Temi caldi
Adesso tutte le F1 sono uguali. Invece nel 1974 il pilota neozelandese Chris Amon per la sua creatura volle un progettista giovane e inesperto, perché ciò era garanzia di approccio fresco e originalità assicurata. Dando vita però a un’incredibile odissea in pista con la recalcitrante Af101. Una storia a suo modo, secoli dopo, a lieto fine
1 apr 2020 (Aggiornato il 2 dic 2021 alle 16:45)
Scusate l’attacco scontato e palloso, ma la premessa dev’essere per forza questa. Il neozelandese Chris Amon viene comunemente definito il più sfortunato pilota nella storia della F.1. Mai una vittoria, in 96 Gp disputati, anche se, da fine anni ’70 e fino a tutto il 1972, viene considerato un vincente in attesa di regolarizzare la sua posizione con trionfi iridati veri. Sanatoria che mai arriverà, visto che farà sue solo due corse di F.1 non valide per il mondiale.
Per il resto, quando c’è titolarità iridata, per lui ogni gara è stregata. E scusate la rima. Almeno sei-sette Gp quasi vinti ma alla fine si rompe sempre qualcosa. E senza colpa alcuna. «Magari salta la pompa Bendix, oppure si buca una gomma - ricorda Mauro Forghieri che l’ebbe alla Ferrari dal 1967 al 1969 -, qualsiasi cosa di cui Amon non ha responsabilità. Però resta un fatto. Chris è il più bravo tester e sviluppatore che ho mai avuto in squadra. Numero uno. Anche migliore di Niki Lauda ». Dai, che adesso il racconto entra nel vivo e ci divertiamo.
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