        Shanghai ha inaugurato la serie di gare Sprint, le sei garette del sabato che accompagneranno il mondiale 2024. Alla vigilia del GP di Cina, con tempistiche insolitamente anticipate, FIA e F1 hanno diramato anche il calendario 2025, sempre su 24 appuntamenti e in larghissima parte confermati nella loro collocazione. I piloti da tempo parlano di un limite di sostenibilit&agrave; gi&agrave; ampiamente raggiunto e difficile da sostenere. Non solo e non tanto per chi si trova a dover "solo" girare in monoposto ma per tutti io componenti del team che sui campi di gara arrivano molto prima dei piloti e ripartono ben oltre la conclusione del GP. 24 GP sono il numero giusto di gare Stefano Domenicali in pi&ugrave; occasioni ha confermato come l'equilibrio attuale e dei prossimi anni sar&agrave; su un calendario da 24 GP pi&ugrave; le gare Sprint.&nbsp; L'editoriale del Direttore: Ferrari, un week end gi&ugrave; dal podio tra F.1 e WEC "Penso che 24 sia un numero ottimale con gli eventi che abbiamo finora", ha commentato in Cina. "La buona notizia di quest'anno &egrave; che mi sono assunto come una specie di responsabilit&agrave;, verso i team e i promotori, di annunciare il calendario molto prima di quanto facessimo normalmente, in modo che tutti siano pronti. Naturalmente &egrave; stato fatto un altro passo verso la regionalizzare il calendario. Non possiamo farlo completamente, ma credo che abbiamo fatto un passo giusto, quindi sono molto contento". Guidare in F1 non &egrave; un obbligo Ai piloti che hanno sollevato il tema di un numero eccessivo di gare in una stagione, Domenicali ha replicato: "Parlo con loro e se vuoi guidare puoi farlo tutti i giorni. Se non vuoi guidare in Formula 1, non sei obbligato a farlo. &Egrave; una questione di rispetto per i tifosi. Vogliono vederli correre ed &egrave; una responsabilit&agrave; che, ancora una volta, abbiamo verso tutti i nostri fan, i nostri partner, promotori, sponsor, emittenti televisive, verso tutti. &Egrave; la magia dello sport in cui viviamo, perch&eacute; abbiamo bisogno di eroi che si divertano in quello che fanno. E sono sicuro che loro si stiano divertendo".       

I piloti da tempo sottolineano come il numero di Gran Premi sia giunto al limite della sostenibilit&agrave;. Domenicali replica con gli impegni della F1 verso i tifosi (e non solo) e della scelta di esserci da parte dei piloti

Troppe gare in calendario? Domenicali: "Non è obbligatorio correre in F1"

        "La sua leadership della Formula 1 sta danneggiando la reputazione di questo sport, poich&eacute; rifiuta di impegnarsi sui problemi intorno alla Formula 1 e i diritti umani". Paul Scriven &egrave; un deputato inglese della Camera dei Lord e i toni con i quali si rivolge a Stefano Domenicali non sono esattamente dei pi&ugrave; concilianti. L'accusa arriva nel corso di un dibattito alla Camera dei Lord sul tema dello sportwashing. Ovvero: Stati che investono ingenti somme di denaro per ospitare o sponsorizzare eventi sportivi, con l'obiettivo di "ripulire" l'immagine globale che si ha delle varie realt&agrave; locali. Spesso, non esattamente dei campioni di democrazia e rispetto dei diritti. Dittature vere e proprie, regni, democrature. Susie Wolff denuncia la FIA, Hamilton: "Non ho mai sostenuto Ben Sulayem" F1, i soldi del Bahrain e il rispetto dei diritti Il parlamentare inglese, vicepresidente anche della commissione sulla Democrazia e i diritti umani nell'area del Golfo, non risparmia dalle accuse Domenicali, a.d. della Formula 1, accusandolo di "arroganza, assenza di professionalit&agrave; e disimpegno. Pensa di poter ricevere esclusivamente i 574 milioni di sterline riportati dalle autorit&agrave; del Bahrain fino al 2036 per rendere lui e la sua organizzazione pi&ugrave; ricchi, senza avere nulla a che fare con i veri problemi che il suo sport sta aiutando a nascondere in Bahrain", le dichiarazioni riportate da motorsport.com e rese durante il dibattito presso la Camera alta del parlamento. Sport e diritti, un cortocircuito non nuovo L'attacco &egrave; frontale e dimentica una serie di passaggi storici, che interessano la Formula 1 e la presenza nello specifico in Bahrain (radicata da oltre 20 anni), dove il campionato arriv&ograve; grazie a Bernie Ecclestone. Contro le violazioni dei diritti umani e civili, in Bahrain gli attivisti locali manifestarono nel 2011, 2012 e 2013, criticando la stessa Formula 1, mentre sullo sfondo si preparava il GP. Violazioni dei diritti ribadite nel 2023, con i manifestanti in prossimit&agrave; del circuito arrestati e minacciati. Alla Formula 1, come altri sport globali, si muovono critiche e si caricano responsabilit&agrave; sociali e politiche che, semplicemente, i business sportivi non possono assolvere fino in fondo.&nbsp; L'impegno della F1 con i promoter La Formula 1 ha replicato a motorsport.com, sugli attacchi mossi da Scriven, segnalando come "per decenni la F1 abbia lavorato duramente per essere una forza positiva ovunque andasse a gareggiare, compresi i benefici economici, sociali e culturali. Sport come la Formula 1 hanno una posizione unica per attraversare confini e culture, per avvicinare paesi e comunit&agrave;, affinch&eacute; condividano la passione e l'entusiasmo per l'incredibile competizione e i risultati raggiunti.&nbsp; Ci assumiamo le nostre responsabilit&agrave; sui diritti in modo molto serio e fissiamo elevati standard etici - sanciti nei contratti - per le controparti e quanti sono nella nostra catena di valore e prestiamo una stretta attenzione al loro rispetto". GP di Las Vegas, Ben Sulayem: "Avrei potuto dire no"       

Il deputato inglese accusa la Formula 1 e il suo a.d. di assecondare lo sportwashing e disimpegnarsi dai problemi sulla violazione dei diritti presente in Stati come il Bahrain

Formula 1, diritti umani e sportwashing: Scriven attacca Domenicali

Da un quasi &quot;lascia&quot; a un possibile &quot;raddoppia&quot;, &egrave; curiosa la parabola seguita dal Gran Premio di Spagna. &Egrave; e rester&agrave; a Barcellona fino al 2025, poi spazio al Gran Premio che si correr&agrave; a Madrid, dal 2026 e fino al 2035. Dentro una, fuori l&#39;altra?  I termini sono in realt&agrave; altri e Stefano Domenicali ne ha parlato apertamente: &quot;A scanso di equivoci, essere a Madrid non esclude il fatto che potremmo restare a Barcellona&quot;. In quale forma? Magari con un Gran Premio della Comunitat Catalana?&nbsp;  Con Sainz e Alonso &egrave; tornata la voglia di F1  La popolarit&agrave; odierna della Formula 1 &egrave; ai massimi storici, dopo aver superato gli anni critici dell&#39;addio di Alonso e di un Carlos Sainz ancora limitato all&#39;ambiente Toro Rosso. Oggi, Alonso corre al vertice, Sainz &egrave; in grado di vincere delle gare. Ce n&#39;&egrave; abbastanza per catalizzare l&#39;attenzione del pubblico iberico.  Sterzi a parte: Sainz incita l&rsquo;Uomo a non arrendersi mai!  &quot;&Egrave; importante partire da Carlos per fare un collegamento con quella che &egrave; la passione per la Formula 1. Stiamo vivendo un periodo incredibile, dove la voglia di F1, del nostro sport, &egrave; eccezionale&quot;, ha dichiarato Stefano Domenicali alla presentazione del GP di Spagna a Madrid.&nbsp;  &quot;Oggi come non mai abbiamo richieste, perch&eacute; la F1 non &egrave; solo spettacolo, &egrave; qualcosa che lega la gente per esperienze uniche, dove tecnologia, competizione, voglia di vincere, ci portano ad avere una piattaforma mondiale come mai.   Let&rsquo;s go racing in Madrid!  Say hello to the brand-new circuit built around the @IFEMA Exhibition Centre ?#F1 pic.twitter.com/klysY8HAiT &mdash; Formula 1 (@F1) January 23, 2024    La risposta della Spagna &egrave; oggi incredibile, viviamo un momento unico in questo paese, grazie a Carlos Jr, grazie a Fernando - e questo sar&agrave; un altro stimolo per continuare ed essere forte nel prossimo futuro -: &egrave; importante vivere questo momento per far capire a tutto il mondo come oggi la F1 in Spagna sia uno sport molto, molto importante&quot;.  L&#39;editoriale del Direttore: Sainz nella leggenda  La candidatura di Madrid complementare a Barcellona  Ancora sul dualismo Madrid-Barcellona, Domenicali ha commentato: &quot;Ricordo il primo incontro con Jose Vicente, quando disse che Madrid voleva proporre un progetto complementare a quello che la F1 fa a Barcellona.&nbsp; Quando abbiamo visto questo progetto siamo rimasti colpiti dalla diversit&agrave; e complementariet&agrave; dei valori importanti per F1: tech, sostenibilit&agrave;, attenzione ai tifosi&quot;.  Restano tutti aperti gli scenari futuri: da una duplice presenza di Madrid e Barcellona in calendario a un appuntamento - sotto diverse insegne - da ospitare a stagioni alterne al Montmelo, ferma restando la cadenza annuale del GP di Spagna a Madrid. 

