimo o più, ci hanno creduto: al via c'era il lungo rettilineo con la possibilità di prendere la scia, in gara Max stava andando in crisi con la gomma morbida. C'era spazio, insomma, per credere al colpaccio: ma è stato un pensiero che si è dissolto troppo presto.

E' stato Verstappen, e chi sennò, a smembrare pezzo per pezzo il sogno Mercedes di vincere almeno una gara nel 2022. Per la partenza, la Red Bull ha scelto la soft, pensando soprattutto allo spunto da fermo: serviva partire meglio sfruttando il vantaggio di mescola (fatto), difendere per bene la traiettoria (fatto), affondare il colpo in staccata per impedire spiacevoli attacchi (fatto); poi la gomma andava gestita, mettendo in conto il rischio di un'usura precoce rispetto alle medie della Mercedes. La quale, alla fine della fiera, si è fregata da sola; perché quando è stato il momento di andare a fare la sua di sosta, Hamilton è stato costretto, per regolamento, a mettere la dura: per la morbida era troppo presto (mancavano ancora 42 giri), rimettere la media invece significava andare per forza incontro alla doppia sosta. Quest'ultima, come si è visto, non era la strategia vincente in Messico. E così, Hammer ha dovuto pensare a guardare gli specchietti e tenere a bada la sagoma di Perez, piuttosto che pensare di andare a prendere quello davanti.

La Mercedes la corsa probabilmente se l'è giocata quando ha chiamato Lewis dentro solamente 4 giri dopo Verstappen. Sono stati costretti a farlo, perché Perez avrebbe messo sul tavolo l'undercut. Probabilmente, da quanto si è capito dalle comunicazioni radio, nel team di Wolff si aspettavano un crollo della media, o comunque una difficoltà maggiore da parte della Red Bull a gestire tale copertura. Il primo a capirlo era stato Russell: “Andiamo lunghi e mettiamo la soft”, ha chiesto prima della sosta. Non lo hanno ascoltato, ma avrebbero fatto meglio: la Ferrari il 4° posto non sarebbe stata in grado di soffiarglielo, per cui c'erano rischi minimi di fronte a possibili grandi guadagni. Ricciardo, con la sua rimonta finale, insegna.

Per Hamilton è stata l'ennesima prova di orgoglio, con Lewis in grado di tenersi dietro una macchina che nelle mani di Max appare due spanne sopra. A Perez però certe cose non riescono con la stessa facilità dell'olandese, ed alla fine non è riuscito nemmeno a portare un attacco concreto alla seconda piazza dell'inglese. Un applauso in più per Hammer, il quale però, dell'orgoglio, non sa che farsene. Sta perdendo il record di almeno una vittoria per ogni stagione disputata, e non c'è classifica che tenga per alleviarlo: in quella Piloti potrà fare al massimo 4°(sai che roba, per un epta campione del mondo), in quella riservata alle squadre, con 40 punti di ritardo con ancora 103 da assegnare, la Mercedes ci crede il giusto alla piazza d'onore. In questo scorcio di campionato, l'orgoglio vale più dei punti.

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