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L'editoriale del Direttore: Uno spaccato di Gilles

Questo numero di AS in edicola è una dedica allo straordinario canadese che ci ha rapito con imprese sempre abbondantemente oltre il limite

L'editoriale del Direttore: Uno spaccato di Gilles

Andrea CordovaniAndrea Cordovani

3 mag 2022 (Aggiornato alle 15:41)

Emozioni in bilico sul precipizio di una domenica (la prossima) sospesa tra il duello esplosivo Leclerc-Verstappen e Ferrari-Red Bull e una clamorosa esplosione di ricordi a 40 anni dalla scomparsa di Gilles Villeneuve. Da una parte la prima volta di Miami che rappresenta già un crocevia importante per il Mondiale 2022. Dall’altra l’ennesimo tributo a un pilota che non se n’è mai andato dal cuore degli appassionati, un mito ancora molto presente, per sempre con noi, testimoni di una vera apparizione non più riproducibile. Questo numero di AS è una dedica allo straordinario canadese che ci ha rapito con imprese sempre abbondantemente oltre il limite.

Raccontava Dino Tagliazucchi, autista di Enzo Ferrari, in un’intervista di alcuni anni fa: "Nel cuore del Commendatore c’era soprattutto Villeneuve. Il suo ingaggio fu una specie di lotteria: Ferrari l’aveva visto debuttare in F.1 a Silverstone con la terza McLaren ed era rimasto affascinato. Scommise su questo ragazzo che tra l’altro come ingaggio costava anche poco. Gilles si presentò a Ferrari con uno zainetto dietro alle spalle. Firmarono il contratto in via Trento e Trieste. Alla tv il Drake rimaneva affascinato dalle imprese di Villeneuve. Il giorno che morì a Zolder, ero a fianco dell’ingegnere in pista a Fiorano. Pioveva a dirotto. Ricevette una telefonata. Lo accompagnai con l’ombrello in ufficio, gli allungai la cornetta del telefono: si mise a piangere come un bambino. Mi disse 'non vorrò mai più bene a un pilota'".

Quell’8 maggio 1982 è una ferita ancora aperta per Pietro Corradini, celebre meccanico della Rossa. "Il giorno più brutto della mia vita - ricorda - Quell’anno seguo la vettura di Pironi e poco prima di pranzo, Didier sta per finire di girare. Nel retro-box incrocio il giornalista Eugenio Zigliotto e mi fa 'È successo un incidente a Gilles'. Dopo ripareremo la macchina', rispondo io, ignaro dell’accaduto. 'No. È stato un incidente grave', replica lui. Mi si gela il sangue. Entro nei box, mentre in pista non gira più nessuno. C’è un silenzio da pelle d’oca. Arriva Pironi, ha in mano il casco di Gilles. Poi Forghieri dice: 'Chiudiamo il garage: è successo un grosso incidente a Gilles, speriamo ce la faccia'. Invece non ce l’ha fatta. Da lì è finito tutto. Anche Didier non è stato più lui. Quando ha avuto il suo incidente in quello stesso anno al GP di Germania arrivò tardi per prendere parte alle prove del sabato. Era stanco, trasandato. Mi accorsi del suo incidente dai monitor. Un istante dopo, la telecamera fece lo zoom e vidi Pironi, con la testa reclinata su un lato e i piedi fuori dall’abitacolo… ".

Di Gilles e del suo rapporto con Ferrari ne scrisse su AS anche Franco Gozzi, il delfino del Grande Vecchio: "In un ricordo stampato per i tifosi mi suggerì di scrivere: 'Gilles! Sì, c’è chi lo ha definito aviatore e chi lo valutava svitato, ma con la sua generosità, con il suo ardimento, con la capacità distruttiva che aveva nel pilotare le macchine macinando semiassi, cambi di velocità, frizioni e freni, ci insegnava cosa bisognava fare perché un pilota potesse difendersi in un momento imprevedibile, in uno stato di necessità. È stato campione di combattività e ha regalato tanta notorietà alla Ferrari”. E volle concludere con la frase “Io gli volevo bene”. Gilles è stato l’unico pilota che abbia sentito io rivolgersi al Capo con uno sfacciato “tu” che ci lasciava tutti a bocca aperta. Ricordo ancora quando al ritorno dal GP del Giappone 1977 nel quale Gilles aveva fatto il finimondo, feci stendere tutti i rottami in mezzo al cortile e io stesso scattai una foto di quel disarmante “esploso”, dicendogli che l’avrei fatto pubblicare con la didascalia “ecco come Villeneuve riporta a casa la macchina dopo la gara”. Il Vecchio, che gli perdonava tutto, quando seppe la faccenda della fotografia 'Lascia perdere quello scherzo - mi stoppò - perché Villeneuve è così: se non fosse così non sarebbe Villeneuve"'.


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