L&#39;annuncio della gara di Madrid, dal 2026, non &egrave; un&#39;esclusione automatica del Circuit del Montmelo a Barcellona. Potrebbero nascere le condizioni perch&eacute; la F1 continui anche in Catalunya

GP di Spagna a Madrid, Domenicali: &quot;Progetto complementare a Barcellona&quot;

Credibilit&agrave;. In un termine, Stefano Domenicali, riassume la posta in gioco nell&#39;esercizio dei ruoli tra FOG e FIA, ovvero, tra chi detiene i diritti commerciali della Formula 1 e chi ne &egrave; l&#39;ente di governo.  L&#39;ultima uscita sui Wolff, firmata dalla FIA di Ben Sulayem, ha sollevato l&#39;ennesimo polverone che ha portato, semmai ve ne fosse ancora bisogno, a distinguere chiaramente in due parti il campo: FIA da un lato, squadre e FOG dall&#39;altro.&nbsp;  Serve gestire la frattura, per evitare che il giocattolo Formula 1 si rompa. Giocattolo che &egrave; un business oggi su valori di Borsa inferiori ai massimi storici. Vale 64 dollari ad azione la F1 FWONK, distante dai 74 dollari di valutazione pi&ugrave; alta. Ma non &egrave; solo la valutazione finanziaria a rappresentare il business.    Quanto vale la Formula 1?  &quot;La valutazione della F1 la puoi determinare sotto vari aspetti. C&#39;&egrave; la valutazione della societ&agrave; in Borsa, puramente economica. C&#39;&egrave; una valutazione al business collegato alla nostra piattaforma, con tutti partner di altissimo livello che investono, con le squadre, con noi&quot;, commenta Stefano Domenicali a La Politica nel Pallone, su Rai Radio 1.&nbsp;  &quot;C&#39;&egrave; da considerare anche la crescita di ascoltatori e di chi segue, che &egrave; straordinaria. La vera sfida oggi &egrave; quantificare questa crescita - sembra uno scherzo ma non lo &egrave; -; valutare l&#39;impatto che i social, la ramificazione dei collegamenti che le nuove tecnologie ci permettono di avere. Dare un dato oggettivo &egrave; molto difficile: sicuramente la valutazione &egrave; molto alta e dobbiamo pensare come mantenere e migliorare questa base&quot;.  FIA-F1 competenze diversificate  Pi&ugrave; nel dettaglio della recente posizione della FIA, l&#39;annuncio dell&#39;avvio e l&#39;annuncio la chiusura nell&#39;arco di 48 ore di un&#39;investigazione per potenziale conflitto di interessi in capo a Toto e Susie Wolff, Domenicali sottolinea la necessit&agrave; di avere una chiara divisione dei poteri. &quot;Credo che pi&ugrave; la F1 cresce, pi&ugrave; la differenziazione tra FIA e F1 venga ad avere una rilevanza sempre minore. Dobbiamo parlare di una piattaforma sportiva che ha bisogno di una diversificazione delle competenze, che devono essere chiare: ognuno deve farsi un esame di coscienza per fare meglio il proprio lavoro.&nbsp;  In questo momento abbiamo bisogno di una Federazione che l&#39;esame deve farlo nella maniera giusta.&nbsp;  Abbiamo la fortuna di poter fare questo lavoro perch&eacute; ci sono Federazioni (ASN, autorit&agrave; sportive nazionali; ndr) in giro per il mondo straordinarie, abbiamo - e non potremmo fare a meno - dei commissari di percorso e quanti lavorano con passione: senza il loro lavoro vitale non potremmo svolgere il nostro lavoro.  &Egrave; chiaro che certi atteggiamenti non vanno fatti e questo &egrave; un tema sul quale dovremo costruire in modo costruttivo, com&#39;&egrave; nel mio stile, perch&eacute; qui ci giochiamo la credibilit&agrave; di quello che sta diventando sempre pi&ugrave; grande&quot;.  Vasseur, sar&agrave; una Ferrari 2024 diversa al 95% 

L&#39;a.d. della F1 commenta l&#39;ultima uscita della Federazione e sottolinea l&#39;importanza per lo sport - in crescita globale - di rispettare la diversificazione delle competenze. In sintesi: meno ingerenze

Domenicali: la F1 si gioca la credibilit&agrave;, FIA faccia esame di coscienza

Tre mesi di speranze, prima della verifica della pista. Sono quelli che separano Abu Dhabi, l&#39;ultimo Gran Premio stagionale, dai test in Bahrain e la ripartenza del campionato.&nbsp;  Speranza che il 2024 porti una maggiore contendibilit&agrave; della vittoria a Max Verstappen e Red Bull. Speranza che a Milton Keynes non compiano un altro balzo in avanti e, al tempo stesso, la speranza che Ferrari, Mercedes, McLaren e Aston Martin sappiano recuperare terreno.&nbsp;  La filosofia progettuale delle macchine 2024 &egrave; da tempo definita, i prossimi, canonici, passi del lavoro in fabbrica porteranno all&#39;avvio della produzione dei componenti e del telaio, alla sua omologazione e alla rituale accensione della power unit. Il tempo, tra dicembre e gennaio. Intorno ai concetti di fondo, profondamente rivisti nel caso di Ferrari e Mercedes, si svilupper&agrave; fino al limite del debutto in pista in Bahrain.  GP Abu Dhabi, le pagelle  Domenicali: recuperare si pu&ograve;  &quot;A chi dice che con il budget cap non puoi sviluppare la macchina, risponderei con l&#39;esempio della McLaren, che ha dimostrato come non sia cos&igrave;&quot;, rilancia Stefano Domenicali, lo scorso week end ad Abu Dhabi e con un occhio rivolto al 2024.  Nella Formula 1 dei record di pubblico e dell&#39;espansione statunitense, una maggior incertezza al vertice &egrave; il necessario &quot;dettaglio&quot; che ancora manca.  Red Bull verr&agrave; ridimensionata sul passo gara?  &nbsp;&quot;In qualifica - e si &egrave; visto sabato con 20 macchine in meno di un secondo -, sono molto, molto vicini. Chiaramente sul passo gara &egrave; diverso e credo che sar&agrave; questa l&#39;area pi&ugrave; importante sulla quale vedremo una differenza il prossimo anno rispetto a questa stagione&quot;.  Red Bull non ha avuto, mediamente, avversari nel ritmo gara espresso quest&#39;anno. Pochissime le occasioni dove &egrave; parsa meno inarrivabile agli avversari. Tuttavia, anche la RB19, parola di Max Verstappen, non &egrave; esente dal poter migliorare in esercizi specifici: velocit&agrave; pura in qualifica, passaggi sui cordoli, prestazioni sui circuiti cittadini sono gli indizi sottolineati da Verstappen.  Domenicali confida in una riduzione dei distacchi, &egrave; l&#39;augurio di tutti. &quot;Penso di s&igrave;, ci sar&agrave; una lotta pi&ugrave; ravvicinata. Anche se a me non piace parlare, perch&eacute; c&#39;&egrave; tanta gente che parla e poi viene smentita. Sono certo che sia l&#39;obiettivo di tutte le squadre, provare a dimostrare il livello delle loro capacit&agrave; ingegneristiche, delle loro competenze e capacit&agrave; di migliorare&quot;.&nbsp;   

Vale come auspicio la previsione di Stefano Domenicali, di una Formula 1 con distacchi inferiori nel ritmo gara tra Red Bull e i rivali diretti: &quot;Anche col budget cap si pu&ograve; recuperare&quot;

Domenicali: sar&agrave; un 2024 pi&ugrave; combattuto con meno differenze sul passo gara

        Quando nel 2014 furono introdotti in F1 le power unit ibride, gran parte del pubblico rimase profondamente deluso dal rumore prodotto dai nuovi turbo V6, niente a che vedere con i vecchi aspirati. Dopo anni il rombo dei vari V12, V10 o V8 ancora si fa rimpiangere ma Stefano Domenicali promette un'attenzione particolare al suono per i propulsori che debutteranno in F1 nel 2026. Pu 2026, Audi al lavoro: individuato il pilota di sviluppo  No ai suoni della Formula E Parlando a 3AW, stazione radio australiana, il presidente e amministratore delegato della Formula 1 ha affrontato l'argomento del rombo dei motori: "L'intenzione &egrave; quella di assicurarci che nel nuovo regolamento il rumore del motore sia maggiore, perch&eacute; &egrave; un qualcosa che fa parte dell'emozione legata alle corse. E' un aspetto al quale i nostri tifosi tengono davvero ed &egrave; nostro dovere impegnarci su questo tema. Non passeremo assolutamente a motorizzazioni ancora pi&ugrave; silenziose come nella Formula E. Dobbiamo avere un rombo diverso, che sia musica per le orecchie. Avevamo il 12 cilindri, con una frequenza diversa ed un rumore molto forte, poi siamo passati ai 10, agli 8 e infine ai 6, ma non caleranno di nuovo. Siamo in una situazione diversa, abbiamo i motori ibridi e resteranno ibridi per il futuro".  Domenicali ha dunque confermato che, pur restando ibride, per le power unit del 2026 si lavorer&agrave; sul rombo del motore. Quest'ultimo, lo ricordiamo, manterr&agrave; l'architettura del 6 cilindri turbo e vedr&agrave; un aumento dell'energia cinetica trasmessa dall'MGU-K, a discapito dell'MGU-H&nbsp;(il recupero dell'energia termica) che verr&agrave; rimosso.       

