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14 lug 2025 (Aggiornato il 15 lug 2025 alle 09:14)
Lo sanno in pochi o forse in pochissimi, ma prima di essere un'auto Cadillac è stata, anzi è tutt'ora, un comune di appena 2500 abitanti, arrotondato per eccesso. Quasi sperduto, nella zona di Bordeaux, nella metà occidentale della Francia. Il nome è appunto il medesimo della vettura che ha appena vinto la 6 Ore di San Paolo, divenendo la prima casa americana a vincere nel WEC: Cadillac.
Marchi americani che hanno vinto nell'Endurance ovviamente ci sono già stati, ma nessuna casa statunitense si era mai imposta in una gara da quando era stato rifondato l'attuale Mondiale, il WEC, ovvero dal 2012. E' successo con Cadillac, marchio di General Motors prossimo allo sbarco pure in F1, ed è successo insieme ad un team dalle mille risorse, Jota Sport. Una squadra che non ha esitato a lasciare l'invitante Hypercar Porsche, la 963, per abbracciare un progetto diverso con la V-Series.R. Da team cliente a base per la casa ufficiale, Jota non ha esitato e alla quinta gara, hanno fatto centro insieme.
E non è un centro da poco, né per Jota né per Cadillac, con quest'ultima alla prima affermazione assoluta nel WEC (Jota invece aveva già vinto a Spa 2024). Per Cadillac, inoltre, è come un cerchio che si chiude: dopo aver vinto nell'IMSA (già con la DPi-V.R), aveva assolutamente bisogno di portare a casa un risultato di rilievo anche nel WEC. E ora, il prossimo passo è guardare a Le Mans, per raggiungere ciò che ad inizio millennio la Northstar aveva potuto solo sognare. Fu un progetto deficitario, quello: sembra non esserlo questa V-Series.R, che punta a lasciare il segno nell'Endurance.
Ad Interlagos il successo è arrivato in maniera perentoria. Normale pensare ad un BoP probabilmente rivedibile alla luce dei fatti, ma va da sé che Cadillac è migliorata ed il lavoro con la Jota sta già dando i suoi frutti: sul piano ingegneristico il progetto è buono, ma con la Jota sono probabilmente le operazioni e l'esecuzione in pista ad essere ulteriormente cresciute. Neanche la Porsche, che era attesa ad una bella gara alla 6 Ore di San Paolo, è stata in grado di impensierire le vetture americane, che si sono prese una doppietta dominando in lungo ed in largo in Brasile: il campionato ringrazia, con Cadillac ora prima inseguitrice della Ferrari nella classifica Costruttori.
Ora restano tre gare alla fine, tra cui quella di casa ad Austin. Velleità di campionato o meno, per Cadillac può essere un gran bel mondiale e si farà di tutto quantomeno per portare a casa un podio nel Costruttori che avrebbe tanto significato, alla prima stagione insieme con Jota. Senza ansie, step by step. Del resto, la storia che porta al nome "Cadillac" è una storia a piccoli passi: Antoine Laumet de La Mothe, avventuriero ed esploratore francese nato a Cadillac nel 1658, in una delle sue missioni (1701) si ritrovò quasi per caso in una zona sostanzialmente disabitata. La sua fu una storia a piccoli passi, tra l'addio alla Francia ed una vita tra commercio ed esplorazioni.
All'inizio del XVIII, appuntò, finì per missione in una zona che lui era convinto essere uno "stretto": "stretto", inteso come stretto del fiume, in francese si dice "detroit". Insomma: senza saperlo, issandosi là con i suoi subalterni, Antoine aveva appena dato vita all'embrione di quella che sarebbe diventata la città di Detroit. Due secoli dopo, in quella stessa città, tre persone di nome Lemuel Bowen, Henry M. Leland e William Murphy, fondarono una casa automobilistica ed anziché chiamarla con il nome della città o con il proprio, scelsero di rendere omaggio al comune di provenienza del fondatore della loro città: dunque, la casa automobilistica non fu chiamata né "Detroit" né tantomeno "Laumet": fu chiamata Cadillac. Il resto, è storia. Una storia che giunge a noi: al WEC, alla Cadillac di oggi, e ad una storia tutta americana.
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