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Formula 1 Giappone: Ricciardo, questione d'assetti

Daniel riconosce l'ottimo lavoro fatto da Max Verstappen e spiega come le differenze siano frutto delle scelte d'assetto sulla Red Bull: Max più rapido a trovare le strade giuste
Formula 1 Giappone: Ricciardo, questione d'assetti
© sutton-images.com

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

4 ott 2018 (Aggiornato alle 13:58)

Guardi Verstappen partire a razzo, saltare altre macchine come non esistessero (repetita iuvant, vale per Max come per le rimonte di Lewis: il vantaggio, enorme, di macchina, agevola. Non è tutto, ma aiuta), volare in testa al gran premio, in Russia. Poi cerchi Daniel Ricciardo, che alla fine chiude una posizione appena dietro l’olandese, ma con tutt’altro ritmo, velocità e, soprattutto, ben lontano: 50 secondi in 53 giri di gara. 

Lascerà il team a fine stagione, Red Bull senza nulla da chiedere al mondiale, in termini di piazzamento, così l’idea che l’australiano possa ricevere meno attenzioni di quelle riservate a Max, viene. Meriti dell’uno, innegabili, che non escludono uno scenario possibile.

Nell’analizzare le difficoltà avute, senza dimenticare la miriade di ritiri per problemi tecnici alla power unit, Ricciardo spiega cosa lo abbia rallentato nel confronto con Verstappen e, da Suzuka, dice: “Senza nulla toglie a Max, che è assolutamente veloce e sta guidando bene, non si tratta di un “caz*o, ha avuto più pal*e in quella curva”.

È che vorrei intervenire in anticipo su alcune cose dell’assetto, è come se accadesse di capire cosa fare ma in ritardo. Direi che stiamo ancora imparando, però, lui è riuscito a risolvere i problemi più di quanto non abbia fatto io”.

Un campionato da alti, due, Cina e Monaco, nessun altro acuto che merita d’essere ricordato, in termini di piazzamento. Incidono i tanti ritiri, ben 6, mai cruciali, non sono giunti mentre respirava “aria di podio”, con l’eccezione forse di quel che avrebbe potuto regalare Baku.

“Quest’anno ho ottenuto due grandi risultati e, se togliamo le vittorie, non ci sono stati secondi o terzi posti. Non mi piacciono, di solito, ma adesso me li prenderei volentieri per tornare sul podio, ci manco da tanto tempo e mi piacerebbe farne uno, abbiamo ancora una buona possibilità e proveremo a sfruttarla al meglio”, aggiunge Daniel, confidando in Suzuka e nei cavalli della power unit Renault Spec C, che torna protagonista tra due uscite della Spec B, a Sochi e, prossimamente, in Messico.

Vettel, Suzuka non è l'ultima spiaggia

Cinque gare ancora per salirci, su quel podio. Poi sarà un lavorare a un progetto a lunga scadenza, per i tempi della Formula 1. In Renault, difficilmente avrà chance di arrivare tra i primi 3 in gara, salvo gran premi ricchi di imprevisti: “È chiaro che, in vista del prossimo anno, siamo realisti: so ci saranno poche opportunità di salire sul podio.

Se anche la stagione finisse oggi, mi guarderei indietro con bei ricordi. Ho migliorato certi aspetti ma non ho davvero estratto tutto quello che era possibile, o forse è Max che sta semplicemente facendo molto meglio”.

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