I dati Brembo collocano il circuito di Marina Bay tra i più impegnativi per l'impianto, pur senza elevate decelerazioni medie
Tante curve, più di ogni altra pista. Un continuo ricorrere ai freni, pur senza far registrare decelerazioni medie sul giro tra le più alte del campionato. Singapore è circuito molto impegnativo sull'impianto frenante, essenzialmente per la mancanza di adeguati allunghi sui quali raffreddare dischi, pinze e liquido. I tecnici Brembo collocano il cittadino di Marina Bay tra le piste più dure da affrontare, in una scala da 1 a 10 è categorizzato con un valore 9, in linea con tracciati come Messico e Bahrain.
E' molto diversa la tipologia di circuito. Si contano ben 13 staccate, di cui 2 impegnative e 5 medie. Dopo Montecarlo, è la seconda pista per il tempo sul giro trascorso in frenata, il 24% della lunghezza di gara. Le due staccate violente si registrano in fondo agli allunghi principali. In curva 7 il pilota esercita una pressione di 155 kg sul pedale, con una decelerazione di 5.1G, la più elevata. Si passa da 329 orari a 100 km/h in 1"42 e la staccata dura 100 metri. In curva 1, valori appena inferiori: 4.9G di decelerazione, 151 kg di pressione sul freno: si passa da 321 a 128 km/h in 1"22.
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Più "soft" è la decelerazione di curva 14, 4.3G. Valore, quest'ultimo, che rappresentava la decelerazione media sul giro a Monza, mentre Singapore si ferma a 3.3G e nel corso del gran premio viene dissipata energia in frenata per 144 kWh, l'equivalente del consumo energetico di 85 abitanti di Singapore durante i 61 giri di gara. Il susseguirsi di altre 6 staccate leggere contribuisce a mantenere elevate le temperature d'esercizio e porta un'usura importante del materiale d'attrito.
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