L'editoriale del Direttore: La Ferrari del Presidente

L'editoriale del Direttore: La Ferrari del Presidente

"Credo che sia stato giusto compiere questo passo, per quanto sia stata una decisione difficile, per me", ha detto Mattia Binotto

Andrea Cordovani

05.12.2022 09:56

Martedì 29 novembre. Pomeriggio inoltrato. È già buio a Fiorano quando le pale dell’elicottero del presidente John Elkann si mettono in azione. Il velivolo prende sempre più quota e svanisce nella notte su una rotta che ormai è diventata consueta. Da poche ore, stavolta ufficialmente, un comunicato ha sancito l’uscita di scena di Mattia Binotto. Maranello sta sempre più diventando il centro del mondo del numero uno del Cavallino, mentre ridisegna uno dei settori strategici della Ferrari, quella squadra di F.1 che la Nazionale Rossa degli italiani. Si riparte dalle ceneri di un rapporto mai decollato con l’ingegnere reggiano. È da qui che il presidente ricostruisce il futuro F.1 della Scuderia, in mezzo alle inevitabili incertezze di questi giorni, perché l’uscita di scena di quel team principal con il quale non ha legato, arriva in un momento delicatissimo della stagione, quando si dovrebbe pensare solo a sviluppare la vettura e a cercare di renderla il più affidabile e performante possibile e soprattutto dovrebbe già esserci qualcuno al comando della GES perché è quasi già tempo di ripartire.

Binotto e gli altri, quando finisce un amore Rosso

Il momento è molto particolare e in mezzo a grandi rivoluzioni inizia una nuova era alla Ferrari. Prendono sempre più forza le idee del presidente, la sua visione di come vorrebbe fossero gestite le cose da chi andrà a prendere il posto di Mattia Binotto, all’interno di un’azienda che lavora spingendo in un’unica direzione. Sempre più gioco di squadra in tutti i settori, una distribuzione diversa delle responsabilità, soprattut- to una visione unica. La convinzione è quella che non si può più avere un uomo solo al comando, caricato da troppe responsabilità, investito da troppi ruoli. Serve un capo e servono senior officier di riferimento. Il modello ispiratore è quello della Red Bull con la triade Newey-Horner-Marko. Insomma con una catena di comando a più punte e una personalità forte alla quale affidare le redini della Gestione Sportiva.

È un inverno di rivoluzioni a Maranello mentre sta nascendo la monoposto del 2023. Quella che riparte dal secondo posto nel Mondiale Costruttori e dall’eredità che lascia Mattia Binotto che il prossimo 31 dicembre chiuderà la sua avventura quasi trentennale a Maranello. "Con il dispiacere che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari - ha spiegato Binotto -. Lascio un’azienda che amo, della quale faccio parte da 28 anni, con la serenità che viene dalla convinzione di aver compiuto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per ottenere i massimi traguardi alla quale auguro ogni bene per il futuro. Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile".

Ha sottolineato l’amministratore delegato Benedetto Vigna: "Desidero ringraziare Mattia per i suoi numerosi e fondamentali contributi nei 28 anni passati in Ferrari, e in particolare per la sua guida che ha portato il team ad essere di nuovo competitivo nella scorsa stagione. Grazie a questo, siamo in una posizione di forza per rinnovare il nostro impegno, in primo luogo per i nostri incredibili fan in tutto il mondo, per vincere il più importante trofeo nel motorsport. Tutti noi della Scuderia e nella più vasta comunità Ferrari auguriamo a Mattia tutto il meglio per il futuro".

Parte una nuova era alla Ferrari F.1 in attesa di un nuovo team principal. La candidatura di Fred Vasseur rimane in buona posizione ma nella rosa ci sono anche altri nomi al vaglio. Il dopo Binotto riparte con tanti punti interrogativi ma nel solco di una visione diversa di come debbono funzionare le cose nella squadra regina della Formula Uno. Il 2023 rappresenta uno snodo fondamentale per la Ferrari che torna a essere costruttore impegnato su diversi fronti nel motorsport con programmi al top. È un grande ritorno alle origini del mito che sul versante endurance evoca memorie straordinarie, sublima il Dna di un marchio che è tutto nelle competizioni.

C’è un Cavallino che galoppa nel futuro secondo un concetto di squadra che marcia in un’unica direzione alla ricerca del massimo dei risultati. La Grande Bellezza visiva della 499P, il prototipo con il quale Maranello torna a Le Mans dopo cinquant’anni dall’ultima apparizione ufficiale, deve ora tradursi in risultati perché se sei la Ferrari scendi in pista con un unico obiettivo: la vittoria. In una lunga intervista, il responsabile delle Attività GT Antonello Coletta racconta come si sta preparando la discesa in campo della Ferrari sul versante endurance e traccia anche il bilancio di un’annata sportiva che si è chiusa con la riconferma sul tetto del mondo GT della 488 che lascia da assoluta regina la classe Pro. È un inverno con poche vacanze anche a Fiorano. A gennaio sulla pista di Daytona debutterà la 296 GTE, a marzo a Sebring sarà la volta della 499P, la Regina di Cuori, attesa da cinquant’anni, che sarà al via del primo round del Mondiale Endurance. Dentro a una stagione in cui si è giocato soprattutto contro il tempo la Ferrari sta edificando il suo futuro nel mondo endurance e scende in campo con un progetto fortemente voluto dal presidente John Elkann. La 499P è figlia di un lavoro d’insieme che in maniera trasversale ha coinvolto tutta l’azienda. E se vogliamo in questo progetto è riassunta la filosofia di chi ha in mano le redini del Cavallino. Perché la Ferrari è tradizione, innovazione e passione.


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