L’attenzione è tutta sui
test che, in gran segreto, senza aver ammesso la presenza della stampa,
Pirelli condurrà ad
Abu Dhabi due giorni dopo la gara conclusiva del mondiale. Si proveranno
nuove costruzioni e mescole in ottica 2016, insieme alla specifica
Ultrasoft, novità che porterà a cinque i compound da asciutto disponibili il prossimo anno. Prima, però, ci sono i 55 giri di gara da affrontare, con la selezione di
gomme morbide e supermorbide, scelta che replica quella di 12 mesi fa, quando la preferenza strategica fu nettamente a favore delle
Pirelli gialle, utilizzate per ben l’80% in gara.
Le due soste permisero a
Hamilton di conquistare il titolo e una strategia speculare la vedremo anche domenica. Il divario atteso tra i compound è tra 1” e 1”2, a favore delle supersoft, ma altri dettagli influenzeranno la scelta tattica, a cominciare dall’ambientazione particolare, la partenza al tardo pomeriggio con il progressivo abbassamento delle temperature, ambientali e dell’asfalto. L’escursione termica registrata nel 2014 fu di 3° C, con un valore di partenza a 33° C e la chiusura a 30° C, relativamente contenuto.
Le sfide proposte dagli
oltre 5.500 metri di Yas Marina sul fronte degli
pneumatici mettono in particolare l’accento sulle
frequenti richieste di trazione: le ripartenze nel tratto iniziale dopo il tornantino o, ancora, dalle chicane che spezzano i due lunghi rettilinei, sui quali le coperture soffrono un abbassamento di temperatura. Poi c’è il T3, settore conclusivo nel quale fare attenzione a non pattinare al retrotreno, innescando picchi di temperatura deleteri per le gomme.
Nella scala
Pirelli i valori più elevati si registrano alla voce forze laterali e carico aerodinamico: la veloce esse che segue curva 1 è un punto nel quale le sollecitazioni trasversali e il cambio di direzione impegnano anche le gomme anteriori, così come è problematica la staccata di curva 16, affrontata con la macchina ancora in piega e l’avantreno da inserire nella lenta sequenza di curve a gomito sotto l’hotel.
«Abu Dhabi fornisce ai team una sfida interessante: nonostante la superficie sia molto liscia, gli pneumatici vengono particolarmente sollecitati a causa della conformazione del tracciato, quindi la gestione delle gomme diventa una parte importante della strategia, in particolare sotto accelerazione nelle zone di trazione, in cui è molto facile slittare. La combinazionedi mescole è la stessa dello scorso anno,quindi probabilmente assisteremo ad un’altra gara a due soste; tuttavia, le temperature, calanti, possono avere chiaramente un effetto sulle gomme e quindi sulla strategia», ha spiegato
Paul Hembery.
Fabiano Polimeni