L'editoriale del Direttore: Specchietto delle mie brame

L'editoriale del Direttore: Specchietto delle mie brame© Getty Images

Andrea Cordovani

03.12.2024 10:56

Una cosa è certa. Senza lo specchietto perso in pieno rettilineo da Alexander Albon al giro numero 32 di un GP del Qatar dominato dal fresco quattro volte campione del mondo Max Verstappen, molto probabilmente saremmo qui a raccontare un’altra storia. È invece tutto quello che è seguito ha innescato una serie di reazioni a catena che tengono ancora aperta una corsa al Mondiale Costruttori che si deciderà solo all’ultima curva dell’ultimo GP della stagione in programma domenica prossima ad Abu Dhabi. Quel pezzo di carrozzeria della Williams rimasto in pista per tanto tempo, sul quale la direzione corsa ha indugiato troppo decidendo di non decidere, ha prodotto un effetto domino clamoroso che ha messo al centro della scena il nuovo direttore di gara Luis Marques, quello al quale il presidente della Fia, Mohammed Ben Sulayem ha deciso di affidare tutte le gare del Circus.

Lo specchietto della discordia

Una mancata tempestività che ha originato caos. È stato quello il momento chiave della gara: lo specchietto che si è rotto in rettilineo, la direzione gara che ha esposto la bandiera gialla per un paio di giri per poi togliere il segnale di pericolo. Prima che fosse decisa l’entrata della Safety Car, Lewis Hamilton e Carlos Sainz hanno accusato delle forature perché sono transitati sui detriti del retrovisore che è stato disintegrato dalla Sauber di Valtteri Bottas. Una decisione tardiva che ha condizionato la gara. A pagare il prezzo più alto è stato Lando Norris, punito con uno stop and go, reo di non aver rallentato in regime di bandiere gialle. Un provvedimento duro ma previsto dal regolamento per una doppia bandiera gialla agitata. La sicurezza prima di tutto, ma in casa McLaren quella sanzione è parsa eccessiva. £Abbiamo controllato i dati e in effetti Lando ha continuato a spingere. Dobbiamo anche dire che il settore è diventato giallo appena lui è entrato, ma la richiesta del regolamento è molto chiara. Devi alzare il piede, è responsabilità del pilota, quando c’è la bandiera gialla, di ridurre la velocità - ha sottolineato il team principal della McLaren Andrea Stella - Allo stesso tempo penso che sia piuttosto particolare che abbiano esposto la bandiera gialla e poi l’abbiano rimossa, pure se in realtà la situazione in quel settore era la stessa. C’era un detrito, hanno esposto la bandiera gialla e poi, pochi secondi dopo, non c’era più la bandiera gialla. È stato un episodio sfortunato. Detto questo, penso anche che nell’applicazione della penalità si sia perso ogni senso della misura".

I piloti contro la FIA

Dopo il debutto rose e fiori di Las Vegas, il nuovo timoniere portoghese è finito clamorosamente nel mirino nella notte di Losail mettendosi in evidenza con una serie di decisioni che hanno creato turbolenze diffuse, mostrando un metro di giudizio che ha finito per gettare ombre. Il sospetto è che sia stata calata la scure con provvedimenti esagerati per punire in maniera esemplare i piloti dopo che avevano protestato con una lettera inviata a Mohammed Ben Sulayem, presidente della FIA. La risposta è arrivata a stretto giro e sono state date punizioni totalmente esagerate rispetto al metro di giudizio adottato fino allo scorso GP. In tutto questo caos Charles Leclerc è riuscito ad agguantare un secondo posto pesantissimo che porta la Ferrari dopo 12 anni a giocarsi un titolo iridato all’ultima gara e a tenere accesa la fiammella della speranza di potersela giocare fino in fondo. Ci sono ora 21 punti a dividere la McLaren dalla Ferrari, pronte a sfidarsi all’ultimo round. Dopo aver dominato la gara sprint, la McLaren ha sprecato alla grandissima il primo match ball per chiudere la partita in Qatar. Adesso si presenta al via dell’ultimo round a Yas Marina con un bel gruzzolo di punti di vantaggio da difendere e diversi fantasmi da scacciare, ma anche con la consapevolezza che la conquista del titolo è tutta nella sue mani. All’ultima curva dell’ultimo GP. La corsa al Mondiale Costruttori si deciderà a Yas Marina, un circuito tabù per la Ferrari che da quelle parti non ha mai vinto. Ma il Cavallino è pronto a giocarsi tutto e a crederci fino alla fine. Una vera impresa, per la Scuderia, che in questo Mondiale non vuole assolutamente mollare e che ora va a caccia del miracolo.


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