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Formula 1 Malesia, Wolff: "I guasti di Hamilton? Curiosa coincidenza"

La power unit verrà analizzata in fabbrica alla ricerca dell'origine del cedimento. Paddy Lowe: "Abbiamo fallito"

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

3 ott 2016 (Aggiornato alle 09:45)

Toccherà nuovamente svolgere quelle indagini approfondite sulla power unit che, nella prima parte del campionato, hanno caratterizzato la corsa mondiale di Lewis Hamilton. Dai cedimenti al gruppo del turbocompressore in Cina e Russia, a una rottura plateale in gara, in una fase della stagione cruciale, potenzialmente decisiva per segnare le sorti della lotta per il titolo. «Capisco la delusione di Lewis, sono molto triste per lui, sono cose che non dovrebbero capitare di solito. La rottura del motore è colpa nostra, questo è il mio problema», le parole di Niki Lauda, che ha bollato come «ridicole e stupide» le congetture su un sabotaggio della power unit di Hamilton.

Difficile per Hamilton capacitarsi di come tanta sfortuna possa bersagliarlo in continuazione. Con le sostituzioni multiple effettuate a Spa c'era la convinzione di avere perlomeno il "vantaggio" di sufficienti power unit per affrontare serenamente il finale di campionato, senza guai tecnici. Invece, la mazzata arriva nel week end in cui aveva fatto tutto alla perfezione: da un super giro di qualifica a una partenza indovinata. 

«E' difficile tirare le somme di una giornata come quella odierna. Non ho parole per quanto successo a Lewis, il suo dolore è anche il nostro. E' uno sport di meccanica, con così tanta tecnologia, ma a volte sei preso alla sprovvista da situazioni che non hanno una spiegazione razionale», dice Toto Wolff. E sarà il compito Mercedes capire il perché del cedimento. Procedura oramai nota, quella da mettere in atto: power unit impacchettata e spedita in fretta a Brackley, per l'esame approfondito alla ricerca di indizi che mettano sulla strada del componente incriminato della rottura. Certo, Wolff sgombera subito il campo da illazioni su un complotto diretto contro Hamilton: «E' una curiosa coincidenza che abbia sofferto la maggior parte dei problemi sul motore quest'anno. Abbiamo un approccio forense nel lavoro di costruzione dei motori e nel modo di analizzare le rotture, i ragazzi andranno a fondo di quel che è successo e impareremo da quanto accaduto».

Analisi che nulla possono al fatto centrale: 25 punti persi nel mondiale, il passaggio da una situazione che avrebbe riportato Hamilton in testa al campionato a una di pesante passivo e necessità di rincorrere. Sia chiaro: se Lewis affronterà le 5 gare restanti con lo stato di forma palesato a Sepang, la partita per il titolo è assolutamente aperta. 

Cinque gare e due motori da gestire: «Uno ha tre gare sulle spalle, un altro è nuovo. Dovremo controllarli per le prossime gare. Detto ciò, è quel che facciamo sempre, verifichiamo tutti i componenti», aggiunge Wolff. Prematuro dire cos'abbia ceduto di colpo, senza avvisaglie dalla telemetria: «La maggior parte dei cedimenti quest'anno non solo collegati l'un l'altro. Si è trattato di problemi con la fornitura, con il materiale, nel montaggio o difetti di progettazione o usura anticipata. Non c'è uno schema generale per identificare questi cedimenti».

GP Malesia, l'analisi della gara: duelli sì e duelli no

Paddy Lowe va oltre il clamoroso episodio, guarda a quella che diventa una "alterazione" nella lotta alla pari Rosberg-Hamilton: «Come team abbiamo lavorato duramente per migliorare l'affidabilità negli ultimi anni e ci siamo riusciti. Infatti, questa è stata la prima rottura in gara dell'anno. Se c'era una cosa alla quale avevamo dato la priorità era la garanzia di una competizione alla pari tra i nostri piloti nella fase finale della stagione, senza distorsioni derivanti da problemi tecnici. Sfortunatamente abbiamo fallito oggi in modo crudele».

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