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Max trionfa sulle McLaren, Ferrari delude, Leclerc e Hamilton consolano i tifosi

Il Gran Premio dell'Emilia Romagna si chiude con una prestazione straordinaria di Max Verstappen, che fa la differenza sul circuito dedicato a Enzo e Dino Ferrari. Ferrari si giustifica, ma Hamilton e Leclerc fanno il possibile
Max trionfa sulle McLaren, Ferrari delude, Leclerc e Hamilton consolano i tifosi
© Getty Images

Giorgio FerroGiorgio Ferro

20 mag 2025

In fondo, è andata proprio come avevamo previsto nel nostro ultimo debriefing, in preparazione a questo Gp di Imola. Le due McLaren supersoniche avrebbero potuto essere insidiate solo da Max Verstappen. Perché ad Imola il pilota può ancora fare la differenza. E l’abbiamo visto chiaramente alla prima curva dopo la partenza quando Max, partito peggio di Piastri, ha tirato la staccata oltre ogni limite prendendo la testa ed iniziando una cavalcata solitaria fino alla bandiera a scacchi. Verstappen l’ha vinta proprio lì, al Tamburello. Poi ha gestito, super concentrato come sempre. In aria libera. Anche perché la sua Red Bull, qui ad Imola, andava decisamente molto forte…

La qualifica Ferrari: nessuna sorpresa

Per il resto, gara movimentata ma, in fondo, senza grandi sorprese. Come ci aspettavamo. Le Ferrari che mancano il passaggio in Q3 al sabato – consentitecelo – non devono più essere una sorpresa. E le giustificazioni, al limite dello stucchevole, di Vasseur alla ricerca del potenziale hanno stancato un po’ tutti, mettendo a dura prova anche la passione irriducibile di quella splendida tifoseria rossa che ha comunque affollato speranzosa il paddock e le colline imolesi. 
A proposito, ancora una volta complimenti alla grande organizzazione del circuito di Imola che, per mille ragioni oggettive, merita di continuare ad essere una tappa fissa anche del Mondiale di F1. L’alternanza riguardi piuttosto altre piste…

Dobbiamo essere onesti e soprattutto oggettivi… basta a credere alle qualità di questa SF-25! Ha ceduto anche Leclerc. Mentre Hamilton ha capito come gira il fumo fin dai primi giri di pista ma, da grande professionista qual è, non fa mai un commento o un gesto fuori posto. Diciamolo… nelle qualifiche di sabato solo le Haas e le Sauber sono state, entrambe, dietro alla Ferrari. Non proprio i pretendenti al titolo che, secondo i proclami di Maranello, avrebbero dovuto scansarsi nella marcia trionfale della Rossa verso il Mondiale.

I piloti Ferrari fanno il possibile

Il risultato in gara – decisamente inatteso – non può cambiare il giudizio complessivo su una scelta progettuale che è chiaramente fallimentare. Un risultato che è stato essenzialmente frutto di una strategia azzeccata, interpretata nel migliore dei modi dai due grandi piloti che guidano questa Rossa. Perché le gare sono sempre questione di dettagli e stavolta al muretto Ferrari sono stati ben più lucidi che da altre parti. Ma la macchina è ancora e sempre avvolta nella nebbia ed è troppo facile perdere la strada di casa. Così che le performance diventano casuali. L’impressione è che proprio i tecnici di Maranello siano i primi ad essere sorpresi della performance che in qualche occasione riescono ad esprimere i piloti. Come se fossero ancora alla ricerca della chiave di lettura. O allo studio di quei fondamenti di ingegneria che Andrea Stella ha dichiarato essere dominio consapevole e diffuso del team McLaren…

Sta di fatto che, dopo 7 gare, la Classifica Costruttori recita 165 punti di gap dal leader. Siamo tornati indietro fino all’anno in cui la Ferrari ha vinto il suo ultimo titolo mondiale – ovvero il 2008… preistoria – per scoprire che solo tre volte è capitato che il distacco dal primo fosse più alto a questo punto della stagione. Nel 2014 (ultima stagione di Alonso in Ferrari), nel 2020 (al termine del quale fu Vettel ad andare via) e nel 2023.
Onestamente, crediamo che non servano più altre parole o giustificazioni. E nemmeno interviste per chiedere spiegazioni e piani di sviluppo. Proseguiamo circuito dopo circuito e vediamo cosa succede là davanti, senza ulteriori commenti sulla Ferrari. 

Maranello accoglie i campioni, ma...

Prima di chiudere il nostro debriefing, c’è però un fatto che riguarda la Ferrari – tanto oggettivo, quanto inquietante – che ci sembra doveroso condividere con voi in una stagione che ha tutti i crismi per essere archiviata come fallimentare.
Fernando Alonso arrivò a Maranello dopo aver vinto due titoli mondiali. Una volta vestito di rosso, disputò 96 Gp, conquistando solo 4 pole position e 11 vittorie. Un rendimento che comunque gli consentì di giocarsi fino all’ultimo il Mondiale per due annate. Ma ritornò in Renault con “zero tituli” in saccoccia, come ben ricordiamo.
Lo spagnolo fu rimpiazzato da Sebastian Vettel, reduce dalla cavalcata trionfante di quattro Mondiali consecutivi alla guida della Red Bull. Con la Ferrari il tedesco vide per primo la bandiera a scacchi solo nel 12% dei Gp disputati e se ne andò, scoraggiato, anche lui con “zero tituli”.
Quest’anno il board Ferrari ha voluto nuovamente puntare al top assoluto, ingaggiando un Pilota con la P maiuscola che di titoli mondiali ne ha conquistati addirittura sette. Inutile sottolineare che le attuali statistiche di Lewis si inseriscono nel solco tracciato dai suoi illustri predecessori, per non dire che al momento sono anche peggiori.
E’ un dato di fatto. Molto triste, ma vero. Come se Maranello avesse il potere di annichilire anche i più forti talenti della categoria… Ci sarebbe da farsi qualche domanda.

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