Il presidente e AD della Formula 1 ha ammesso che verr&agrave; posta un'attenzione particolare al rombo delle Pu che debuterranno nel 2026, per riavvicinare i suono prodotti dalla vettura ai fasti del passato

Domenicali: "Motori 2026, vogliamo più rumore"

        Punta sul 24, una sorta di numero perfetto di gare in calendario, la Formula 1. Un obiettivo di appuntamenti in stagione che dovrebbe concretizzarsi con il calendario 2024, dopo le defezioni causa Covid della Cina negli ultimi anni, dopo l'imprevedibile annullamento della gara di Imola per le note vicende tragiche dell'alluvione in Emilia Romagna. Stefano Domenicali conferma il numero di appuntamenti, nei giorni che sono dei rumours legati al rinnovo a un passo del GP del Belgio e delle speranze tramontate per il Sudafrica di ospitare il mondiale. L&rsquo;editoriale del Direttore: Ferrari, orgoglio italiano Un calendario stabile nel numero di GP "24 GP &egrave; il numero che puntavamo a disputare quest'anno ma per i motivi che ben conoscete non ci siamo riusciti. Quello che vogliamo fare per il prossimo anno &egrave;, ancora, 24 gare: penso sia il numero giusto, quello richiesto dal mercato. Direi che rappresenta il giusto equilibrio con la complessit&agrave; delle operazioni logistiche delle persone che in F1 ci lavorano. &Egrave; un numero di gare che dovremmo puntare a correre per un lungo e stabile periodo", cos&igrave; l'a.d. della Formula 1. La logica dell'alternanza tra Gran Premi Sar&agrave; una sorta di numero chiuso all'interno del quale chi organizza un GP dovr&agrave; provare a tenerselo stretto e, chi ha voglia di Formula 1, prover&agrave; a inserirsi. Il tema economico non sar&agrave; quello esclusivo n&egrave; sufficiente, poich&eacute; altro conter&agrave; nelle discussioni di rinnovo di sedi anche storiche e nell'ammissione di nuovi circuiti. "Oggi abbiamo un calendario globale, penso che in Europa, anche in futuro, vedremo gare dove il principio della rotazione potrebbe essere applicato", anticipa Domenicali. L'idea di un paese che organizza due GP vede l'Italia in una posizione di privilegio, che tale rester&agrave; fino al 2025-2026, con l'appuntamento di Imola - accanto a Monza - destinato a essere recuperato con un'estensione al 2026 del contratto in scadenza.&nbsp; Barcellona-Madrid, ne rester&agrave; una sola Quanto alla posizione della Spagna, il derby Barcellona-Madrid dovr&agrave; risolversi in un solo appuntamento in calendario. La logica dell'alternanza potrebbe trovare spazio nel paese iberico.&nbsp; "&Egrave; vero che Madrid vuole ospitare una gara in futuro e finora non &egrave; stata presa una decisione. &Egrave; un altro, grandioso, segno dello stato di salute della Formula 1. Ricordiamoci che abbiamo ancora degli anni di contratto con Barcellona e siamo molto, molto contenti del modo in cui stanno gestendo il futuro. L'interesse mostrato da Madrid li ha aiutati a reagire, spingere per il miglioramento necessario a ogni livello", commenta Domenicali, non senza dedicare un passaggio alla tutela dei Gran Premi storici. Circuiti storici si aggiornino per non diventare vecchi "Mi viene da ridere quando sento la gente dire che la Formula 1 non sta rispettando le sue gare storiche. &Egrave; assolutamente l'opposto. Ho sempre detto come la parola 'storiche' comporti una grande responsabilit&agrave;: storico non pu&ograve; essere visto come un posto vecchio e fuori moda. Non &egrave; storico, &egrave; vecchio. Vogliamo sfruttare questo momento incredibile di crescita della F1 perch&eacute; tutti facciano le cose giuste. Si tratta di capire che il mondo si sta evolvendo". Un'evoluzione che, dalle analisi condotte dalla Formula 1 tratteggia un panorama diversissimo dal passato per il pubblico avvicinato alla categoria.&nbsp; "Potreste restare scioccati ma c'&egrave; una certa generazione di nuovi tifosi o persone che amano la F1 oggi e non hanno idea di quale pilota ci fosse 5 anni fa, non 55. Non hanno idea di certi elementi tecnici di quanto stiamo facendo: sarebbe sbagliato non riconoscere questi elementi. Non dico che abbiano ragione ma va capita la necessit&agrave; del giusto equilibrio delle cose storiche da prendere per assumere le decisioni corrette future. Le gare storiche faranno sempre parte del calendario ma per alcune di loro serve riconoscere un cambiamento di passo che devono attuare, lavorando, ad esempio, sulle infrastrutture". Ferrari 499P, la regina di Le Mans al microscopio       

I circuiti storici devono aggiornarsi per non diventare "vecchi" in una F1 che sempre pi&ugrave; avvicina un pubblico "che non conosce i piloti di 5 anni fa, figurarsi di 55 anni fa"

Calendario F1: Domenicali tra numero di GP, rotazione e gare storiche

        L'idea di fondo, al di l&agrave; dell'elemento sportivo, tecnico, del confronto tra piloti, &egrave; che ogni chilometro percorso da una Formula 1 debba, in qualche modo, generare idealmente un dollaro. L'intera torta diventa il "pranzo e cena" di un business che deve pure alimentare se stesso, ovvero, 10 squadre e gli azionisti che si ritrovano con un valore stabilmente ai massimi storici della F1 dalla sua quotazione. In quest'equazione e visione si inseriscono le scelte come le gare Sprint e i ritocchi a un format di Gran Premio che &nbsp;gli appassionati dal palato pi&ugrave; raffinato e fedeli alla tradizione poco hanno digerito. Sterzi a parte: Il Gp c&rsquo;&egrave; stato e ha vinto Tsunoda Le critiche non sono mancate, anche se via via sono sempre meno, da parte dei piloti. Max Verstappen &egrave; tra quanti si &egrave; interrogato sulla direzione seguita dalla F1.&nbsp; Il business e le critiche Considerazioni alle quali Stefano Domenicali - che con Verstappen si &egrave; confrontato prima della gara di Miami - replica da responsabile dell'intero business F1, degli aspetti strettamente commerciali nei quali si inserisce la logica delle gare Sprint e non solo. "Non voglio una societ&agrave; nella quale le persone non possano dire ci&ograve; che vogliono. Per&ograve;, a volte i piloti devono ricordarsi che fanno parte di un quadro pi&ugrave; ampio. Non dobbiamo essere egoisti", spiega in una lunga intervista al Daily Mail. "Fanno parte di questo sport e di questo business, che cresce perch&eacute; stiamo pensando in grande. A volte non &egrave; facile stare fuori dalla nostra comfort zone ma non possiamo essere n&eacute; pigri n&eacute; adagiarci, cos&igrave; come potremo rivedere alcune specifiche del format di week end sprint a fine stagione, una volta che avremo provato le 6 occasioni previste". I costi della F1 e il valore da generare Se dalla prospettiva Liberty Media, che opera come qualsiasi grande corporate con l'obiettivo di aumentare il valore per l'azionista, l'incremento del business F1 deve esplorare ogni area e coinvolgere quanto pi&ugrave; pubblico possibile, sembra non esserci uguale attenzione al tema sportivo. I test sono banditi da lustri, lo sviluppo passa tutto da ambienti virtuali e le opportunit&agrave; di recuperare grandi distacchi in corso di campionato sono praticamente nulle.&nbsp; Domenicali, nel sostenere l'azione di Liberty Media sulla F1 e l'utilit&agrave; di una seria di gare Sprint, prosegue: "C'&egrave; un nuovo pubblico e il bisogno di garantire un rapporto costi-benefici a ogni sessione, non gi&agrave; lasciare tutti girare in tondo al solo vantaggio di ingegneri e piloti".       

