Bianchi e quelle polemiche

Bianchi e quelle polemiche
Bandiere gialle doppie, safety car non utilizzata. Si discute sulle responsabilità dopo il crash di Bianchi. Ma ci vuole altro

05.10.2014 ( Aggiornata il 05.10.2014 14:03 )

Soltanto 3 ore dopo la gara la Fia ha fatto sapere informazioni ufficiali sull'incidente, quasi più per giustificarsi per non aver neutralizzato la corsa con la safety car che per informare i media sul circuito delle condizioni di Jules Bianchi. Alle 13.19 ora italiana, le 19.19 ora giapponese,  un portavoce della Fia ha spiegato che: "Bianchi è in ospedale sottoposto a una operazione perché ha una grave lesione alla testa, poi verrà ricoverato in terapia intensiva". Quest'ultimo particolare, detto prima che l'intervento sia terminato, apre qualche speranza sul suo quadro clinico generale di Bianchi perché se ci fosse un gravissimo rischio di vita difficilmente ci si sbilancerebbe a dare per scontato un trattamento di terapia intensiva successivo all'intervento. Ma potrebbe essere anche un infortunio descrittivo del portavoce. La Fia ha anche spiegato (poco e male) la dinamica dicendo che la Marussia ha colpito la parte posteriore della gru. BzLjoa7CUAQkJ7M.jpg-large Però quel che dice anche il comunicato dopo fa riflettere. Il rapporto Fia dice che nel punto dell'incidente quando è transitato Bianchi, c'erano doppie bandiere gialle esposte perché c'era in mezzo di soccorso in azione. Le doppie bandiere, secondo il regolamento, significa una prudenza superiore da tenere rispetto alla singola bandiera gialla. Vuol dire che a norma di regolamento il pilota deve essere all'occorrenza in grado di fermarsi, non deve solo rallentare superficialmente. Una precisazione ripetuta anche da Mika Salo, che è l'ex pilota F1 nominato commissario Fia aggiunto alla direzione gara per il Gp Giappone. Il fatto che la Fia si affanni a sottolineare questo, vuol dire che la federazione vuol rispondere al mare di critiche che stanno levandosi da tutti gli appassionati per non aver fatto entrare la safety car in pista prima, appena capitato l'incidente di Sutil. Questo avrebbe congelato la gara, facilitato l'ingresso del trattore e soprattutto avrebbe impedito il drammatico crash di Bianchi. Ma va anche detto che è istinto e abitudine diffusa tra i piloti perdere meno tempo possibile con le bandiere gialle e invece di rallentare vistosamente, parzializzano appena l'acceleratore esponendosi comunque a una situazione di rischio. Ma se il pilota tende a seguire sempre la sua indole, dovrebbe pensarci la Federazione a risolvere una volta per tutte questo problema con una decisione semplice: stabilire che la gara va neutralizzata e non "rallentata" appena c'è un mezzo di soccorso in pista per rimuovere un'auto. Ma in quel caso prepariamoci anche a corse interrotte sistematicamente. Oppure obbligare l'adozione delle gru a braccio lungo che si usano a Montecarlo e che operano da dietro le barriere. Ma su piste da 6 km come Suzuka quante bisognerebbe metterne? Alberto Sabbatini

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