Vittoria di forza da parte dello spagnolo, mentre Norris rompe la doppietta Ferrari negli ultimi giri; altro grande segnale della SF-24, che ora punta al Brasile per completare il trittico delle Americhe
E' una Ferrari che vince ancora, con un Carlos Sainz in formato campionissimo. Poteva andare anche meglio, se solo Leclerc non avesse perso il 2° posto nelle battute finali, ma resta l'immagine di una Ferrari dominante con Sainz, meritatamente vincitore del Gran Premio di Città del Messico.
La doppietta sfiorata (la Rossa non fa due doppiette consecutive dai GP Bahrain e Spagna 2008) non deve impedire di sottolineare il bel colpo dato dalla Ferrari in chiave Costruttori, con tanti punti recuperati sulla McLaren e tantissimi sulla Red Bull, definitivamente sorpassare nella piazza d'onore relativa al titolo a squadre. Poteva essere doppietta dicevamo, ma le indicazioni che sono arrivate dalla SF-24 sono state ottime, a conferma dell'enorme crescita compiuta dalla Ferrari in questo autunno.
Il team non ha voluto dare ordini nelle prime fasi di gara, al massimo indicazioni: ad entrambi i piloti è stato chiesto di tenere d'occhio le temperature, soprattutto dei freni, attuando dunque una gestione oculata della macchina sfruttando il margine di vantaggio su Norris. Superata la metà gara, ed effettuati i pit-stop, non c'è stato più bisogno di gestire, ed è stata gara libera. Sainz, che aveva messo insieme qualche secondo di margine nella prima parte del GP, ha mantenuto il vantaggio fino alla bandiera a scacchi che ha certificato la quarta vittoria in carriera dello spagnolo, fenomenale nell'arco di tutto il fine settimana messicano. In Messico la Rossa non vinceva dal 1990, e fanno 248 vittorie in assoluto per il Cavallino Rampante. Peccato per Leclerc, veloce ma non così tanto come Sainz e non abbastanza per tenere dietro un Norris che, se deve recriminare su qualcosa, lo farà su quei primi giri persi nel duello con Verstappen, col senno di poi utilissimi a Sainz per portare a casa il successo.
Per la Ferrari ora l'obbligo di provarci ancora tra una settimana, in Brasile: c'è poco tempo per intervenire sulle macchine ed il Cavallino Rampante ha la grande opportunità di capitalizzare ad Interlagos. La pista brasiliana non è come quella messicana, perché rispetto alle frenate sul dritto del circuito Rodriguez ha anche curve da media e alta velocità, tuttavia la SF-24 è migliorata molto e, pur senza sottovalutare la McLaren e la Red Bull, non c'è motivo per pensare che la Ferrari non vada in Brasile per giocarsela.
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