L'a.d. della F1 registra le critiche al format Sprint, ricorda ai piloti come facciano parte del business e la necessit&agrave; che ogni km di una F1 generi un valore in rapporto a quanto pagato

Domenicali, le critiche dei piloti e il valore di ogni sessione

        Dopo Ferrari, anche la Formula 1 ha annunciato che effettuer&agrave; una importante donazione ai territori italiani colpiti dalle alluvioni in questi giorni. Ammonta a un milione di euro la somma che la F1 devolver&agrave; all'Agenzia per la sicurezza territoriale e alla Protezione Civile, e che servir&agrave; per affrontare l'emergenza nelle aree pi&ugrave; duramente colpite. "I miei pensieri, a nome dell'intera comunit&agrave; della Formula 1, vanno a tutte le persone colpite e vogliamo ringraziare i servizi di emergenza per il loro incredibile lavoro" ha dichiarato Stefano Domenicali, CEO della Formula 1 e imolese di nascita. Tsunoda al lavoro, a Faenza aiuta a ripulire le strade dal fango Il messaggio di Domenicali alle popolazioni colpite Ieri era stata Ferrari ad annunciare la donazione di un milione di euro per affrontare l'emergenza maltempo nella regione Emilia Romagna. Oggi, proprio nel giorno in cui il week end del GP di Imola avrebbe dovuto prendere il via con le prime due sessioni di prove libere, &egrave; la Formula 1 stessa a comunicare che effettuer&agrave; una donazione della medesima cifra a beneficio dell'Agenzia per la sicurezza territoriale e alla Protezione Civile. &ldquo;Sono nato e cresciuto nelle meravigliose terre dell'Emilia Romagna, un luogo che sta vivendo alcuni dei momenti pi&ugrave; tristi della sua storia &ndash; ha spiegato Stefano Domenicali, presidente e CEO della F1 - La situazione che devono affrontare le comunit&agrave; della regione &egrave; terribile, ma so che la resilienza e la passione delle persone della regione, come tante in tutta Italia, prevarranno durante questa crisi. Dobbiamo fare tutto il possibile per sostenerli in questo momento difficile ed &egrave; per questo che stiamo donando per aiutare a sostenere i soccorsi sul campo&rdquo; ha aggiunto il manager italiano. La Formula 1 ha poi rilanciato la raccolta fondi avviata dalle autorit&agrave; per l'emergenza alluvione. Le donazioni possono essere effettuate tramite questo sito. GP Imola, come chiedere il rimborso dei biglietti       

Domenicali: "La resilienza e la passione delle persone della regione, come tante in tutta Italia, prevarranno durante questa crisi"

Emilia Romagna, la Formula 1 dona un milione per l'emergenza alluvione

        La priorit&agrave; va necessariamente al territorio, gravemente colpito dal maltempo che, a distanza di due settimane, &egrave; tornato a causare gravi danni in molte zone dell'Emilia Romagna. Stefano Domenicali parla da a.d. della Formula 1 e parla da imolese, nel raccontare una decisione maturata di comune accordo con le autorit&agrave;: l'annullamento del GP dell'Emilia Romagna a Imola. Sono le ore in cui tutti gli abitanti, i soccorritori, si rimboccano le maniche per provare a ricostruire una normalit&agrave;, in uno scenario che, ricordiamo, registra anche diverse vittime causate dal maltempo e dalle esondazioni dei fiumi. Il supporto della F1 sar&agrave; concreto Anticipa l'impegno della Formula 1 a dare un contributo concreto al territorio, "faremo una raccolta fondi che vedr&agrave; coinvolti tutti quanti, per darli alla regione ma anche alla scuderia Alphatauri, dove alcuni ragazzi sono rimasti senza niente", dice Domenicali a Sky Sport. Sull'annullamento del Gran Premio, "abbiamo fatto la cosa giusta per il rispetto della gente, per la comunit&agrave; della F1, per quella che sta soffrendo. Cercheremo di dare il nostro contributo come F1 a chi sta soffrendo tanto. Sono decisioni difficili che in certe situazioni bisogna prendere. Credo sia abbastanza logico dare la priorit&agrave; a quello che sta succedendo in Emilia Romagna. La situazione &egrave; davvero difficile, la priorit&agrave; &egrave; sui servizi di emergenza. Le popolazioni stanno davvero soffrendo, solo quando ti trovi in mezzo capisci cosa voglia dire una tragedia come questa.&nbsp; Sono arrivato ieri sera e non c'erano altre alternative. &Egrave; un tema di rispetto e anche dell'enorme complessit&agrave; dell'organizzazione di un evento come questo. La pista probabilmente sarebbe state nelle condizioni di essere percorribile ma il contesto &egrave; molto pi&ugrave; grande. Ci dispiace per i tifosi italiani, imolesi, che sono cos&igrave; appassionati. Cercheremo di trovare la soluzione giusta". La soluzione di un recupero nel 2026 Un recupero del Gran Premio quest'anno non &egrave; una soluzione contemplata, a sentire Domenicali. Gi&agrave; il presidente dell'ACI, Sticchi Damiani, nel dare notizia dell'annullamento del GP dell'Emilia Romagna, spostava l'orizzonte a un 2026 che vorrebbe dire prolungamento del contratto in scadenza di Imola con l'edizione 2025, nell'accordo siglato due stagioni fa.&nbsp; "Visto il calendario cos&igrave; serrato sar&agrave; difficile pensare di recuperare quest'anno. Abbiamo un impegno morale verso chi ha lavorato tanto, il promotore ha fatto un lavoro incredibile",commenta Domenicali. Sulla proroga al 2026, "potrebbe essere una soluzione, nel rispetto di quello che ha fatto questo territorio. Ne discuteremo nelle prossime settimane ed &egrave; un'opzione assolutamente sul tavolo".&nbsp;       

La decisione di annullare il GP dell'Emilia Romagna era l'unica soluzione possibile nel contesto in cui la F1 si sarebbe trovata a operare. La proroga del contratto al 2026 &egrave; una possibilit&agrave;

GP Imola annullato, Domenicali: F1 darà il suo contributo al territorio

        La Formula 1 che guarda al prossimo futuro valuta quale sia l'equilibrio ottimale di GP e gare Sprint in calendario. Un terzo del totale, immagina Stefano Domenicali, il che vorrebbe dire arrivare anche a 7-8 eventi in una stagione da 23-24 GP. Poi c'&egrave; l'ampliamento della presenza globale, con indicazioni di un possibile ritorno in Corea del Sud, oltre all'obiettivo di riportare il mondiale nel continente africano. Accanto agli scenari tutti da verificare c'&egrave; un'attualit&agrave; che vede tre fattori centrali. Red Bull domina senza una reale concorrenza. Ferrari e Mercedes sono sul punto di fornire una risposta definitiva circa le possibilit&agrave; di recupero in questo campionato, con gli sviluppi in arrivo tra Imola e Barcellona. Da ultimo, il cambio di materiali annunciato da Pirelli e la verifica delle eventuali ripercussioni sulle prestazioni, sebbene sia un elemento smentito dal gommista. Ci vediamo da Mario: Costruttori, classe quasi estinta In questo quadro d'insieme, Stefano Domenicali ha partecipato all'annuale incontro del Financial Times, Future of the Car. Tra stile della leadership, punti cruciali della crescita globale del business Formula 1, c'&egrave; stato anche il tempo di una valutazione della stagione sportiva in corso.  Livellamento affidato alle regole finanziarie Red Bull avrebbe dovuto soffrire per la penalizzazione inflitta a seguito dello sforamento del budget cap. Al momento, cos&igrave; non &egrave; stato. "Dobbiamo dire la verit&agrave;, quest'anno Red Bull ha fatto un lavoro migliore degli altri: &egrave; un dato di fatto. Sarebbe per&ograve; imprudente dire che il campionato &egrave; finito", riconosce l'a.d. della F1.&nbsp; Una condizione sulla quale Domenicali sottolinea come non ci sia l'intenzione di intervenire. Un timore rilanciato ciclicamente dall'ambiente Red Bull, quello di pressioni dei team rivali per interventi che ridimensionino la superiorit&agrave; della RB19. "Non possiamo intervenire sulle prestazioni delle squadre, sono certo che quanto &egrave; stato fatto con i regolamenti finanziari aiuter&agrave; a ridurre il divario sul lato tecnico".       

