Il racconto live di un sabato mattina a Faenza
La scorsa settimana sono stato a Faenza per il Trofeo Bandini e per l’occasione ho visto dal vivo cose che penso sia opportuno raccontare, tornandoci sopra. Certo, non era la prima volta, visto che bazzico con piacere da anni gli eventi organizzati da Francesco Asirelli, con tradizionale epicentro a Brisighella, senza trascurare Maranello, per cui non potevo mancare. Anche perché era l’occasione giusta per incontrare Lando Norris e Andrea Stella, finalmente al di fuori della solita sfiancante pressionaccia dei Gran Premi.
Bene, detto questo, vado al presente storico di pura cronaca, perché ci porta e riporta nel bel mezzo della situazione.
Sabato 9 dicembre, ore 9 di mattina. Faenza, esterno giorno. Fa un freddo cane. Paralizzante. Il termometro dice due gradi, ma ne percepisco meno settantasette. L’aria taglia a lametta, il cielo è terso e mi sento quarto, un quarto di bue appeso alla cella frigorifera del mattatoio comunale. Anzi, appeso a chi da dietro spinge e da davanti pure, in uno scenario di calca irreale, a due passi dal municipio.
Ai bei tempi di Brisighella di gente ne avevo vista, ma così tanta mai. E a stupirmi brillano due cose: primo, i giovani son tantissimi e, tra loro, le ragazzine in preponderanza. Secondo, non imperversano i soliti boomer tipo il sottoscritto, ma ci sono persone un po’ di tutte le età, comprese donne che potrebbero avere l’età di mia zia, una in particolare, ma più portata a darmi spintoni e a urlare “Landoooo” che a far crostate.
Insomma, mi duole la pelle dal gelo, sulla scalinata che ci vede attendere gli invitati ormai siamo alle ultime, quanto a pigia pigia e mi domando: come farà Lando Norris a sopportare un casino del genere? E Andrea Stella, tutto signorile e compassato com’è, potrà mai accettare un’accoglienza così verace, abbracciante, calda e per certi versi strapeasana? Di più. Accanto a me vedo centinaia di cellulari, famelici di selfie col campione, decine e decine di foto di McLaren, modellini branditi come immagini sacre, bloc notes su cui vergare firme e dediche a pioggia...
Boh, come finirà questa storia? Davvero la scamperanno, i due della McLaren? Quando la zia aggressiva mi piazza un pestone, rifilandomi l’ennesima spinta latrando “Landoooo” - e Norris sta infatti arrivando insieme a Stella - guardo il graduato della Benemerita che ho al fianco e gli dico, tanto per stemperare: «Qual è stata l’esperienza più selvaggia e pericolosa della sua vita? Io temo più una carezza da questa qua che una coltellata da un capo ultrà».
Il carabiniere ride e mi fa: «Abbia pazienza e cerchi di capire, sinceramente sono stupito anch’io. Non ci aspettavamo affatto di dover fronteggiare un successo e una folla del genere, quindi faremo il possibile, ma non sarà facile. Non vede quante ragazze ci sono? Lando Norris sta simpatico a tutti e fa letteralmente impazzire le teenager. Mi creda, sarà dura, oggi».
Lo ascolto ipnotizzato dall’analisi asciutta e realistica, mentre la zia mistress, applaudendo Lando appena, arrivato mi urta il cappello e lo fa cadere tra la gente, ché se sono meno lesto a raccoglierlo diventa una frittella. Poi, ovvio, ci sono i lettori di Autosprint. E gli appassionati della Ferrari. E i curiosi. E quelli che non gliene frega niente ma stanno lì, tanto non c’è altro da fare.
Insomma, un casino indescrivibile in un bel dì di festa, con Lando Norris che scende da una dream car McLaren facendo salire l’ala di gabbiano, per posare insieme ad Andrea Stella. Entrambi salgono le scale, ci vengono vicini. Poi l’assalto. Il cerchio si stringe. È la fine, forse. Appena dietro di me sento gridare in modo strozzato, disperato, privo d’ogni possibilità di remissione: “Landoooo!” e so già chi è a farlo, ma manco mi volto sennò questa col suo Xiaomi mi spacca uno zigomo.
Lando e Andrea si guardano per un attimo come pistoleri in un film di Sergio Leone, impassibili, poi accennano quasi un impercettibile sorriso, a simulare una decisione risoluta, dopo la quale nulla sarà mai più come prima.
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