GP Canada: Pirelli stabili, un pit basta

GP Canada: Pirelli stabili, un pit basta
Ferrari a parte, la sosta unica è stata la scelta comune a tutti i piloti. Quattro compound sono pochi?

08.06.2015 ( Aggiornata il 08.06.2015 10:37 )

24 pit-stop complessivi sono il dato che meglio definisce qual è stata la strategia adottata dalla stragrande maggioranza dei piloti nel Gran Premio del Canada. Non c’è stata usura né degrado, elementi sconosciuti al compound morbido e a quello supermorbido, divisi tra l’altro da un delta prestazionale inferiore alle attese: ci si aspettava tra il secondo e il secondo e due, in realtà leggendo i migliori tempi in gara, in frangenti grossomodo equiparabili, si scopre che al giro record sulle Pirelli rosse di Raikkonen (1’16”987) risponde Vettel con le gialle in 1’17”105. Proprio le due Ferrari sono state le uniche a giocare la carta delle due soste, più per provare a recuperare due situazioni difficili, che per reale necessità. Vettel ha fatto un primo stint brevissimo, solo 7 giri, perché bloccato nel traffico e saggiamente richiamato per non perdere tempo. Raikkonen per rimediare all’errore che è costato il podio e il set “bruciato” nel testacoda. Con le supersoft ha rimontato su Bottas, senza mai davvero essere una minaccia. Kimi si è fermato al 26mo giro e al 40mo, effettuando solo 14 giri con le morbide. pirelli2 Fermate in linea con le previsioni per gli altri, quelle che indicavano nel 29mo giro l’unico stop: i primi quattro al traguardo cambiano gomme nel volgere di 4 tornate, tra il 26mo e il 30 giro (apre Raikkonen, chiude Rosberg). In realtà ci sono due variazioni importanti, legate a Massa e Verstappen, che si fermano rispettivamente al 37mo e al 39mo giro. Di rilievo entrambi gli stint, perché oltre a essere con macchina pesante, hanno visto i due piloti impegnati in rimonta e chiamati a battagliare con sorpassi in pista. Guardando agli stint più lunghi in assoluto, sempre Massa svetta tra quanti hanno utilizzato maggiormente le gomme supersoft, ben 33 giri, mentre Maldonado stacca un run da 53 tornate con le Pirelli morbide e festeggia un meritato arrivo a punti, esente da errori, cosa che non può dirsi per Grosjean, forzato a effettuare due pit per la foratura della posteriore sinistra nel contatto con Stevens (anche lui con uno stop forzato in più). Tornando brevemente sui tempi più veloci per ciascun compound, dietro Raikkonen c’è Massa con le supersoft, autore di 1’17”553 ed è un dato decisamente rilevante per comprendere quanto, ancora, nonostante il podio andato a Bottas, la Ferrari abbia un vantaggio sulle Williams. Il ritmo gara di Vettel è ulteriore conferma, così come la capacità di mettere del gap tra sé e Felipe nello stint finale, pur con gomme morbide usate contro le supersoft nuove di Massa. pirelli1 Rosberg non fa meglio della terza prestazione cronometrica, in 1’17”970, rimediando 1” da Raikkonen a parità di compound ma non certo di condizioni di impiego, visto che il tempo di Nico è maturato nel primo stint, con monoposto molto più pesante di quanto non l’avesse Kimi. Leggendo i tempi con gomme morbide, ancora Ferrari in luce. Vettel fa 1’17”105 e rifila oltre 3 decimi a Hamilton, da par suo autore di 1’17”472 ma con l’accortezza di notare la condotta di gara tutta orientata al controllo e fatta di risposte “mirate” quando Rosberg spingeva per provare l’avvicinamento. Rosberg che gira in 1’17”637, terza miglior prestazione di giornata sulle Pirelli gialle. La stabilità è costanza del comportamento delle gomme è stato il tema chiave del Gran Premio del Canada, conseguenza diretta, come spiega Paul Hembery, di una gamma ristretta a soli quattro composti: «Come ci aspettavamo, viste le caratteristiche del circuito, il consumo e il degrado sono stati estremamente bassi con entrambe le mescole, con un prodotto estremamente stabile. Questo può portare ad alcune critiche, visto l’obiettivo di avere più di un pit-stop a ogni gara. Con sole quattro specifiche di gomme disponibili, a volte è difficile fornire la scelta perfetta per ogni situazione. A parte ciò, abbiamo visto alcune idee diverse sulla strategia da parte di molti team. In particolare, i piloti partiti in fondo alla griglia hanno avuto una spinta facendo qualcosa di diverso rispetto ai rivali diretti». Fabiano Polimeni

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