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Diego Fundarò
17 apr 2025
La tripletta del Qatar ha creato lo scenario cio verso la gara di casa. Un appuntamento che sta particolarmente a cuore al grande capo del programma endurance del Cavallino. Un Antonello Coletta conscio che la sfida all’Enzo e Dino Ferrari sarà aperta, con vecchi e nuovi avversari pronti a dare battaglia.
- Pur essendo consapevoli di aver effettuato una ottima preparazione durante l’inverno, prima di partire per il Qatar si sarebbe mai aspettato un tale risultato?
«Ovviamente no! Sarebbe stato arrogante partire da casa conviti di riuscire a fare primo, secondo e terzo. Eravamo però consapevoli del buon lavoro fatto in inverno; in primis, cercando di capire quali erano stati gli errori commessi l’anno scorso e da cosa fossero stati generati quei momenti difficili. In seconda analisi, avevamo scelto di spendere uno dei pochi test che ci sono concessi proprio in Qatar, fatto che ci ha permesso di arrivare alla prima gara molto più preparati rispetto al 2024. Ci tengo però a sottolineare che il risultato, comunque eccezionale, è stato anche generato da fattori che nell’arco delle dieci ore di gara hanno avuto un peso. Ciò ha portato ad un risultato che ci ha premiato al 100% non solo per il nostro stato di grazia, ma anche perché abbiamo sbagliato meno degli altri».
- Ciò che più ha impressionato è stata la differenza di prestazione in Qatar rispetto allo scorso anno. In quale area crede che avete fatto i maggiori progressi?
«Oggi, non solo nell’endurance ma in tutto il motorsport, non vi è una singola area che ti permette di avere un guadagno decisivo. Si devono andare a cercare in tutte le aree i centesimi che poi, sommati tra loro, diventano decimi ed infine secondi sul giro. Non va tralasciato nulla, abbiamo fatto un lavoro globale e rivisto anche alcune figure all’interno del nostro staff operativo. Non ci scordiamo che siamo arrivati nel 2023 e nel 2024 abbiamo aggiunto la terza macchina, andando in affanno nel momento in cui stavamo tirando un po’ il fiato. Tutto ciò ci ha fatto capire che questo 2025 avrebbe dovuto essere l’anno della maturità, dove mettere a frutto tutto quanto finora avevamo imparato. Detto ciò, abbiamo fatto solo una gara ed ovviamente speriamo di rimanere competitivi anche nelle sette che restano, ma sappiamo anche che arriveranno momenti più complessi, perché abbiamo un parterre di avversari di tutto rispetto».
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