Il presidente arriva nel momento più delicato ma cercherà di non esercitare troppa pressione. E ridà fiducia ad Arrivabene
BARCELLONA - Nel momento più delicato per la Ferrari è arrivato anche Sergio Marchionne a Barcellona. Aveva annunciato il suo arrivo giorni fa al Gp Spagna per le prove, invece è piombato al circuito proprio domenica mattina, nel momento più delicato per Maranello. Reduce da un sabato disastroso che porterà Raikkonen e Vettel a scattare solo dalla terza fila nel GP che doveva essere quello del riscatto e che invece rischia di essere quello della definitiva capitolazione per i sogni iridati in caso di nuova doppietta Mercedes.
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Marchionne è giunto alle 10.30 nel paddock del Montemelò, si è intrattenuto circa un'oretta con i due piloti e Arrivabene, poi si è spostato nel vicino motorhome Mercedes a parlare con Zetsche. «Ho incontrato la squadra – ha detto Marchionne – e ho trovato anche una certa tranquillità; il problema che abbiamo avuto ieri in pista che ci ha rallentato mi hanno detto essersi trattato di una “finestra” sfavorevole in cui i pneumatici non lavoravano bene. È stata una cosa imprevedibile, dovuta alla temperatura salita di 9 gradi dalla mattina al pomeriggio. Poi Zetsche (il capo Mercedes, ndr) mi ha detto che è capitato anche a loro a Singapore l’anno scorso. Perciò la cosa non mi fa sentire tranquillo perché anche in Mercedes, a un anno di distanza, non sono riusciti a risolvere il problema, e noi neanche. Da quanto mi hanno detto però in gara questo fenomeno non dovrebbe accadere perché le gomme quando vanno in temperatura si stabilizzano e il problema sparisce».
L'arrivo di Marchionne però, che in passato ha sempre pungolato con decisione il suo team, non può non aver messo ulteriore pressione alla squadra specie dopo le ricorrenti voci della vigilia su una sostituzione di Arrivabene. Lui però tende a sdrammatizzare. «Fa parte del mio ruolo di presidente chiedere alla Scuderia di fare il meglio che possono; sfortunatamente questa stagione abbiamo avuto un'esperienza negativa praticamente in ogni gara fino ad oggi. Facciamo lavorare i ragazzi perché sono bravi. I piloti dopo l'imprevisto del sabato ora sono pronti a correre sereni. Certo, partire dalla terza fila sarà dura perché là davanti ci sono quattro piloti con quattro macchine estremamente competitive. Servirebbe una vittoria perché farebbe molto bene alla Ferrari ottenerne una; ma ora siamo quello che siamo. Quando succederà non lo so, vediamo...».
In ultimo Marchionne ha voluto precisare il suo pensiero sulle voci di esonero di Arrivabene: «Sono grandissime cavolate; non hanno nessuna base e vanno solo a creare confusione in una ambiente che è già molto competitivo. Rinnovo la mia fiducia a Maurizio totalmente, la squadra è irriconoscibile da due anni fa qui di va bene. Lasciamoli lavorare in pace».Già, in pace. Ma Niki Lauda, sornione, poco più in là aveva un mezzo sorrisino mentre sosteneva che è proprio la troppa pressione esercitata da Marchionne sulla squadra che può provocare errori...
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