Leclerc, Sainz e quei sorrisi perduti della Ferrari

Leclerc, Sainz e quei sorrisi perduti della Ferrari

Dalla carica alla presentazione di febbraio, alle facce cupe di Monaco. A Maranello vanno recuperate prestazione, ma anche morale

31.05.2023 ( Aggiornata il 31.05.2023 16:49 )

Da tutto a niente in appena tre mesi. Dall’amore a prima vista con la SF-23 della presentazione di febbraio, spinto soprattutto da quella dichiarazione di Vigna “Monoposto che non avrà precedenti in termini di velocità”,  ai musi lunghi ed espressioni cupe del post Montecarlo.

Sono state disputate appena 6 gare, eppure a Maranello si intravede già l’aria stanca di una fine di stagione passata a inseguire senza fortuna.

SF-23 e aspettative tradite

Febbraio, lontanissimo, è stato un bagno di folla entusiasmante con i piloti carichi, speranzosi di avere una monoposto competitiva dopo la F1-75 capace di 4 vittorie, 11 podi e 12 pole, ma troppo fragile e senza più sviluppi dal Paul Ricard, visto che gli sforzi, vista la stagione compromessa in quel luglio infuocato, si concentrarono tutti sul 2023.

"E' stata una bella sensazione, sono stati i primi chilometri con questo progetto dopo le tante sedute al simulatore. Sono stati due giri speciali, tutto è filato liscio, ovviamente due giri sono molto pochi per scendere nei dettagli, ma ho già dato le mie prime indicazioni agli ingegneri. La macchina andava bene, era scorrevole. Mi ha dato ottime sensazioni”, le parole di Leclerc il 14 febbraio a Fiorano.

"Avere questo scenario è stupendo, e lo è presentare la macchina a Maranello, penso che la Ferrari sia l'unico team che può avere questa atmosfera. E' stato un lungo inverno per noi, abbiamo finito il campionato scorso in anticipo rispetto al solito, per cui abbiamo avuto un dicembre intero per analizzare in retrospettiva l'ultima stagione. Poi ho fatto un po' di vacanza ma ad inizio gennaio già il mio corpo chiedeva di tornare a correre. Abbiamo fatto tanta preparazione, ho passato molto tempo in Italia, soprattutto nella seconda metà di gennaio in cui sono stato molto a contatto con gli ingegneri. Abbiamo pure fatto un test con una vecchia monoposto, ci siamo preparati il più possibile e siamo carichi a mille per il primo weekend di gara” quelle di Sainz.

Piloti sfiduciati

Poi i test del Bahrain e il brusco risveglio. La SF-23 si è rivelata difficile da portare al limite, mangia gomme e in alcuni frangenti addirittura più lenta dalla monoposto 2022. E che fino a qui ha regalato una sola gioia, a Baku, con il doppio podio di Leclerc tra Sprint Race e GP.

A Monaco, poi, la mazzata definitiva. Vista la  prestazione in Azerbaijan, la Rossa puntava molto sul Principato, ma l’esito è stato diverso. Una disfatta iniziata sabato, con l’errore del muretto che ha portato in penalità e costretto a partire dalla sesta piazza Leclerc e finita domenica con un sesto e un ottavo posto.

E la delusione di trovarsi, ancora una volta, senza armi di fronte alla dimostrazione di forza brutale di Verstappen e Red Bull, si è vista tutta nei volti e nelle dichiarazioni dei piloti. Scuro in volto, Leclerc è stato di una chiarezza disarmante: “Dopo la penalità non c’era molto altro da fare. Il passo non era buono, quando ho provato a spingere le gomme non hanno retto. Siamo troppo lontani, c’è tanto lavoro da fare”.

Dello stesso tono Sainz. Lo spagnolo è stato protagonista di una sfuriata feroce con il suo box perché, partito quarto, avrebbe voluto avere una strategia che lo mettesse in lotta con Ocon per il podio, ma si è trovato a coprire Hamilton, più lento, con il risultato di finire ottavo: “Devo dire che ci abbiamo provato, ma non ce l'abbiamo fatta. Quando ha cominciato a piovere sono stato un giro in più fuori, ho sbagliato anche io in questa situazione. Impareremo da questo, ma era una lotteria e non era facile decidere. Miglioreremo anche su questo fattore".

A Barcellona per ripartire

Vasseur: "Reazione a Barcellona"

E ora c’è Barcellona. Ma soprattutto gli aggiornamenti a fondo, pance e sospensione che, in teoria, dovranno migliorare le prestazioni della SF-23. Non ci si aspetta miracoli, la filosofia di base della vettura non può essere stravolta, ma dal GP catalano l’augurio è un altro: quello di vedere Leclerc e Sainz avere un motivo per tornare a sorridere. Un pilota triste, senza fiducia, parte già con una penalità che si è inflitto da solo nel morale. E non è il momento di mollare, perché se è vero che il mondiale 2023 ha il destino segnato, non ha senso incupirsi sul presente. Dalla Spagna può iniziare una nuova stagione, da correre con entusiasmo, tenendo bene a mente come l’ultimo ciclo vincente della Ferrari sia iniziato proprio dopo un lungo periodo di sconfitte brucianti, servite però a costruire una leggenda.


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