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Max è tra i protagonisti attesi del 2017. Nel rapporto con Ricciardo predica la collaborazione per il bene del team, battaglia solo in pista
3 gen 2017 (Aggiornato alle 12:21)
Superfluo dire che sarà in lotta per il titolo mondiale se avrà una monoposto all'altezza. Il 2016 è servito a Max Verstappen per mettersi in mostra tra i grandi, lasciare il proprio biglietto da visita e confermare di essere pronto per misurarsi con le aspettative di un team di vertice. La guida aggressiva ha prodotto nella maggior parte dei casi azioni spettacolari e di frequente ha attirato critiche per l'esasperazione di alcune manovre difensive.
Guarda al 2017 che sarà e al rapporto con Daniel Ricciardo, altro possibile aspirante al titolo secondo Mark Webber: «Non sono ingenuo, tutto sarà più vivo e ci saranno momenti di tensione, spetterà al team gestirli perché tutto fili liscio e garantire che tutti lavorino insieme per migliorare la macchina, senza tenere per sé le informazioni. Come piloti, è importante mantenere rispetto reciproco e fare del proprio meglio per migliorare la monoposto: dobbiamo fare la differenza in pista, non nel box».
Il rapporto personale tra i due è positivo, non c'è ancora quella rivalità che, invece, ha contraddistinto l'inizio di 2016 con Carlos Sainz. La posta in gioco era per entrambi altissima, naturale che il livello del confronto fosse di diverso tenore. «Se guardi Daniel vedi una persona molto allegra, non andrà mai in giro con il broncio e sa far ridere tutti. Credo di essere in grado di fare lo stesso. Per una squadra è fondamentale avere due piloti che condividono le informazioni e sono trasparenti. Credo fosse evidente che con Carlos l'intesa era minore che con Daniel, a essere diversa era anche la situazione, in Toro Rosso sapevamo entrambi che c'era un solo sedile in ballo alla Red Bull», racconta al De Telegraaf.
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Il bagaglio d'esperienza accumulato in due stagioni assicura sia già sufficiente e il periodo di apprendistato oramai alle spalle: «Nel 2015 ho corso la prima gara con la Toro Rosso ed ero pronto. Se avessi avuto una buona macchina, sono sicuro che sarei stato in grado di vincere. Se hai del buon materiale, non guidi costantemente al 100%, ti trovi in una dimensione diversa. Ovviamente ho imparato molto nelle ultime due stagioni, dagli incidenti, dagli errori, dai pit-stop sbagliati, ma se sei su una macchina di livello superiore è molto più semplice correre, ti trovi meno spesso in situazioni difficili, dettate da problemi e contrattempi».
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