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10 lug 2025
Guardi la classifica e sembra tutto facile: Ferrari in fuga con un enorme vantaggio da gestire. Poi però pensi a che tipo di campionato sia il WEC e ti rendi conto di quante insidie ci siano per una Ferrari sì in vetta alle classifiche iridate, ma ancora lontana dalla certezza del doppio titolo.
Banalmente, siamo a malapena a metà campionato (quattro gare alle spalle, altre quattro ancora da correre) e allora va da sé che c'è tutta una seconda parte di stagione da affrontare, per un Cavallino Rampante ancora imbattuto in questo 2025. Se c'è un vantaggio, semmai, è quello di una Ferrari che può pure concedersi il lusso di gestire, di osservare, senza necessariamente giocare sempre all'attacco: è vero che a ragionare troppo si rischia di incappare nel "braccino" del tennista, quello che inizia a rischiare troppo poco quando la vittoria sembra in vista; dall'altro lato, però, quello di poter giocare di contropiede è un'utilità che può fare la differenza, e che a Maranello non devono sprecare. La Rossa, insomma, è nella condizione di poter attendere la prima mossa delle avversarie: sono loro che devono inseguire, loro che devono prendersi rischi per colmare un divario, sia nella classifica Piloti che Costruttori, che non concede troppi margini se si dovesse perdere ancora. E' sui rischi che deve prendersi la concorrenza, insomma, che la Ferrari si giocherà le sue carte migliori.
Fin qui, i discorsi di classifica. Per quelli tecnici, invece, bisogna tenere presente che Interlagos non è esattamente la pista migliore per le caratteristiche della 499P. Fermo restando che il prototipo italiano ha compiuto passi da gigante su ogni fronte, resta una macchina più adatta alle piste veloci che alle curve più lente, come quelle del secondo settore di San Paolo. Questa è una pista sulla quale la Toyota l'anno scorso seppe fare la differenza, e dove seppe andare molto bene anche la Porsche. Sono loro i rivali designati per le Ferrari nella trasferta brasiliana, perché entrambe hanno sulla carta punti di forza adatti al circuito paulista: va detto che per Toyota soprattutto è un banco prova importante, perché fin qui l'annata è stata complicata e faticare anche su un circuito che l'anno scorso vide le GR010 Hybrid in grande spolvero, sarebbe un ulteriore indizio sul plafonamento del progetto della casa nipponica, bisognoso di accorgimenti.
Insomma, per la Ferrari il difficile viene adesso, perché il calendario è forse un po' meno favorevole rispetto alla prima parte dell'anno, con due tappe (la quinta, San Paolo, e la settima, il Fuji) che in teoria saranno le più complicate per la 499P. A Maranello comunque, già nelle settimane prima di Le Mans, non nascondevano la convinzione di poter andare mediamente meglio rispetto al 2024, convinti dei miglioramenti apportati sulla macchina: non resta che vedere dunque l'impatto del BoP, che per Ferrari sarà da valutare soprattutto nella riduzione di potenza sotto i 250 orari.
Resta ora da vedere, con una classifica che comincia ad assumere una certa fisionomia, come Ferrari deciderà di giocarsi le sue carte. Fermo restando che per la classifica Costruttori da quest'anno entrambe le vetture servono per fare punti (fino all'anno scorso, era valido solo il risultato della macchina meglio piazzata), per cui servirà ancora il contributo di entrambe, bisogna porsi la domanda se la Rossa lascerà libere di lottare le due 499P oppure se verrà stabilita una gerarchia. La #51, forte di due vittorie e due secondi posti, ha 48 punti di vantaggio sulla #50, terza dietro anche alla "privata" #83. Ecco: lasciare liberi i due equipaggi di correre o, in virtù del vantaggio in classifica, proteggere la leadership della #51? Domande le cui risposte arriveranno con la prossima 6 Ore di Interlagos, una tappa che diventa un po' già l'ultima chiamata per la concorrenza se davvero vuole fermare quella che finora è stata una formidabile armata Rossa.
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