Il trionfo degli Under 25 in F.1

Il trionfo degli Under 25 in F.1

Il senso di questa stagione è il salto generazionale forse irreversibile

05.09.2022 10:17

Posso dirlo? Per ben quattro quinti quarti di gara, ossia fino a che ha avuto un senso, ho tifato sfegatatamente per Lewis Hamilton. Per quanto e come ha cercato la vittoria, fino a che la logica delle cose gli ha permesso di inseguirla, per come ha guidato una Mercedes W13 apparsa sempre meno peggio rispetto al fantasma saltellante delle prime gare stagionali e mi sono arrabbiato assai quando le sue chance sono sfumate, fondamentalmente per due motivi.

Perché Hamilton non ha vinto

Il primo è stato l’inquietante comportamento di Tsunoda e del box AlphaTauri, col suo ritiro finto inframezzato da una strana fermata ai box e quindi da un addio vero alla corsa, quando ormai il pasticcio era stato fatto, con chiare conseguenze sullo sviluppo delle gare altrui. Fino a quel momento Lewis si trovata in vantaggio di una manciata di secondi virtuali su Verstapen che avrebbe ancora dovuto procedere all’ultimo cambio gomme, con l’incognita dell’inseguimento finale.

Be’, il retrogusto è amaro assai, perché Lewis poco dopo, quand’è arrivata la Safety-Car per il parcheggio dell’altro ritirando Bottas alla fine del rettilineo principale, s’è trovato a subire una scelta tattica folle della sua squadra, che ha mandato il suo compgno Russell in pista con le morbide, lasciandolo con le gialle, quindi con la sicurezza di prenderle nel restante segmento di corsa post safety-car sia da Max che da George. E da Leclerc. Peccato.

Hamilton meritava

Peccato al cubo, cavolo, perché se c’era uno che meritava questo trionfo, quello era proprio Hammer, in forma strepitosa, ultracombattivo, determinato e assetato quantomai. E già che ci sono, facendo una critica a questa Formula Uno, scuoto la testa di fronte al peso esagerato e esacerbato che hanno le tattiche, tutte le volte in cui la lotta tra due o tre combinazioni uomo-macchina porta a prestazioni vicine. A questo punto, stai pur sicuro che non vince né il pilota né la macchina migliore, ma il muretto più furbo e avveduto. E questo, al di là dello sconfitto Hamilton e del vincitore Verstappen, non è un gran bene.

Zero polemiche in Mercedes

Anche se Max e la Red Bull una volta di più hanno giustamente spiegato che i veri padroni del mondiale sono loro. Dico altro e di più. Se Hamilton avesse guidato una Ferrari e fosse stato sottoposto a un trattamento così poco simpatico dal suo box, a quest’ora sarebbe accaduta una mezza tragedia nazionale a colpi di forconi elettronici sui social, con tanto di richieste di dimissioni generalizzate. Invece la faccenda riguarda una squadra anglo-tedesca e un’opinione pubblica assai più svedese nell’anima, rispetto a quella italiana, per cui tutto finisce a birra e Sachertorte, anziché a vino e tarallucci. Meglio così.

E, anzi, impariamo anche noi a dare il giusto peso, cioè meno di niente, a queste dinamiche e a faccende simili.


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