Intanto la Fia s’è presa un mese on più per megio approfondire la questione
Da San Paolo del Brasile il buon Felipe Massa continua a crederci. Anzi, ci crede sempre di più. I suoi avvocati hanno fatto sapere che la Federazione Internazionale ha chiesto espressamente un mese di proroga al termine perentorio fissato dai legali del brasiliano per comporre preventivamente la controversia sul crashgate 2008 e sulla conseguente assegnazione del titolo mondiale di quell’anno. In altre parole, bisognerà aspettare metà novembre per sapere quale sarà il prossimo capitolo di questa spinosa faccenda.
Delle due l’una: o la FIA riconosce il fondamento delle ragioni di Felipe o si va in causa, con tutto quello che ciò comporta. Come ci ha rivelato lui stesso due settimane fa, lui non punta a un risarcimento economico, ma direttamente alla riassegnazione del Titolo Mondiale F.1 2008 in mano sua, viste le rivelazioni di Bernie Ecclestone del marzo scorso. Quando lo stesso Mister E aveva ammesso di sua spontanea volontà che in quell’occasione il titolo fu consegnato ad Hamilton pur nella piena consapevolezza che sarebbe stato più equo annullare la gara di Singapore inficiata dal crashgate di Piquet jr ordito da Briatore & Symonds. Ammettendo quindi che solo la volontà di evitare uno scandalo di rilevanza mondiale molto dannoso all’immagine della F.1 aveva impedito di mettere il titolo stesso nelle legittime mani di Felipe Massa, una volta privata di validità di punteggio la corsa ormai farlocca di Singapore...
Tutto questo, come noto, rappresentando una confessione in piena, anche se tardiva, ha portato alla costituzione di parte di Felipe Massa, che ha messo insieme una squadra all stars d’avvocati da legal thriller, preparandosi a una durissima e possibilissima battaglia legale, che lo vedrebbe contrapposto come naturale controparte alla Federazione Internazionale oltre che al Liberty Media, in quanto subentrata in seno alla Fim a Bernie Ecclestone, il quale amministrava managerialmente e gestionalmente la F.1 per conto del fondo d’investimenti CVC.
E adesso come va preso questo mese in più chiesto dalla FIA? Be’, anzitutto come una sorta di patente di ammissibilità e rilevanza alla richiesta di Massa. Riservarsi più tempo per svolgere approfondimenti e ulteriori verifiche è un buon segno, poiché significa che la richiesta di parte appare anzitutto non irricevibile, rilevante e in qualche modo affrontabile. Come e verso quale direzione, lo scopriremo solo vivendo. Ma la novità è appunto che la Federazione non ha rigettato immediatamente e senz’altro la questione posta del team Massa. In altre parole, c’è materia su cui lavorare, per tutte le parti, per ora non in causa.
Esclusiva: la verità bomba di Felipe Massa
Intanto, da San Paolo, Felipa Massa fa sapere, in esclusiva per noi di AS, che "Sicuramente adesso all’interno della Federazione stanno guardando bene e con molta attenzione alla cosa. Per parte mia posso dire che certamente questo è l’ultimo mese che viene dato per approfondire e meglio valutare quanto da noi sostenuto, poi ci dovrà essere una decisione, dovrà essere trovato un accordo. Altrimenti si andrà per vie legali, chiedendo il pronunciamento di una corte competente. Da questo punto di vista sono molto contento del ruolo informativo svolto da Autosprint, perché avete raccontato perfettamente lo stato della situazione. Ora non resta che attendere con fiducia i futuri sviluppi".
Indipendentemente da quello che accadrà a breve, entro trenta giorni, quindi, agendo con equità, buon senso e sensibilità - del tutto a prescindere da possibili accordi extragiudiziali o da un impervio ma pur sempre possibile percorso di tutela legale - l’unica soluzione ammissibile e rispettosa di tutte le parti in causa sembrerebbe essere quella della pronuncia dell’ex aequo. Ossia di assegnare il Titolo a pari merito a entrambi i contendenti, il vincitore Lewis Hamilton più Felipe Massa, ingiustamente spogliato dell’alloro iridato.
Chiaro, questo dell’auspicabile ex aequo è il punto di vista di Autosprint, non certo (per ora) delle parti in causa. Così facendo si rispetterebbero contemporaneamente i diritti acquisti del pilota britannico - il quale si presentò alla gare finale e decisiva per il mondiale in perfetta buona fede e sapendo che il punteggio di Singapore era valido a tutti gli effetti nella lotta al Titolo - e nello stesso tempo si ripristinerebbe il vulnus ovvero la violazione alle legittime aspettative di Felipe Massa, che in base al dovuto annullamento del punteggio di Singapore sarebbe stato il campione mondiale di F.1 2008. Alla luce della situazione e dei fatti inequivocabilmente emersi, qualsiasi diversa strada o decisione prescelta finirebbe per mantenere un’ingiustizia in atto, in alternativa creandone un’altra. Mentre, in verità, solo riconoscendo per la prima volta nella storia della Formula uno due campioni mondiali e non solo uno, il tutto avrebbe uno sbocco virtuoso e non pregiudizievole per gli interessi di nessuna delle parti in causa.
In fondo, lo ribadisco, non sarebbe la prima volta che una categoria premier delle monoposto a livello internazionale ricorre all’ex aequo, poiché nel 1995-1996 la Indy Racing League assegnò il titolo in perfetta coabitazione a Buzz Calkins e a Scott Sharp, in quel caso poiché il punteggio e le discriminanti prescelte non consentivano di scegliere tra i due un campione da preferire all’altro. Uno stato dei fatti che ora, incredibilmente ma indubbiamente, si sta ripetendo, peraltro quindici anni dopo quel controverso e inquietante finale di stagione 2008. Proponedo sempre più quale epilogo una sanatoria che farebbe storia ma anche giustizia.
Felipe Massa e Lewis Hamilton campioni a pari merito, abbracciati per sempre nel finale di mondiale più millimetrico e drammatico della storia. Possibilmente emendato nella conculsione più corale, inclusiva e inattesa nell’epopea dello sport. Sarebbe bellissimo per tutti. Se i poteri forti in ballo seguissero il suggerimento di Autosprint, poi non potrebbe che essere festa grande. Sinceramente, perché no, noi continuiamo a sperarlo con tutto il cuore. Ovviamente da corsa.
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