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Allison, GP Brasile: errore da dilettanti il terzo pit

La decisione di fermarsi a 5 giri dal termine, in regime di Safety Car, è arrivata insieme a Hamilton. Un'opzione offerta su tempi errati, il muretto colto di sorpresa dalle due posizioni perse e il rientro in pista dietro la Toro Rosso di Gasly

Allison, GP Brasile: errore da dilettanti il terzo pit
© LAT Images

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

18 nov 2019

Con i numeri contro, a Interlagos non c’erano chance perché Lewis Hamilton potesse battere Max Verstappen per la vittoria. Mercedes priva dello spunto necessario per poter fare la differenza, in una gara caratterizzata da un problema di affidabilità e una gestione strategica tutt’altro che esemplare.

James Allison ha vestito i panni di team principal in Brasile, e il direttore tecnico non nasconde la mossa errata in occasione del pit-stop a pochi giri dal termine.

Uno sbaglio offrire a Lewis ha possibilità di scelta se rientrare o meno. Dai “manuali di strategia” si è sempre indicato il “quadro completo” che ha il muretto rispetto al pilota su quanto accade intorno, per giustificare le chiamate imposte.

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Altro è il caso in cui puoi concordare con il pilota una tattica alternativa, su dati certi. E' il supporto venuto meno in occasione del terzo pit-stop, durante la neutralizzazione della corsa per l’incidente tra Vettel e Leclerc, nel quale il muretto Mercedes ha sbagliato i calcoli e mandato Hamilton in pista dietro Gasly.

Baratto svantaggioso

“Fino a quel punto non avevamo corso la più brillante delle gare, poi abbiamo fatto qualcosa di semplicemente stupido. Pensavamo di scambiare una posizione in cambio di gomme fresche e con sufficienti giri residui per prenderci quella posizione e provare ad attaccare la testa della corsa.

Si è trattata di una valutazione errata nei fatti, perché abbiamo ceduto due posizioni. Non avevamo tenuto conto di Gasly; inoltre, con la quantità di detriti in pista, la safety car è rimasta molti più giri di quanti non ce ne saremmo attesi”.

Fame di vittoria

Il terzo pit-stop di Hamilton arriva al giro 66, 5 dal termine, rientrando alle spalle di Gasly, quarto. E la decisione è maturata da un team radio tra l’ingegnere di pista di Hamilton e il pilota: scegli se fare il pit per avere gomme nuove o meno. Un’opzione per provare a vincere, viziata da un calcolo errato: il numero di macchine da saltare prima del tentativo su Verstappen. Ammesso che avesse avuto il passo per riprendere il distacco aperto da Max alla ripartenza.

Leggi anche: Gasly: podio da sogno, grazie Honda

“Credo sia stato un errore da principianti, dettato da non avere una macchina sufficientemente veloce in gara e aver tirato troppo la corda per provare a vincere. Abbiamo commesso semplicemente un errore”, elabora Allison.

Hamilton: "Contento della mia prestazione"

Lewis ha giustificato il team, diversa la lettura del direttore tecnico: “E’ stato tutto un errore nostro, perché abbiamo visto quella ci era parsa potesse essere una labile opportunità. Non era completamente evidente che fosse la cosa giusta da fare, però c’era la possibilità. Abbiamo pensato, bene, diamo a Lewis l’opportunità di dire la propria e non avremmo dovuto, perché non gli abbiamo dato la giusta informazione.

Abbiamo detto che avrebbe perso una posizione, invece sono state due. Poi, avremmo dovuto assumere da noi la decisione corretta”.

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