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GP Canada: Rosberg, il solito Vettel quando è sotto pressione

Nico sottolinea un tratto di Sebastian, l'incapacità di correre sotto pressione con Hamilton. La penalità è pienamente meritata secondo Rosberg, che critica Vettel per non essersi concentrato sul trovare il gap necessario a neutralizzare i 5"

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

10 giu 2019 (Aggiornato il 11 giu 2019 alle 16:57)

In casa Rosberg si oscilla tra i dubbi di Keke e le certezze di Nico, sulla penalità da infliggere a Vettel per l’episodio nel Gran Premio del Canada. Il vecchio Keke lascia margini di giustificazione, pur essendo per la penalizzazione. Nico, invece, esclude ogni scusante e, anzi, ne approfitta per sottolineare il punto: Vettel, quando corre sotto pressione, commette troppi errori.

Seb non regge la pressione

“Vi assicuro, sebbene non sembri dall’esterno, ma quando hai Lewis attaccato al cambio per un’ora e mezza, è la situazione più estrema tra tutte e ci sono stato parecchie volte. Non puoi fare un solo errore, non puoi permetterti di andare al limite, diversamente da quanto puoi fare se stai dietro. È molto più facile seguire che stare davanti”, dice sul proprio canale Youtube, commentando il momento decisivo della gara.

“È sempre la stessa cosa, quando Seb e Lewis corrono insieme, Lewis mette pressione. Sia chiaro, auguravo a Vettel di fare un gran lavoro, di vincere e lottare per il campionato con Lewis.

Penalità Vettel GP Canada: le reazioni dei piloti

Ma di nuovo abbiamo visto questa cosa tipica, quando sale la pressione e quando la battaglia è tra Lewis e Vettel, Vettel fa questi errori. La pressione esercitata giro dopo giro ed è andato fuori pista”.

Tedeschi entrambi, profondamente diversi per condotta di gara, con Nico spesso ad accettare che fosse Lewis ad avere la meglio, dove Seb ha sbagliato troppo quando ha provato a ingaggiare il confronto.

Convinzione assoluta 

Sottolinea un tratto emerso lo scorso anno, i tanti errori, alcuni gratuiti e dettati dalla foga. Ed è un po’ una voce fuori dal coro dei piloti che hanno commentato, a caldo, il rientro in pista di Sebastian. Il ragionamento in punta di stretta razionalità e logica, probabilmente non fa un piega. Semplice applicazione della norma.

È la debolezza di Sebastian, anziché lamentarsi sulla radio, anziché concentrarsi sulla guida e trovare quei dannati 5”,  hai la possibilità di vincere, non so... amico.

La debolezza ancora di Vettel è avere un autoconvincimento così forte e voler accusare gli altri. Non è stato bello vedere anche dopo la gara tutti quei gesti, chiamare ciechi i commissari”.

Chi vuole una F.1 per voci bianche si dia alla lirica

Non accetta la valutazione offerta da molti, di una macchina incontrollabile per la perdita d’aderenza una volta nella via di fuga. Non può essere una scusante: “Gridava di avere le gomme sporche, di non avere controllo, dove volevate che andassi, non potevo vedere Lewis.

Nessuna scusante

Ok, bene. Ma Lewis è lì e la norma dice che quando vai fuori pista devi rientrare in sicurezza. Credo che avrebbe facilmente potuto lasciare più spazio, specie nella parte finale. Lewis è stato in una situazione di pericolo e sarebbe andato a muro se fosse rimasto lì, è chiaro che purtroppo è stato un rientro non sicuro.

Questo è il regolamento, la penalità è meritata. Mio padre dice probabilmente è 60% la penalità 40% no, perché era senza controllo e non poteva fare di meglio.

Io dico ok, bene, lo so. Però, se sei fuori controllo e non rientri in sicurezza c’è la penalità. Non è una scusa valida, purtroppo, dire ho le gomme sporche e non potevo vedere Lewis. La penalità è pienamente meritata”.

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