GP Ungheria, analisi gara: quando "provarci" ha un senso

GP Ungheria, analisi gara: quando "provarci" ha un senso© LAT Images

La squadra prova un'alternativa strategica e Hamilton la concretizza al meglio: così la vittoria a Budapest su Verstappen. Anche perché la Ferrari a oltre un minuto non disturba

Maurizio Voltini

04.08.2019 19:19

Chris Horner ha definito "un lancio di dadi" la mossa strategica della Mercedes che ha aiutato la vittoria, ma alla fine è più giusto considerarla un azzardo calibrato. Oggi Lewis Hamilton era davvero "carico" e veloce, e lo ha dimostrato sia per come ha "piegato" Bottas all'inizio del GP sia per come ha saputo farsi sotto a Max Verstappen tutte le volte che ne ha avuto la possibilità. Ovviamente assistito da una macchina quasi perfetta e da una regia precisa ma anche creativa dai box.

Infatti quando Hamilton è riuscito a raggiungere Verstappen in pista grazie anche a gomme leggermente più fresche (di 6 giri) ha tuttavia avuto qualche difficoltà per affondare l'attacco, provandoci bravamente all'esterno di curva 4 dopo una bella preparazione fin da curva 2. Ma l'unico effetto è stato quello di finire larghissimo, dovendo tornare 2° con il risultato di rovinare le gomme. All'Hungaroring non è facile superare, ed è stato calcolato serva un margine di 1 secondo e mezzo sul giro per riuscire a passare chi ci precede. A quel punto gli strateghi Mercedes hanno visto che un margine sufficiente non c'era più, e dato che il secondo posto non era in discussione hanno provato l'alternativa di cambiare le gomme con medie, puntando su un probabile/possibile calo di gomme finale per la Red Bull, anche se pare che per il computer non sarebbe stato sufficiente. E invece la mossa ha pagato, permettendo a Hamilton di continuare ad esprimersi come sa fare e consegnando la vittoria finale a pilota e squadra. Bene ha fatto il team a mandare James Vowles, il "tattico", sul podio assieme a Lewis.

Le Ferrari hanno viaggiato di conserva perché non era possibile fare di più. Charles Leclerc ha dato il massimo per tutta la gara, ma solo per ritrovarsi a dover gestire problemi di consumo nella seconda metà. Sebastian Vettel ha invece pensato a gestire al meglio le gomme, messo su una strategia differente e più "morbida" (medie-soft per Vettel contro medie-hard per Leclerc) e sul finale si è trovato meglio pure da questo punto di vista potendo strappare il 3° posto sul podio al compagno, con un sorpasso anche abbastanza deciso. Fatto che oltretutto dimostra come in Ferrari i piloti fossero stati lasciati "liberi di correre" senza ordini di scuderia. Il fatto stesso che con due strategie completamente differenti (scelta dovuta alla mancanza di certezze in tal senso) si sia arrivati al traguardo con oltre 1 minuto di distacco (per quanto unici non doppiati) fa capire come il problema sia la macchina, anche se nello sviluppo si sta cominciando ad ottenere qualcosa di più.

Valtteri Bottas non è andato più in là dell'ottavo posto e ora deve guardarsi in campionato da Verstappen, a 7 punti. Però non è tutta colpa sua: in partenza si è affiancato a Max, ma esterno, uscendo male; così Hamilton l'ha attaccato in curva 2 uscendo davanti in curva 3, dando pure una ruotatina. Questo ha favorito l'attacco di Leclerc, che però ha stretto a sinistra danneggiando l'ala di Bottas. A quel punto il finlandese ha dovuto sostare per cambiare ala e gomme, queste ultime non hanno resistito fino in fondo e la seconda sosta l'ha mandato ancor più indietro.

Ancora una gran gara tra "gli altri" per Carlos Sainz che conquista il 5° posto tenendo a bada per diversi giri Pierre Gasly alle sue spalle. Peccato per Lando Norris che viaggiava allo stesso livello, ma si è visto la gara rovinata da un brutto pit-stop, arrivando comunque 9°. Bene anche Kimi Raikkonen che difende sul traguardo il 7° posto da Bottas, arrivando comunque a 4 secondi da Sainz. Mentre le speranze di Antonio Giovinazzi si sono infrante al via per la "tenaglia" in cui è stato preso tra altre due macchine, che ha danneggiato la sua, pur riuscendo a proseguire fino a concludere 18°.

Alex Albon conquista l'ultimo punto in palio superando sul finire Sergio Perez, in una lotta che vede il messicano precedere sul traguardo Nico Hulkenberg, Kevin Magnussen e Daniel Ricciardo tutti in fila e tutti racchiusi in 1"7. Molto bello e "maschio" il duello tra il danese e l'australiano, durato parecchio e con Kevin autore di mosse difensive che Daniel non ha sempre gradito. Bello anche quello tra Albon e il compagno di squadra, vinto sul momento da Daniil Kvyat che però alla fine non è andato oltre il 15° posto. Davanti a George Russell che invece può essere contento della prestazione di tutto il weekend, avendo messo dietro regolarmente Lance Stroll e Robert Kubica. Mentre le difficoltà Haas proseguono con i problemi tecnici che hanno costretto Romain Grosjean all'unico ritiro della giornata.


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