L'a.d. della Formula 1 riconosce a Red Bull di aver lavorato meglio nel prepararsi al mondiale in corso ed esclude interventi che limitino la supremazia del team

Dominio Red Bull, Domenicali: non possiamo intervenire

        Aprile, tempo di confronti con gli investitori, di presentazione dei risultati finanziari, poi dei conti trimestrali. Tutte cose che, con lo sport, c'entrano poco. Business, piuttosto. Liberty Media si presenta agli azionisti (a maggio i risultati del Q1 2023) con un titolo Formula 1 (FWONK) oltre i 74 dollari ad azione, a sfiorare i massimi di un inizio aprile record, a 75 dollari/azione. Si presenta con presenze nei week end di gara oltre i 440 mila tagliandi venduti in Australia (record assoluto).&nbsp; Gode di ottima salute, ragiona dei piani di espansione, comunica che non esistono circuiti "intoccabili" e allude a diritti per l'ingresso nella serie che sono destinati a essere ridiscussi - con le squadre e la FIA altre parti direttamente in causa - e con un corposo ritocco all'ins&ugrave;. In tutto questo scenario ci sarebbero anche lo sport, la competizione, il confronto tecnico e del pilotaggio. Red Bull ha lavorato meglio di chiunque altro, poche storie: &egrave; cos&igrave;.&nbsp;  La noia di un copione noto Il dominio di un team non &egrave; esattamente lo scenario preferito dagli appassionati. Che sia quello Red Bull o Mercedes - per restare agli ultimi 10 anni -, poco cambia: il tifoso pi&ugrave; raffinato conosce bene quale sar&agrave; il copione che lo attende e quali i margini di cambiamento.&nbsp; Stefano Domenicali, a margine di un incontro con gli investitori, al quale ha partecipato anche Greg Maffei, circa l'attuale scenario vissuto dalla F1 sul piano sportivo ha commentato: "Anzitutto, se un team &egrave; pi&ugrave; veloce degli altri, complimenti a loro: hanno fatto un lavoro migliore.&nbsp; L&rsquo;editoriale del direttore: Il tramonto di un&rsquo;epoca Se guardiamo agli altri, &egrave; un gruppo di squadre molto vicine tra loro, molto. Sono fiducioso che, con il budget cap, questa situazione si svilupper&agrave; nel modo migliore e produrr&agrave; una competizione migliore".&nbsp; Il livellamento del budget cap funziona? I dubbi sono legittimi, poich&eacute; se c'&egrave; una certezza che il regime del budget cap ha fornito - insieme alle limitazioni assolute di test, da decenni ormai realt&agrave; -, &egrave; l'estrema difficolt&agrave; nell'erodere un vantaggio ampio durante una stagione. Ecco, il business Formula 1, quello che guarda al "nuovo pubblico" da coinvolgere - come se quello "vecchio" sia per forza da sostituire o da scontentare almeno un po' (tra una Sprint e utilizzi creativi di VSC prima e di bandiere rosse poi) - che guarda ai nuovi mercati, all'intrattenimento che richiede a un impegno diretto agli stessi promoter del GP, il dominio di un team lo ridimensiona a fattore secondario. Red Bull domina e ai nuovi tifosi non interessa "Quello che &egrave; interessante registrare, sui nuovi mercati dove entra un nuovo pubblico, &egrave; il fatto che il dominio Red Bull non sia davvero un fattore importante.&nbsp; Vedere una macchina dominare, crea un livello di minore interesse soprattutto nei tifosi assidui. Per i nuovi mercati, per i nuovi tifosi che stanno entrando nel business, non &egrave; davvero qualcosa di molto importante. Per noi &egrave; importante, vogliamo assicurarci che vi sia una grande competizione nell'ecosistema Formula 1. Per&ograve;, oggi direi che se guardo al mercato nel quale stiamo crescendo, questo fattore non &egrave; pi&ugrave; cos&igrave; rilevante quanto si potrebbe pensare", ha analizzato Domenicali. "Nelle prime tre gare Red Bull &egrave; stata molto competitiva, mi aspetto che gli altri recuperino. Dobbiamo attendere e vedere l'effetto della penalit&agrave; che hanno ricevuto lo scorso anno. Il campionato &egrave; molto lungo e credo che avremo piacevoli sorprese prima della conclusione". La bussola del tifo Inevitabilmente viene da chiedersi cosa sia rilevante, cosa conti, cosa guardi il "nuovo pubblico" della F1. Se il dato della competizione non &egrave; centrale, se non lo &egrave; la tecnica, se manca la sfida vera del pilotaggio, se il ridimensionamento &egrave; continuo intorno a tradizioni e piste storiche, allora l'interesse finisce con l'essere dirottato tutto verso una "formula Netflix" assai discutibile, dove conta l'engagement digitale (termine orribile) e la "notizia" diventa il listino prezzi di un week end a Las Vegas.       

Al pubblico pi&ugrave; "raffinato" e assiduo della F1 i dom&igrave;ni indisturbati danno il tormento di un copione gi&agrave; scritto. Qualcosa che per il tifo "nuovo", sui nuovi mercati, finisce per essere in secondo piano

Dominio Red Bull? Domenicali: ai nuovi tifosi non importa

        La Formula 1 potrebbe sperimentare, gi&agrave; a Baku, dopo un lungo stop di oltre 3 settimane dal GP d'Australia, un nuovo format del week end. In Azerbaijan andr&agrave; in scena la prima gara Sprint della stagione e il programma del venerd&igrave; e del sabato potrebbe subire una modifica sostanziale. Un solo turno di prove libere al venerd&igrave; mattina, seguito dalla sessione di qualifica, valevole per&ograve; per definire la griglia di partenza del GP. Al sabato, al posto della sessione di prove libere - inutile in un regime di parco chiuso, come finora &egrave; avvenuto con le Sprint disputate nel 2021 e 2022 - arriverebbe una qualifica per decidere la griglia di partenza della gara breve del sabato pomeriggio. Domenica, programma invariato con il GP. Sono rumours, idee di riorganizzazione del week end di gara alle quali si lavora. Il pubblico vuole azione e prestazioni Pi&ugrave; in generale, sul format di un GP di Formula 1, Stefano Domenicali ha spiegato l'esigenza di bilanciare tradizione e novit&agrave;, a Melbourne. "Le persone arrivano in pista per vedere la prestazione e pi&ugrave; opportunit&agrave; dai alle squadre e ai piloti di vedere come vanno, meglio &egrave; per lo spettacolo. Al tempo stesso non dobbiamo dimenticarci dei piloti debuttanti, dobbiamo concedergli del tempo per provare. Come sempre nella vita dovr&agrave; esserci un equilibrio", spiega l'a.d. della F1.&nbsp; Parole che arrivano dopo i commenti relativi a una disponibilit&agrave; a ridurre i turni di prove libere, ritenute utili solo ai tecnici, per preparare le monoposto. Idee, peraltro, supportate dai commenti dei piloti all'Albert Park, per i quali tre sessioni di prove libere sono ritenute molto pi&ugrave; di quanto non sia necessario.&nbsp; I nuovi tifosi dall'intrattenimento perenne Domenicali ha approfondito le opzioni sulle quali discute la F1: "Stiamo pensando di avere una sessione nella quale c'&egrave; qualcosa in palio, per il bene dello sport. Insieme ai piloti stiamo pensando e lavorando su quale sia il miglior piano da sperimentare, vedere quale sar&agrave; la reazione e provarlo. Non dovremmo temere di essere aggressivi e provare nuovi format. Non si tratta di mancare di rispetto alla tradizione o al vecchio modo di pensare il week end. Sarebbe sbagliato non pensarci. Non dobbiamo essere timidi. Dobbiamo pensare che ci sono vecchi tifosi, come me, che hanno certe idee su quale dev'essere l'idea del format del week end. Abbiamo, per&ograve;, anche una nuova generazione che sta arrivando e sono pi&ugrave; aggressivi nel chiedere qualcosa di diverso".        

Gi&agrave; in Azerbaijan la Sprint potrebbe registrare una riorganizzazione dell'attivit&agrave; tra venerd&igrave; e sabato. Domenicali spiega la necessit&agrave; di scelte aggressive, per "parlare" ai nuovi tifosi

Domenicali, F1 valuta un nuovo format: "Non dobbiamo essere timidi"

