Fernando è soddisfatto del risultato ottenuto a Neom e conferma le buone sensazioni avute nella seconda tappa. Dalla Dakar 2020 spera di ottenere con Marc Coma il podio in una speciale
Dopo una giornata che lo ha messo di fronte ai contrattempi classici di una Dakar, per Fernando Alonso e Marc Coma la terza frazione del rally raid regala un risultato soddisfacente. Quinto al traguardo di Neom, 6’14” alle spalle di Sainz-Cruz su MINI, è la seconda miglior Toyota al traguardo, dopo Al-Attiyah-Baumel.
“È stata una giornata molto diversa da quella di ieri, questo risultato è chiaro che ci rallegra parecchio, abbiamo corso una tappa senza tanti contrattempi e con una visibilità molto buona.
Una tappa bellissima, abbiamo attraversato posti incredibili. Logicamente andavamo troppo forte per poterceli godere ma è stata una giornata molto positiva per noi”, racconta Alonso al termine della frazione.
Condizioni di gara migliori rispetto a lunedì quanto a visibilità, i chilometri intorno a Neom sono corsi via regolari, solo con un piccolo contrattempo nel finale, alla ricerca della giusta direzione.
Leggi anche: Dakar, terza tappa: il ritorno di Sainz
Se le sensazioni ricalcano quelle vissute nel corso della seconda tappa, diverso è il risultato al traguardo: “L’ho detto ieri, ero molto contento del ritmo e delle sensazioni che abbiamo avuto, ed è avvenuto anche oggi.
Se sette mesi fa non ero mai salito su una macchina da Dakar o scalato una duna, sono contento di essere tra i primi 4 o 5 da due giorni, è una nota positiva.
Domani spero di approfittare della buona posizione di partenza e provare qualcos’altro, essere tra i primi 3 o riuscire a vincere una tappa sarebbe fantastico”, ha commentato a Marca.
Sul margine ancora disponibile, Fernando analizza: “Sì, ho ancora qualcosa in tasca come ce l’hanno tutti. Con il roadbook che ti danno così poco tempo prima vai sempre al 90% senza sapere del tutto quel che arriva.
Leggi anche: Marko, rinnovo Verstappen accelerato da voci Hamilton-Ferrari
C’erano aree che sembravano tracce da trial, arrivavi a 150 orari e poi dovevi passare a 30 all’ora. Ci sono talmente tanti cambi di ritmo, non so dire se riuscirei ad andare più veloce. Faccio quel che mi dice Marc e sto accumulando chilometri.
Passare dalla sabbia alla montagna, le difficoltà di visibilità, questa disciplina è così, prendere o lasciare. Vedremo se nella seconda settimana, con le dune e una migliore visibilità, riuscirò a divertirmi ancora di più”.
Link copiato