Dakar 2020, Alonso sogna una speciale da top3

Dakar 2020, Alonso sogna una speciale da top3© Toyota Gazoo Racing

Fernando è soddisfatto del risultato ottenuto a Neom e conferma le buone sensazioni avute nella seconda tappa. Dalla Dakar 2020 spera di ottenere con Marc Coma il podio in una speciale 

07.01.2020 ( Aggiornata il 07.01.2020 18:23 )

Dopo una giornata che lo ha messo di fronte ai contrattempi classici di una Dakar, per Fernando Alonso e Marc Coma la terza frazione del rally raid regala un risultato soddisfacente. Quinto al traguardo di Neom, 6’14” alle spalle di Sainz-Cruz su MINI, è la seconda miglior Toyota al traguardo, dopo Al-Attiyah-Baumel.

“È stata una giornata molto diversa da quella di ieri, questo risultato è chiaro che ci rallegra parecchio, abbiamo corso una tappa senza tanti contrattempi e con una visibilità molto buona.

Una tappa bellissima, abbiamo attraversato posti incredibili. Logicamente andavamo troppo forte per poterceli godere ma è stata una giornata molto positiva per noi”, racconta Alonso al termine della frazione.

Formazione in 7 mesi

Condizioni di gara migliori rispetto a lunedì quanto a visibilità, i chilometri intorno a Neom sono corsi via regolari, solo con un piccolo contrattempo nel finale, alla ricerca della giusta direzione.

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Se le sensazioni ricalcano quelle vissute nel corso della seconda tappa, diverso è il risultato al traguardo: “L’ho detto ieri, ero molto contento del ritmo e delle sensazioni che abbiamo avuto, ed è avvenuto anche oggi.

Se sette mesi fa non ero mai salito su una macchina da Dakar o scalato una duna, sono contento di essere tra i primi 4 o 5 da due giorni, è una nota positiva.

Domani spero di approfittare della buona posizione di partenza e provare qualcos’altro, essere tra i primi 3 o riuscire a vincere una tappa sarebbe fantastico, ha commentato a Marca.

Roadbook e cautela

Sul margine ancora disponibile, Fernando analizza: “Sì, ho ancora qualcosa in tasca come ce l’hanno tutti. Con il roadbook che ti danno così poco tempo prima vai sempre al 90% senza sapere del tutto quel che arriva.

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C’erano aree che sembravano tracce da trial, arrivavi a 150 orari e poi dovevi passare a 30 all’ora. Ci sono talmente tanti cambi di ritmo, non so dire se riuscirei ad andare più veloce. Faccio quel che mi dice Marc e sto accumulando chilometri.

Passare dalla sabbia alla montagna, le difficoltà di visibilità, questa disciplina è così, prendere o lasciare. Vedremo se nella seconda settimana, con le dune e una migliore visibilità, riuscirò a divertirmi ancora di più”.


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