Sono entrambi
tedeschi e arrivati alla
Ferrari già "titolati" con il compito di riportarla ai vertici dopo un periodo quantomeno "buio". Questi ed altri sono
i punti che possono accomunare il più recente acquisto della Scuderia,
Sebastian Vettel, con un altro dei piloti ormai storici, vale a dire
Michael Schumacher. Pur con certe differenze. Un parallelo che il nostro
Cesare Maria Mannucci ha analizzato approfonditamente con l'aiuto dei ricordi di
Giorgio Ascanelli, in un articolo su
Autosprint in edicola già oggi, sabato 4 aprile, e del quale riprendiamo le parti iniziali.
Parallelismi fra tedeschi
(da Autosprint n.14/2015)
Dicono che quelli tra i “veterani” di
Maranello, che facevano parte della gloriosa squadra corse nei primi anni 2000, ci abbiano messo molto poco per
accomunare Sebastian Vettel a Michael Schumacher. Non tanto per una caratteristica fisica o caratteriale comune. Ma per quella sorta di “aura” che solo i
grandi campioni emanano, da quando entrano in un box a quando si sfilano dal cockpit.
Dopo il trionfo di Sepang, Sebastian Vettel si è recato a Maranello per ringraziare personalmente i dipendenti della
Gestione Sportiva.
«Domenica notte - ha detto in un italiano anche abbastanza fluido -
ho voluto festeggiare con i meccanici e ho detto loro: grazie mille, ma io voglio essere uno di voi, né più né meno. Io sono parte della squadra e anche se in pista sono da solo, so che in realtà non lo sono mai. Perché sono sempre con voi. Vi voglio ringraziare per avermi dato una bella macchina e penso, anzi so, che vivremo ancora grandi momenti assieme».
Una cerimonia semplice ma sincera, priva di quel
gigantismo celebrativo che in altre occasioni aveva caratterizzato eventi simili alla
Ferrari.
Tre giorni prima a
Sepang, durante le interviste unilaterali in lingua madre,
Vettel parlando italiano aveva prima ringraziato la
Ferrari e salutato i tifosi, poi solo dopo aveva iniziato a parlare in tedesco, violando così il protocollo televisivo e mettendo persino in imbarazzo gli uomini della Fom.
Michael Schumacher e Sebastian Vettel, persino troppo facile accomunarli in un unico destino targato Maranello.
Michael ha ottenuto la sua prima vittoria in rosso a
Barcellona nel 1996, alla sua settima gara con la Ferrari,
Sebastian per il momento è riuscito pure a fare meglio.
(…)
Il seguito del servizio di
Cesare Maria Mannucci che analizza il
parallelo Vettel-Schumi lo potete trovare su
Autosprint in edicola già oggi.
Guarda la fotogallery del GP F1 della Malesia