        Molto discutere di business intorno alla Formula 1, che regge la Formula 1, che orienta decisioni come le gare Sprint e l'ampliamento di un calendario fino a 24 gare. Fino a decidere se, per il business, uno o due team validi in pi&ugrave; in griglia, possano essere o meno una cosa buona.&nbsp; Business e spettacolo sembrano essere diventati concetti di rilievo superiore allo sport. Cos&igrave;, se le prove libere non offrono spettacolo, che le si riduca o le si trasformi in qualcosa per cui "valga la pena" girare in pista. Poco male se giri sempre meno in F1 da ormai molti lustri, se non puoi provare salvo che in ambienti virtuali che in pochi, grandi, team possono permettersi di avere sempre pi&ugrave; all'avanguardia.&nbsp; A Melbourne, a ridosso del GP d'Australia, Stefano Domenicali ha preso parte a SportNXT, summit dell'industria sportiva dal quale ha tracciato lo stato di salute, ottimo, in cui versa la Formula 1 business. La metamorfosi della F1 negli USA A partire dal calendario, che vede l'ampliamento della presenza negli USA, in un capovolgimento di prospettiva rispetto a pochi anni fa: "Circa 3 anni fa stavamo valutando anche solo se restare negli Stati Uniti: oggi la F1 ha tre gare l&igrave;. Un tifoso su tre che va ai gran premi &egrave; alla prima esperienza. Una volta conquistati questi tifosi, la grande sfida futura &egrave; attrarli affinch&eacute; restino". Del ruolo di Netflix e della serie Drive to Survive s'&egrave; detto ampiamente per raccontare come la F1 sia stata veicolata a un pubblico nuovo, con strumenti e format da serie tv.&nbsp; Calendario, il giusto equilibrio La geografia del mondiale &egrave; cambiata di conseguenza, arrivando a tre gare negli USA e aprendo all'Arabia Saudita, alle "gare evento". Inevitabilmente, se cambi il pubblico di riferimento, anche il format dei Gran Premi finisce con il doversi adattare ed ecco che emergono le gare Sprint, perch&eacute; su tre giornate di week end di gara &egrave; impensabile che possa esserci un venerd&igrave; di attivit&agrave; esclusivamente rivolta alla preparazione.&nbsp; Sul calendario, i 24 GP odierni - 23 con la defezione del GP di Cina - sono un equilibrio che Domenicali considera corretto per la F1, ma non ha mancato di sottolineare come "gi&agrave; oggi avremmo potuto avere pi&ugrave; di 30, fino anche a 32 gran premi: tutti ne vogliono uno". Alla quantit&agrave; conterebbe anche abbinare la qualit&agrave; dell'appuntamento, l'importanza storica del gareggiare e vincere un determinato GP.&nbsp; Possibile l'arrivo di nuove squadre Se l'ampliamento delle gare &egrave; tema sempre aperto a discussioni e possibilit&agrave;, quello dei concorrenti iscritti passa da ben pi&ugrave; feroci scrutini. Eppure, su un'apertura a un 11&deg; o 12&deg; team, con il processo di raccolta d'interesse avviato dalla FIA prossimo a chiudersi, Domenicali si &egrave; detto possibilista: chi vorr&agrave; entrare in F1 verr&agrave; valutato se sar&agrave; un apporto positivo per lo sport e se sar&agrave; una candidatura forte abbastanza da durare: "Se arriver&agrave; una proposta adeguata potrebbero esserci pi&ugrave; squadre, senza una buona opzione non ci saranno altri team".       

L'a.d. della F1 rassicura sul numero dei GP in calendario, che rester&agrave; sui 24 appuntamenti inizialmente programmati per il 2023

Domenicali, tutti vogliono la F1: "Avremmo potuto avere 30 GP"

        Paradossalmente, lo spunto di discussione pi&ugrave; interessante di questa Formula 1 &egrave; venuto fuori da un weekend del Motomondiale. Stefano Domenicali, nei box delle due ruote a godersi la gara di Portimao, &egrave; stato intercettato dalle telecamere ed ai microfoni si &egrave; lasciato andare ad una frase che ha fatto e sta facendo discutere: "Basta prove libere, servono solo agli ingegneri". Eppure lui c'era, ad Indianapolis 2005. Domenicali: Madrid o Barcellona, ne rester&agrave; una sola Libere benedette Il GP Usa 2005, per i pochi che non lo sanno, &egrave; il famigerato GP in cui partirono solamente sei vetture, nella fattispecie quelle gommate Bridgestone: due Ferrari, due Jordan, due Minardi. Gli altri, i gommati Michelin, fecero il giro d'onore e poi rientrano mestamente ai box per guardare la corsa dai garage. La motivazione fu che, nella lunga sopraelevata verso destra che immette sul rettilineo del traguardo, i carichi verticali erano troppo elevati per i pneumatici francesi, e questo non avrebbe garantito l'integrit&agrave; strutturale del prodotto dopo una manciata di giri. Era l'anno dei cambi gomme vietati, per cui i piloti erano obbligati a percorrere l'intera distanza di gara con un solo treno di gomme: si andava ai box solo per rifornire.&nbsp; Che ci fosse un problema con le gomme francesi fu chiaro, appunto, con le prove libere. Segnatamente, nel corso della seconda sessione, quando sulla Toyota di Ralf Schumacher esplose la posteriore sinistra nella velocissima sopraelevata: impatto tremendo contro il muretto esterno. Da l&igrave;, le analisi dei tecnici Michelin che portarono ad una verit&agrave;: quelle gomme non riuscivano a reggere i carichi dopo alcuni passaggi. Qui non importa entrare nel merito di quella domenica, tra la Michelin che voleva l'aggiunta di una chicane oppure il permesso di effettuare una tantum una corsa con i cambi gomme, suggerimenti che trovarono il muro dei gommati Bridgestone e la risposta negativa della Fia. Qui importa entrare nel merito di quanto quelle prove libere, con il senno di poi, siano state utili per evitare un disastro ancora maggiore nel corso della gara. Immaginiamo, per un attimo, un weekend di quel tipo senza libere (o con una sola sessione appena): senza long run di prova al venerd&igrave;, sarebbe stato impossibile percorrere un chilometraggio adeguato per far venire a galla il problema. Questo, in uno scenario catastrofico, avrebbe fatto iniziare il GP con tutte le macchine al via mettendo a rischio 14 piloti su 20, perch&eacute; sicuramente non ci si sarebbe fermati al primo incidente (scientificamente inevitabile, secondi i dati dei tecnici Michelin). Furono uno stress test a tutti gli effetti, quelle prove libere: e chi dice che anche con le libere si verificarono incidenti nell'edizione del 2004 (sempre con Ralf Schumacher, in una dinamica molto simile), bisogna ricordare che allora si parl&ograve; di detriti che fecero esplodere la gomma, non di guai strutturali. F1 2023: il calendario L'ingegneria in F1 &egrave; un vanto Ora, &egrave; vero che Indy 2005 &egrave; un caso unico nella storia ultra millenaria (nel senso di GP disputati)&nbsp;della F1. Ma visto che la sicurezza ha fatto passi da gigante, sarebbe folle prendersi un rischio del genere. Togliere ad una F1 che ha gi&agrave; abolito i test in stagione anche le prove libere sarebbe come togliere al calcio, oltre che l'allenamento infrasettimanale, anche il riscaldamento pre-partita. Un po' troppo, forse, per una categoria che ha costruito anche sulla tecnica e sull'ingegneria la sua aura dorata. Altrimenti, si rischia di far passare gli ingegneri come persone che al venerd&igrave; si divertono con le loro auto telecomandate e niente pi&ugrave;. E la sofisticazione tecnologica ed ingegneristica per la F1 &egrave; un vanto, non un difetto. Ma per rimanere tale, ha bisogno di essere messa nelle giuste condizioni. Libere: non necessariamente un anti-show Guardiamo in faccia la realt&agrave;: &egrave; vero, il mondo oggi &egrave; cambiato e la richiesta di show &egrave; sempre pi&ugrave; elevata. Questo pu&ograve; significare rivedere il format del fine settimana, con la F1 che lo ha puntualmente fatto nel corso dei decenni, tra warm-up inseriti ed aboliti, format di qualifica diversi e via dicendo. Per&ograve; la F1 oggi scoppia di salute e ad un certo livello di popolarit&agrave; ci &egrave; arrivata mantenendo&nbsp;da sempre delle sessioni di prove libere. E non &egrave; necessariamente vero che le libere siano un freno allo spettacolo, basti vedere quest'anno: la Red Bull pare in condizioni gi&agrave; ottime non appena poggia per terra le ruote. Chi insegue, chi &egrave; in ritardo di prestazione, ha pi&ugrave; bisogno di girare per recuperare il divario. Togliere anche quei 180 minuti di preparazione per qualifiche e gara che ci sono oggi rischierebbe di portare ad uno show ancora pi&ugrave; blando nel caso in cui ci fosse una macchina che parte nettamente davanti, come progettazione o come preparazione al simulatore. Il giocattolo della F1 va in una direzione chiara, si &egrave; messo in moto e non si pu&ograve; fermare. Per dirne una, quest'anno saranno sei le sprint race. Sulla mini-gara del sabato si pu&ograve; discutere, ma si pu&ograve; accettare. Quello che non si pu&ograve; accettare &egrave; che le scuderie vadano in pista allo sbaraglio, perch&eacute; per quanto sempre pi&ugrave; sofisticate e precise le simulazioni non potranno mai dare le sensazioni della pista, altrimenti non ci sarebbero squadre che pensano di aver fatto una grande macchina salvo poi scoprire sull'asfalto che poco o nulla funziona. Teniamocele strette le libere, almeno qualche sessione a weekend: altrimenti, di questo passo verso una ricerca di spettacolo sempre maggiore, il rischio &egrave; che incidenti come quello di Grosjean a Sakhir 2020 passino come benedizione mediatica piuttosto che come dramma sfiorato.       

