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Formula 1 Messico: Ricciardo, rimonta interrotta dal motore Renault

Nonostante una power unit nuova, dopo pochi giri cede la MGU-H e Daniel inaugura una serie di ritiri di piloti motorizzati Renault: "Frustrazione simile a quella di Max a inizio anno, non è divertente"

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

30 ott 2017 (Aggiornato alle 14:56)

In un giro ha quasi riguadagnato la posizione maturata in qualifica, prima della sostituzione della power unit Renault e il conseguente arretramento in griglia, 16°. La domenica di Daniel Ricciardo a Città del Messico, però, finisce in fretta. Cinque giri appena e apre la serie di ritiri di piloti motorizzati dalla casa della losanga. Hulkenberg al giro 24, Hartley al 30, Sainz al 59. “Superstiti”: Gasly e Verstappen.

Se il ritardo di 9 decimi accusato in qualifica dal compagno di scuderia è un colpo pesante da digerire, non poter concludere la gara, iniziata con una convincente rimonta, è anche peggio. «Al via ho fatto quel che potevo, c’è stata tanta azione e macchine vicine, credo di aver recuperato in fretta. Al mattino avevo detto a Helmut che sarei risalito fino alla settima posizione al termine del primo giro, mi sono sbagliato di un paio di giri, ma ci sono arrivato e tutto sembrava a posto», racconta Ricciardo.

Serviranno controlli più approfonditi per risalire all’origine del problema alla MGU-H che ha tolto potenza al motore, mentre sulla macchina di Verstappen, per ridurre le temperature di esercizio a valori di sicurezza è stata ridotta la portata del flusso di carburante, visto l’enorme margine di vantaggio su Bottas.

Cyril Abiteboul ha ammesso un approccio errato alla sfida in quota di Città del Messico da parte di Renault, l’aria rarefatta ha messo in crisi, come prevedibile, il raffreddamento. «Abbiamo commesso un errore di valutazione nella preparazione, nel modo in cui abbiamo provato a equilibrare prestazione e affidabilità. Siamo estremamente competitivi, il rovescio della medaglia è che non siamo stati in grado di assicurare il giusto livello di affidabilità».

Col senno di poi, senza ritiro avremmo raccontato di un Ricciardo forse sul podio, ne è convinto Christian Horner. Il film è tutto un altro, secondo ritiro di seguito con le avvisaglie del cedimento arrivate dalla mancanza di spinta: «Al giro 6 credo, il turbo ha iniziato a fare strani rumori, poi non ho avuto più potenza. Sono riuscito a tornare al box ma era evidente che la gara fosse finita. Al venerdì le cose promettevano bene, sono peggiorate in qualifica e ancora di più in gara. Abbiamo montato la nuova power unit la scorsa notte e, adesso, ci ritroviamo con la sospetta rottura della MGU-H. Sembra sia accaduto qualcosa di essenziale con i motori; corriamo qui da un paio di anni e non avremmo dovuto avere sorprese. Credo che l’altitudine e le temperature siano state difficili da controllare e, per alcuni di noi (motorizzati Renault, ndr), è stato un fine settimana cupo».

L'editoriale: Magica domenica da campioni del mondo

Errori dai quali imparare, ammette Abiteboul. E l’esempio è Mercedes. Ricordiamo come Hamilton e Bottas non abbiano più motori nuovi da Spa e il responsabile di Renault Racing F1 commenta: «Guardando Mercedes, abbiamo visto come Hamilton ha recuperato in modo del tutto diverso da altre gare. Ha faticato con Fernando, non è riuscito a passare Magnussen né Sainz. Questo la dice lunga sul modo in cui Mercedes si è avvicinata a questo week end e dovrebbe essere un esempio per i prossimi anni».

La frustrazione vissuta da Verstappen in tante gare è assaporata anche da Ricciardo: «E’ un peccato essere di nuovo fuori così presto, credo sia un po’ quel che ha passato Max a inizio anno e non è divertente, spero solo non incorreremo in altre penalità in Brasile». 

Verstappen, tutto facile con super-Red Bull


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