Sbilanciarsi in questa F1 è esercizio molto pericoloso, per cui occorre prenderla con la cautela con cui l'ha presa Frédéric Vasseur nel dopo gara di Austin. "Bastano pochi dettagli per farti essere più veloce o più lento degli avversari - ha spiegato Fred in America -, noi non possiamo considerarci campioni del mondo dopo questa gara perché non lo siamo. Dobbiamo pensare a fare un buon lavoro come nel weekend di Austin, perché già il Messico sarà un'altra storia con sfide diverse tra altitudine ed una pista con caratteristiche differenti. Essere competitivi ad Austin non significa esserlo per forza a Città del Messico".

Tra le righe, insomma, Fred ha chiesto alla squadra di rimanere concentrata e di prendere gara per gara, nella consapevolezza che con ancora 250 punti tondi da assegnare nella classifica Costruttori tantissimo può ancora succedere. Il Messico, con le sue sfide aerodinamiche e motoristiche, può fare storia a sé perché l'adattamento a questo tracciato non è mai banale, anche se avere una macchina forte sui fondamentali (e la Ferrari, dopo il banco prova di Austin, lo è) è certamente una garanzia in più.

In Messico la Ferrari non vince dal 1990, dunque non ha mai vinto dalla reintroduzione in calendario del circuito Rodriguez datata 2015. Tuttavia, la SF-24 ha ragionevoli speranze di poter essere della partita: il disegno della pista premia stabilità in frenata e trazione, caratteristiche vincenti della monoposto di Maranello. Il dubbio potrebbe essere legato alla qualifica, dal momento che in Messico mandare in temperatura le gomme è piuttosto complicato a causa del poco carico aerodinamico che si avverte per via della rarefazione dell'aria: tuttavia, in caso di buon piazzamento in qualifica, la Rossa potrebbe davvero puntare ad un altro successo.

La classifica Costruttori