Le parole di Domenicali sull'eliminazione delle prove libere fanno discutere: viene alla mente l'episodio di Indianapolis 2005, quando un incidente avvenuto al venerd&igrave; evit&ograve; guai probabilmente peggiori

GP Usa 2005: perché servono le prove libere

        Novit&agrave; in vista, ancora, per il format del week end di Formula 1. Ad anticiparle &egrave; Stefano Domenicali, da Portimao, dove ha seguito l'esordio del mondiale di MotoGP.&nbsp; Si va verso uno scenario gi&agrave; prospettato nel settembre dello scorso anno, quando l'a.d. della F1 anticipava il desiderio che ogni sessione di attivit&agrave; in pista "valesse" per qualcosa, anzitutto in termini di punti assegnati. Nel mirino finiscono le sessioni di prove libere, rimodellate sulle esigenze della gara Sprint, negli appuntamenti con gara breve al sabato.&nbsp; Le libere sono una cosa da ingegneri "Io vorrei limitare al minimo possibile le prove libere, che interessano solamente agli ingegneri delle varie squadre e non al pubblico", le parole di Domenicali. Provare a incrementare l'appeal della giornata del venerd&igrave;, anzitutto in un'ottica di maggiore spendibilit&agrave; per i promoter del GP e delle televisioni, &egrave; stata l'idea alla base dell'introduzione delle gare Sprint, con la qualifica posizionata al venerd&igrave; pomeriggio, dopo un solo turno di prove libere. Ferrari in gran rialzo del WEC: il borsino del dopo Sebring Ridurre il tempo a disposizione delle squadre nelle libere, prima di correre in qualifica e in regime di parco chiuso, aumenta il fattore "imperfezione" nella messa a punto della monoposto. Rendere la limitazione delle prove libere una soluzione strutturale della Formula 1 finirebbe, probabilmente, con il cambiare poco per quelle squadre gi&agrave; con sistemi di simulazione molto avanzati nella definizione delle basi di partenza degli assetti.&nbsp; Va detto come, la Formula 1 degli ultimi 20 anni, abbia eliminato qualsiasi possibilit&agrave; di test, rimettendo le possibilit&agrave; non solo di preparazione a un GP ma di recupero stesso della competitivit&agrave; nel corso di una stagione alle soluzioni virtuali delle simulazioni. Le prove libere restano una gi&agrave; minima parte di attivit&agrave; in pista concessa per, di fatto, testare le monoposto e le soluzioni tecniche. Modifiche da discutere in Commissione "Siamo al lavoro, insieme al resto della dirigenza, per modificare qualcosa in questo senso", ha proseguito Domenicali sugli interventi che verranno discussi intorno alla struttura delle prove libere. "Presenter&ograve; una proposta nelle prossime riunioni: secondo me, ogni volta che le monoposto scendono in pista, devono essere messe in condizione di lottare per qualcosa di importante, per cui valga la pena. Nella prossima riunione della Commissione F1 affronteremo come apportare alcune correzioni al format attuale del fine settimana, per comprendere se ci sia qualcosa che possa migliorare il tutto. Sono davvero ansioso di discutere con i piloti e le squadre la possibilit&agrave; di ridurre il numero di prove libere.&nbsp; Ovviamente, dovremo parlarne anche con la FIA, prima di prendere qualsiasi decisione. Credo che una scelta del genere possa aggiungere ulteriore intensit&agrave; allo show, che tutti vogliono vedere quando le auto sono in pista per correre". Interventi che si preannunciano mirati al singolo momento delle prove libere, non interesseranno n&eacute; le qualifiche n&eacute; la gara.       

La Formula 1 discuter&agrave; con le squadre e con la FIA un intervento sul format dei GP, mirato a dare maggior peso alle sessioni di libere e, contemporaneamente, a una loro diminuzione

F1, a cosa servono le prove libere? Domenicali: "Lavoriamo per ridurle"

        La voglia di Formula 1 di Madrid non &egrave; nuova. Come non &egrave; un mistero l'accordo che lega il mondiale al GP di Spagna fino al 2026, nella sede del Montmelo a Barcellona. Sul futuro, tutti gli scenari sono aperti, compreso un cambio di sede per quello che sar&agrave; comunque un solo appuntamento in terra iberica. Stefano Domenicali, nell'intervenire all'inaugurazione della F1 Exhibition nella capitale spagnola, ha sottolineato soprattutto il dato di un solo slot da contendersi in calendario. "Nella vita non si pu&ograve; dire, per&ograve; due gare in Spagna mi pare qualcosa di molto complicato. Siamo soddisfatti con Barcellona ed &egrave; certo che Madrid vuole una gara, quindi vedremo", le parole raccolte da Marca. Il rinnovo di Barcellona e gli interventi di ammodernamento L'accordo siglato tra promoter di Barcellona - con un significativo impegno da parte del governo locale, accanto all'organizzatore - e Formula 1 &egrave; stato accompagnato da una serie di interventi che sono stati avviati, tra adeguamento delle strutture del Circuit de Catalunya, ampliamento delle vie di fuga, rinnovamento degli spazi.&nbsp; Dal 2027 si apre la possibilit&agrave; per Madrid di tornare a ospitare la Formula 1, in passato accolta sull'impianto di Jarama (tra il 1967 e il 1981, non senza le incursioni del Montjuich), prima che dal 1991 fosse Barcellona la casa del GP di Spagna, dopo una parentesi di Jerez tra '86 e '90. "Stanno lavorando per portare qui una gara e la Formula 1 &egrave; lieta di avere cos&igrave; tanti pretendenti, in questo modo diventiamo sempre pi&ugrave; popolari. Sappiamo la passione che c'&egrave; in Spagna, ho lavorato con Fernando e lo conosco bene. &Egrave; un piacere vedere come l'interesse continui a crescere in Spagna, anche grazie a Carlos. Sappiamo dell'interesse di Madrid, al pari di Barcellona", ancora Domenicali. &nbsp;       

L'a.d. della Formula 1 ha escluso che possano esserci due GP in Spagna. L'interesse di Madrid &egrave; noto, l'impegno fino al 2026 di Barcellona pure. Cambier&agrave; sede il GP dal 2027?

GP di Spagna, Domenicali: Madrid e Barcellona, ne resterà una

Se la Ferrari &egrave; sempre l&igrave; a scalare la montagna a mani nude, e noi dietro a sostenerla, c&rsquo;&egrave; un&rsquo;Italia che non solo vince in Formula Uno ma ne costituisce un faro. Potremmo parlare dei due gran premi che solo il nostro Paese ha &ndash; prescindendo dagli Stati Uniti ormai padroni del giocattolo &ndash; ma il nostro riferimento &egrave; oggi a Stefano Domenicali, un ragazzo di 57 anni che sta rendendo grande il Mondiale, grande come Bernie Ecclestone neanche avrebbe potuto immaginare. E infatti il vecchio boss, dispensatore di frecce al curaro nel periodo successivo alla vendita della Formula Uno da CVC Partners a Liberty Media, avvenuta alla fine del 2016, ha dovuto buttare l&rsquo;arco nel baule delle robe inutili. Domenicali, un caterpillar sempre ben disposto e dialogante e sorridente, nelle interviste non ti concede un s&igrave;-s&igrave; o no-no, ma le sue risposte sono sempre portatrici di messaggi.  Tra Leclerc e Sainz non bisogna puntare su un unico pilota ma &quot;i duelli Senna- Prost sono sempre finiti nella ghiaia&quot;, Montecarlo non rischia di finire fuori ma &quot;era unica e oggi &egrave; uno tra tanti eventi speciali&quot;, Monza e Imola non devono preoccuparsi ma &quot;vanno presentati progetti seri&quot;. Poi per&ograve;, pur nell&rsquo;impostazione curiale, esce il manager: &quot;Due anni fa (quando lui arriv&ograve;, ndr) la Formula Uno valeva otto miliardi di dollari e oggi ne vale sedici&quot;. Ah, ecco, per capirci. Alla partenza della sua terza stagione da capo del circus, vale la pena di ascoltarlo.    Se il 2020 &egrave; stato l&rsquo;anno dell&rsquo;emergenza, il 2021 della rinascita e il 2022 della crescita: cosa caratterizzer&agrave; il Mondiale 2023?   &quot;Il consolidamento. Abbiamo le carte in regola per gettare le basi di un&rsquo;ulteriore crescita: grazie all&rsquo;entusiasmo e alla qualit&agrave; che ci sono in tutti i nostri partner, dai piloti ai tifosi, stiamo ottenendo risultati che non sembravano possibili solo un paio di anni fa. La Formula Uno oggi non &egrave; solo uno sport ma un fenomeno di intrattenimento e coinvolgimento. Il mondo dello spettacolo, quello della musica e quello del business ce lo riconoscono&quot;.  Se davvero la Ferrari &egrave; larga parte del successo della Formula Uno: in un momento cos&igrave; delicato per Maranello, non si sente un po&rsquo; al bivio anche il promotore?   &quot;La Ferrari ha avuto momenti difficili e credo li stia superando. Il ritorno al successo &egrave; una grande responsabilit&agrave; per chi gestisce la squadra e gli elementi per essere competitivi ci sono. L&rsquo;asticella si &egrave; alzata, ma sono convinto che quest&rsquo;anno la Ferrari sar&agrave; protagonista. La Formula Uno comunque cresce a prescindere dalle fortune del Cavallino: stiamo scoprendo nuovi mercati e una gran massa di nuovi tifosi&quot;.  La Ferrari alla presentazione della SF-23 &egrave; uscita allo scoperto parlando di corsa al Mondiale: &egrave; coraggio o azzardo?   &quot;&Egrave; consapevolezza di dover essere protagonista: dirlo o tacerlo, alla fine, non cambia la sostanza. Il presidente Elkann ha determinato un cambio di leadership (Vasseur al posto di Binotto, ndr) e ci&ograve; richiede una spinta emotiva, ma i cambiamenti in Formula Uno hanno bisogno di tempo: non funziona come nel calcio che cambi allenatore, o due giocatori, e la partita successiva la vinci. Si pu&ograve; dire quel che si vuole ma alla fine contano solo le cose che fanno vincere in pista: prestazioni, affidabilit&agrave; e organizzazione&quot;.  Con riferimento a Leclerc e Sainz: da ex team principal crede nella lotta aperta tipo Senna-Prost, o nei modelli che hanno portato titoli a Verstappen, Hamilton e con lei Schumacher?    Continua a leggere l&#39;intervista completa sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure clicca qui per la versione digitale! 

