In astinenza da vittoria dal Gp d’Arabia Saudita 2021, sir Lewis torna a essere re nella sua Silverstone, dove in F.1 ha conquistato nove successi
Lewis Hamilton che corre indemoniato sul prato di Silverstone è roba da epica sportiva. E tanta pelle d’oca. Il sette volte iridato che si batte la mano sul petto mentre stringe la bandiera davanti al suo popolo in delirio è l’immagine di un campione che ha ancora la famelica voglia di graffiare da vecchio leone dell’asfalto. In astinenza da vittoria dal Gp d’Arabia Saudita 2021, sir Lewis torna a essere re nella sua Silverstone, dove in F.1 ha conquistato nove successi. Lo fa al culmine di una gara spettacolare con un finale palpitante e davanti a un Max Verstappen in versione extraterrestre. Un trionfo costruito all’interno di un week end che ha riportato sotto ai riflettori una Mercedes che sembra rinata. Il secondo centro consecutivo conquistato dalla truppa di Wolff è una meravigliosa impresa da parte di una squadra in parabola ascendente e un pugno nello stomaco per i rivali rimasti ancora una volta al palo.
La crescita esponenziale della Casa della Stella non è una buona notizia per un Cavallino che per la terza volta di fila è rimasto ai margini della lotta che conta. La quinta piazza colta da Carlos Sainz rappresenta un bottino di caccia che non soddisfa e rilancia un allarme rosso acceso se si guarda alle prestazioni di Charles Leclerc e ad aggiornamenti sui quali la squadra è stata costretta a tornare indietro per provare a salvare il salvabile.
Si annuncia un’estate di fuoco per Maranello… La Ferrari torna da Silverstone dopo una prova anonima, fuori dalla lotta che conta e con le dimissioni di Enrico Cardile. L’ingegnere aretino, classe 1975, a Maranello dal 2005, ha deciso di chiudere la sua avventura con la Scuderia. Il suo addio che aveva movimentato radio-mercato nelle ultime settimane, adesso, è stato messo nero su bianco. È un’uscita di scena che coglie di sorpresa la Rossa. Sembrava che il futuro dovesse essere lo stesso e invece negli ultimi giorni la situazione è precipitata e Cardile ha deciso di accettare nuove sfide. Il suo ruolo di direttore tecnico viene assunto ad interim da Fred Vasseur in attesa che all’interno del Reparto Corse arrivi la figura che andrà a sostituire l’ingegnere aeronautico toscano.
Nel prossimo week end, intanto, tornano a riaccendersi i riflettori sul Mondiale Endurance che sbarca in Brasile per una manche importantissima nella corsa ai titoli iridati. La vittoria della Ferrari alla 24 Ore di Le Mans con Fuoco-Molina-Nielsen, unita alla terza piazza arpionata da Pier Guidi-Calado-Giovinazzi ha riaperto tutti i giochi al vertice e ora sono nove le lunghezze che separano la Porsche dalla Ferrari nel Costruttori e la 499P n°50 dal terzetto di vertice composto da Lotterer- Estre-Vanthoor per il titolo Piloti, con la Toyota nel ruolo di terza forza almeno per quello che riguarda la classifica.
È abbastanza evidente che, quando mancano quattro round alla fine del campionato, la tappa a Interlagos rappresenta una sfida da non fallire se si vuole provare a dare l’assalto ai titoli mondiali. Il quinto atto del Mondiale endurance rappresenta, inoltre, una prova inedita per la classe Hypercar, considerato che il Paese sudamericano torna a ospitare un evento iridato a dieci anni di distanza dall’ultima edizione organizzata nel 2014. San Paolo rappresenta quindi una grande novità e un’occasione da cogliere per spiccare il volo all’interno di un WEC sempre più in parabola ascendente. Ora che inizia davvero a fare caldissimo la Ferrari vuol farsi trovare pronta all’appuntamento, sempre, ovviamente, BoP permettendo. Vincere al di fuori di Le Mans diventa, adesso, imperativo categorico per un Cavallino che ha voglia di continuare a far sognare i propri tifosi
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