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F1, Haas: “Non siamo junior team Ferrari”

La cooperazione tecnica con Maranello è importantissima ma in pista si correrà da rivali
F1, Haas: “Non siamo junior team Ferrari”

6 nov 2015

Partner tecnico, non “estensione”. Rivali e non junior team. Gene Haas mette i puntini sulle “i” nell’ultima intervista concessa al sito ufficiale della Formula 1, dopo la lunga chiacchierata esclusiva con Autosprint, pubblicata sul numero 40 del 6 ottobre scorso. La cooperazione tecnica rappresenta un fiore all’occhiello per la scuderia statunitense, ma al tempo stesso Haas vuole sottolineare come «andremo in pista per batterli, non ci vedo nella posizione di uno junior team. Ovviamente, non mi dispiacerebbe arrivare dietro alle Ferrari a ogni gara! Non sarebbe male», commenta ironico. Un debutto ritardato di una stagione, per prepararsi al meglio e non improvvisare, tempo servito ad Haas per capire ancor di più i meccanismi della Formula 1 e le esigenze di un team che voglia restare a lungo e agguantare risultati, non solo una partecipazione fine a se stessa. «In questo sport la partnership tecnica è una cosa, le gare un’altra. Non vogliamo essere un team satellite, inoltre, buona parte della macchina nasce da un nostro progetto (il telaio sarà realizzato da Dallara su specifiche Haas; ndr), per cui ce n’è abbastanza per dire che siamo indipendenti». E da indipendenti si troveranno a correre un campionato di “transizione”, prima della nuova rivoluzione tecnica attesa nel 2017. «Attendere per il debutto? E’ uno sport nel quale ci sono delle porte che si aprono e si chiudono, credo sia stato un bene avere la licenza a fine maggio nel 2014 e quando si è trattato di scegliere se correre nel 2015 o 2016, abbiamo fatto la scelta giusta credo. In vista del prossimo anno abbiamo lavorato bene con il dipartimento tecnico Ferrari, potendo sviluppare notevolmente l’aerodinamica. Arriveremo in pista molto più preparati e se avessimo atteso ancora un anno, quelle porte si sarebbero con ogni probabilità chiuse. Inoltre, saremo tutti nella stessa posizione nel 2017, con le macchine che cambieranno completamente». Alla presentazione, Romain Grosjean ha fissato le attese sportive: riuscire ad andare a punti. Haas ribadisce: «Se otterremo un punto sarei felice. Romain ci è riuscito in così tante occasioni che sa come fare». Il francese e Gutierrez dovranno indirizzare lo sviluppo e aiutare il team nella crescita, «Romain mi ha detto: “Dopo due giri nei test invernali a Barcellona di dirò se la macchina è buona o no”. E se lo sarà, riusciremo a ottenere dei punti». L’ultima rivelazione la fa sui piloti. Svela che, non fosse arrivato Grosjean, la prima scelta sarebbe stata Magnussen, poi aggiunge: «A Monza abbiamo definito con Romain e prima di allora avevamo parlato con un altro pilota, del quale non faccio il nome, ma alla fine, dopo aver parlato per un mese, ha deciso di restare dove si trovava. E’ comprensibile, non ho problemi, ogni team debuttante è un rischio elevato. Romain ha visto cosa stiamo facendo, la Lotus aveva i suoi piccoli problemi, così ha deciso». Fabiano Polimeni

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