Il presidente e amministratore delegato del Formula One Group fa il punto sulla situazione, rivelando che il Circus in due anni ha addirittura raddoppiato il suo valore. E l&#39;idea &egrave; quella di crescere ancora e tanto. In questa intervista spiega esattamente come...

Stefano Domenicali esclusivo: &quot;La Formula Uno cresce a prescindere dalle fortune della Ferrari&quot;

        Torna a dire la propria sull'ampliamento del numero di squadre in Formula 1, Stefano Domenicali. La postura di Liberty Media e delle squadre &egrave; nota: non &egrave; ritenuta una priorit&agrave;, l'apertura della F1 a nuovi team. Con il procedimento ufficialmente aperto dalla FIA si guarda, invece, a possibili candidature che siano in grado di schierarsi in griglia di partenza tra il 2026 e il 2027. Si &egrave; discusso tanto (e soprattutto) della candidatura di Andretti Global, recentemente supportata da Cadillac. Delle realt&agrave; che hanno mostrato interesse concreto, quindi non rumours legati all'impegno di grandi case auto e in prima persona, va considerato il progetto di maggior rilievo per i nomi coinvolti. Formula 1 ben predisposta ma non serve urlare Intervistato da Sky Sports, Domenicali ha criticato la strategia adottata dagli Andretti. Strategia o, piuttosto, un chiaro esporre la materia vera del contendere, le ragioni alla base di un "no" all'inserimento in Formula 1 di un undicesimo team? "Siamo molto ospitali nei confronti di chiunque apporti valore alle corse. Penso che dobbiamo rispettare tutti. Ci sono squadre come Mario e Michael Andretti che sono molto espliciti sul loro desiderio di entrare in Formula 1. A mio avviso, per&ograve;, non &egrave; furbo dire che le squadre sono avide". "Greed is good" recitava Michael Douglas in Wall Street. Avidit&agrave; delle squadre di Formula 1, nel difendere la propria fetta di premi sui ricavi della FOM, che rischia di essere una barriera all'ingresso di altri concorrenti, cosicch&eacute; "greed" non &egrave; poi tanto "good" sotto un profilo strettamente sportivo e di apertura della competizione. No a forzature nel processo di selezione "Anche altri, che stanno facendo molto meno rumore, vorrebbero entrare in Formula 1. C'&egrave; un procedimento da rispettare e ci assicureremo, insieme alla FIA, che venga rispettato.&nbsp; Sono da considerare molteplici aspetti e non dobbiamo esagerare solo perch&eacute; qualcuno sta spingendo il sistema. Il procedimento verr&agrave; svolto seriamente, nel modo corretto, qualcuno sta urlando e qualcun altro no", elabora Domenicali. FIA e F1, ciascuno rispetti i propri compiti Un processo che vede la FIA, organo di governo, primo e centrale decisore sulla materia. Un ruolo rilevante, tanto pi&ugrave; alla luce delle pi&ugrave; recenti uscite del presidente Ben Sulayem, &egrave; stato riconosciuto alla Formula 1 nell'annunciare l'apertura del processo di selezione. La Formula 1 potr&agrave;, infatti, porre ulteriori condizioni che i candidati team dovranno soddisfare, al di l&agrave; dei requisiti posti dal bando FIA. "Con Mohammed Ben Sulayem alla presidenza dallo scorso anno era chiaro, com'&egrave; normale con un nuovo presidente, che ci fosse un programma da rispettare, perch&eacute; con quello si &egrave; presentato ai membri FIA che lo hanno votato. Poi c'&egrave; l'esigenza e il tempo necessario per l'adattamento", commenta Domenicali nel tratteggiare il rapporto con la nuova presidenza FIA.&nbsp; "Non &egrave; un segreto che il successo del nostro sport sia nel fare, ciascuno, il proprio compito e nel modo corretto, a vantaggio della crescita dello sport. Abbiamo tutti interesse affinch&eacute; lo sport cresca, siamo tutti uniti e, se qualcuno non fa correttamente la sua parte c'&egrave; un problema. Abbiamo discusso con il presidente, ha un ruolo importante e ha molti campionati. Mi aspetto di restare in contatto con lui per discutere il futuro del nostro sport".       

La F1 avr&agrave; un ruolo nel processo di selezione di nuove squadre. Stefano Domenicali parla dei team candidati e dell'approccio scelto da Andretti, decisamente critico verso la F1 e i team

Domenicali: "Gli Andretti non sono stati furbi"

Ha fatto discutere parecchio, nel corso dell&#39;inverno, la posizione della FIA, che ha inserito tra le prescrizioni del Codice sportivo internazionale la necessit&agrave; di un&#39;autorizzazione ai piloti su commenti a sfondo politico o religioso nel corso di un week end di gara.  Le critiche arrivate dai piloti, su quella che &egrave; una limitazione a esprimersi liberamente, senza autorizzazioni preventive, hanno registrato molte voci, su un tema tornato attuale di recente: Albon, Verstappen, Bottas, per dire dei commenti contrari alle restrizioni previste dalla FIA.    La F1 rester&agrave; una piattaforma libera  Su una lunghezza d&#39;onda parecchio diversa dalla Federazione &egrave; la Formula 1 di Liberty Media. Da un lato assicura libert&agrave; di espressione ai piloti, dall&#39;altro riconosce alla Federazione il potere di regolamentare le condotte attese dai piloti.  L&rsquo;Alfa Romeo chiude il ciclo Sauber  &quot;La Formula 1 non metter&agrave; il bavaglio a nessuno&quot;, chiarisce Stefano Domenicali, intervistato dal The Guardian.  &quot;Abbiamo un&#39;opportunit&agrave; enorme che deriva dalla posizione del nostro sport, sempre pi&ugrave; globale, multiculturale e multi-valoriale. Stiamo parlando di 20 piloti e 10 squadre, di molti sponsor, che hanno idee e visioni diverse. Non posso dire uno ha ragione, uno sbaglia, per&ograve; &egrave; giusto dare loro, se necessario, una piattaforma per discutere, apertamente, le loro opinioni. Non cambieremo questo approccio come sport&quot;.&nbsp;  Alla levata di scudi contro una FIA parecchio restrittiva nei comportamenti che si attende dai piloti, va ricordata l&#39;esposizione piena, su certi temi - diritti civili anzitutto -, di un ristretto numero di protagonisti.  Spesso, soprattutto in sedi di gara assai discutibili, non &egrave; servita la &quot;censura&quot; della FIA poich&eacute; una sorta di autocensura ha portato a toccare solo marginalmente alcuni temi critici. Ecco, le eccezioni sono state pochissime e tutte di singole personalit&agrave;: Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, per dire di due voci chiare nelle loro critiche.&nbsp;  FIA deve rispettare i protocolli CIO  Domenicali ha commentato la posizione della FIA e la necessit&agrave; di uniformarsi a una neutralit&agrave; dello sport, principio delle federazioni che fanno parte del CIO, rimandando la palla alla Federazione, per ulteriori chiarimenti.  L&#39;editoriale del Direttore: l&#39;accordo Red Bull-Ford vale una fortuna  &quot;Stiamo parlando di un regolamento e l&#39;organo di governo &egrave; la FIA. Credo che andr&agrave; a chiarire quanto &egrave; stato prescritto, in termini di rispetto di certi posti dove non puoi farlo (liberi commenti su temi religiosi o politici; ndr).&nbsp;  Sono certo che la FIA condivida la stessa visione della Formula 1, per&ograve; fanno parte di una federazione Olimpica e ci sono dei protocolli che deve rispettare&quot;. 

La FIA dovr&agrave; chiarire la regola che impone ai piloti commenti e azioni coordinate e autorizzate dalla Federazione su temi politici o religiosi. La F1 difende la libert&agrave; di espressione

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