L'editoriale del Direttore: Vincono la W11, Lewis e Imola!

L'editoriale del Direttore: Vincono la W11, Lewis e Imola!

Tra un cappellino di Lauda e un settimo titolo consecutivo, Imola ha mostrato tutto il fascino di una pista che merita molta più attenzione anche in chiave futura. Cari lettori, da questo numero parte il conto alla rovescia verso il 60° anniversario di Autosprint...

Andrea Cordovani

02.11.2020 13:03

Il cappellino rosso, emozionante lascito di Niki Lauda calcato sulla testa, un sorriso oltre ogni confine e senza mascherina Toto Wolff, incassa il settimo titolo iridato consecutivo, si coccola i suoi piloti e spiega: "Non amo parlare dei numeri ma questo risultato è davvero qualcosa di cui andare fieri: abbiamo un gruppo che lavora insieme in modo fantastico, siamo molto uniti e cerchiamo di spingere l’asticella sempre più in alto, ottenendo risultati sempre migliori. Questo è davvero qualcosa di cui andiamo molto fieri. Dobbiamo mantenere la motivazione e l’energia che continuiamo a vedere nel nostro gruppo e pensiamo quindi di poter spingere ancora più in là. Avremo sicuramente avversari forti con Max e la Honda che vorrà chiudere al meglio, ci aspettiamo una grande sfida".

Vincere a Imola chiudendo con largo anticipo la corsa nel Mondiale Costruttori proprio sul circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari scuote ancor di più l’orgoglio del team principal austriaco che ama l’Italia e ancor di più battere gli italiani. Il settebello calato dalla Mercedes sulle rive del Santerno era solo una questione squisitamente burocratica, una firma da apporre su un foglio dove c’era già scritto tutto, l’incredibile riconferma di una squadra capace di andare oltre ogni limite e lasciare un segno immenso nella storia della specialità, qualcosa di irripetibile. Intrappolata nel solco profondo scavato dalla Mercedes rispetto ai rivali, anche questa stagione disgraziatissima è stata anestetizzata e travolta dalla forza di un team che si nutre solo di vittorie.

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Vittoria è stata anche per Imola, pista da miti tornata una-tantum nel Mondiale ha dimostrato di possedere ancora tutto il suo fascino e di meritare molta più attenzione anche in chiave futura. E quasi il sapore di una vittoria ce l’ha anche il quarto posto artigliato con un sorpasso da urlo di Kvyat a Leclerc in un finale da Santerno al lotto dove l’Alpha Tauri è finita ancora una volta sotto ai riflettori. Quest’anno sulle piste di casa il team faentino ha vinto tutti i derby con la Ferrari facendo gonfiare d’orgoglio il petto del team principal Franz Tost.

A proposito della Rossa. Flebili spiragli di luci si intravvedonoin fondo al tunnel. Dopo Portimao anche a Imola la SF1000 s’è mostrata meno bisbetica e più consistente. Certo il lavoro da fare è ancora enorme ma gli sviluppi apportati paiono andare verso la strada della risalita, per un Cavallino che si è smarrito dentro le pieghe di un campionato iniziato con un’arrampicata impossibile a caccia di una prestazione perduta.

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Infine un avviso per i nostri lettori: da questo numero parte il conto alla rovescia verso il 60° anniversario di Autosprint traguardo che taglieremo nella prossima stagione. Con una emozionante marcia di avvicinamento torniamo alle origini conquattro grandi ricordi e interviste ai direttori degli anni ruggenti del settimanale da corsa: ossia Marcello Sabbatini, Gianni Cancellieri, Italo Cucci e Carlo Cavicchi per ritrovare le nostre e vostre radici, pensando al domani.


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