GP Giappone F1, analisi GP: conta la gara, non le qualifiche

GP Giappone F1, analisi GP: conta la gara, non le qualifiche© sutton-images.com

La Ferrari non concretizza la prima fila di partenza sia per gli errori dei piloti al via, sia per il miglior passo delle Mercedes, che vincono così entrambi i titoli mondiali

Maurizio Voltini

13.10.2019 ( Aggiornata il 13.10.2019 11:11 )

Dopo le qualifiche del mattino, con una grande prima fila conquistata dalle Ferrari a Suzuka e in particolare un'ottima prestazione di Sebastian Vettel in pole position, certamente qualche speranza era più che giustificata. Ma come sanno bene i più attempati delle gare, quel che conta è la bandiera a scacchi. In più le cose precipitano già al via del GP nipponico: Vettel ha un'esitazione che rischia di farlo incappare in una falsa partenza (resterà però entro i limiti di tolleranza dei sensori) e Charles Leclerc pare farsi distrarre da questa. Il risultato è che Valtteri Bottas parte meglio di tutti e guadagna la testa della gara già ben prima di curva 1.

Da parte sua Leclerc si fa passare all'esterno anche da Max Verstappen e, cercando di resistere, incappa in un sottosterzo in curva 2 che lo fa finire rovinosamente addosso all'olandese, che va in testacoda. Entrambi proseguono, ma con danni ingenti: Verstappen sarà costretto al ritiro dopo 14 giri, mentre Leclerc riporta danni all'ala anteriore che si romperà mandando tanti pezzi addosso a Hamilton che seguiva (entrambi ci rimettono uno specchietto) prima di passare ai box per la sostituzione del musetto.

A questi guai del via, si somma poi rapidamente un altro fattore a compromettere qualsiasi possibilità di vittoria Ferrari: in gara c'è un degrado gomme maggiore del previsto (anche per le Mercedes) e le SF90 lo sentono particolarmente, soprattutto sulle gomme soft. In questo ha quasi sicuramente contribuito il set-up leggermente più scarico che, se ha favorito nella conquista della prima fila in qualifica, non ha per nulla aiutato sul passo gara. Un po' la differenza tra Vettel e Leclerc vista a Sochi, solo che stavolta ha penalizzato entrambi, in gara.

La Mercedes in più aveva due tattiche diverse sui due piloti: Valtteri Bottas è stato fatto sostare in anticipo (anche per coprire Vettel) e Lewis Hamilton 4 giri più tardi. Forse il pilota inglese avrebbe potuto finire la gara con il secondo stint (su medie) fino al traguardo: fino al giro 42 era in testa e stava gestendo bene i pneumatici, ma l'hanno fatto sostare per passare alle soft (usate). Probabilmente pensavano avrebbe facilmente riconquistato almeno il secondo posto, invece Lewis ha trovato sulla sua strada un Sebastian tutt'altro che arrendevole e che, anche sfruttando magistralmente il DRS in occasione del doppiaggio a Gasly, ha tenuto la posizione fino al traguardo. Tagliato per primo da un meritevole Bottas: un risultato che comunque assicura matematicamente alla Mercedes la vittoria di campionato sia tra i costruttori che tra i piloti.

Infine, Leclerc viene fatto sostare una terza volta per montare gomme soft con cui tentare l'attacco al giro veloce in gara (e al punto che consegna) ma il monegasco troverà traffico in pista che non gli consente la prestazione, per cui anche questo punto va a Hamilton. Questa mossa fa cadere Charles primo dei doppiati (6° al traguardo) e davanti a lui si classificano ottimamente 4° Alex Albon, quindi primo dei motorizzati Honda "in casa", e soprattutto 5° Carlos Sainz. Di nuovo una gran gara per lo spagnolo, che all'inizio era salito addirittura 4°, che con questo risultato si porta 6° in campionato scavalcando Pierre Gasly.

È particolare la situazione che ha portato il francese a concludere 8°. Infatti all'ultimo giro Sergio Perez lo attacca all'esterno di curva 1 e, cercando di resistere, Gasly lo tocca in curva 2 (similmente all'episodio tra Leclerc e Verstappen) mandandolo contro le barriere. Il messicano sarebbe comunque classificato 17° a 1 giro, ma le classifiche ufficiali vedono la gara conclusa al giro 52 anziché 53, e così finisce di nuovo 9° dietro al pilota Toro Rosso. Questo perché un malfunzionamento dei pannelli elettronici ha indicato l'arrivo prima del dovuto, e così la classifica viene considerata (da regolamento) quella del giro precedente a quando ciò succede. Resta ora da vedere come sarà considerato dai commissari un episodio – il contatto – che di fatto è successo a gara conclusa.

Decisamente meglio in gara che in qualifica, le Renault si classificano prima e dopo i due piloti appena trattati: Daniel Ricciardo risale da 16° in griglia a 7° al traguardo grazie anche al buon sfruttamento della strategia che l'ha visto partire su gomme medie passando a soft con una sola sosta. Pure Nico Hulkenberg finisce a punti, 10° da 15°, su una strategia opposta ma sempre con un solo pit-stop. L'anticipata conclusione di gara fa invece scivolare Lance Stroll fuori dai punti, 11°, davanti a un Lando Norris che si è visto la gara compromessa per un contatto con Albon in entrata alla chicane: il tailandese era entrato abbastanza tardi, ma indubbiamente era completamente all'interno (pure un po' più avanti) e alla corda della curva, per cui ci pare corretta la decisione dei commissari di ritenerlo un semplice incidente di gara.

Seguono nell'ordine Kimi Raikkonen, Romain Grosjean, Antonio Giovinazzi e Kevin Magnussen, per i quali l'adozione di gomme hard non sembra proprio aver dato i vantaggi che speravano. Stesso discorso per George Russell e Robert Kubica in coda, ma stavolta con la Williams limitiamoci alle congratulazioni per il lavoro dei meccanici, che sono riusciti a sostituire la scocca alla macchina del polacco nel poco tempo disponibile tra qualifiche e gara dopo l'incidente in Q1.


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