GP Australia: Honda, chance di vittoria in 11 GP più di altri

GP Australia: Honda, chance di vittoria in 11 GP più di altri© sutton-images

Masashi Yamamoto dice di una power unit Honda pronta a supportare l'obiettivo di Verstappen, di arrivare sempre sul podio. Sul numero di vittorie, i risultati del 2019 indicano dove Red Bull e Honda partono da una posizione avvantaggiata

Fabiano Polimeni

9 marzo 2020

Definirla la stagione della verità non è un’esagerazione. Honda e Red Bull lanciano la sfida a Mercedes, l’ambizione è di poter contendere il titolo Piloti e Costruttori. Per riuscirci, sin da Melbourne servirà esprimere prestazione e affidabilità, iniziare il campionato su un livello altissimo e garantire un’evoluzione nell’arco di 21 gare.

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Diversamente da un anno fa, quando il campionato venne programmato per essere corso utilizzando quattro power unit, accettando di finire in penalità, i preparativi invernali hanno posto l’accento sulla crescita prodotta dal motorista sia sul fronte dell’affidabilità che della prestazione.

Affidabilità condizione necessaria

“Nello sviluppo si tratta sempre di attuare un’azione bilanciata, però mantenere un buon livello di affidabilità ha la priorità. Poi, su questa base abbiamo provato a sviluppare maggior potenza, in modo che entrambe le squadre possano essere il più competitive possibile”, spiega il direttore generale di Honda F1, Masashi Yamamoto.

Monaco da non mancare

Alla vigilia del primo week end del campionato 2020 evidenzia anche i passaggi a vuoto, appuntamenti mancati nel 2019 dove, invece, Red Bull e Honda erano attese al risultato: “Nel complesso, è stata una stagione al di sopra delle aspettative. Detto ciò, a parte Melbourne, la prima parte di stagione è stata davvero difficile, abbiamo faticato fino all’Austria. Soprattutto a Monaco avevamo grandi aspettative ma non siamo riusciti a ottenere un buon risultato, speriamo vada diversamente quest’anno.

Quest’anno i test sono corsi via nel modo più lineare di sempre da quanto siamo rientrati in Formula 1, senza grandi problemi. Sentiamo di essere ben preparati in vista della stagione che ci attende”.

Preparati anche su un aspetto tecnico che, lo scorso anno, è costato partenze ottimali, sebbene in due casi questo sia coinciso nonostante tutto con la vittoria. Honda è fiduciosa di poter garantire ai suoi quattro piloti delle partenze ora più affidabili e regolari di quanto non sia avvenuto nel 2019.

Quante vittorie? 11 GP sono favorevoli

Yamamoto non si lancia in previsioni “numeriche” sulle vittorie alle quali ambisce Honda nel 2020. Poggia, piuttosto, le speranze su un dato statistico, di rendimento prodotto nel 2019: “Non ci sono target specifici, parlando però dello scorso anno Helmut continuava a dire 5 vittorie, la mia prospettiva era probabilmente su 4. Alla fine abbiamo vinto 3 gare però ce ne sono state un paio che ci sono sfuggite, come in Messico e, probabilmente, Monza. Avremmo potuto vincerne di più.

Come Honda dobbiamo assicurarci di fornire a Max e Alex tutto il necessario perché possano correre e massimizzare il risultato. Poi vedremo quante gare riusciremo a vincere. Nel 2019 abbiamo ottenuto 11 podi – 9 con Red Bull e 2 con Toro Rosso – dalla mia prospettiva ci sono 11 circuiti sui quali le squadre Red Bull hanno una sorta di vantaggio, dovremo vedere quante riusciremo a vincerne tra queste 11, sono le gare nelle quali abbiamo delle opportunità.

Stiamo compiendo ogni sforzo per essere lì e battagliare per il campionato. Lo scorso anno abbiamo vissuto alcune gare sfortunate, rimettendoci in alcune, dovremo evitare che avvenga. Max dice di voler salire sul podio a ogni GP, è un obiettivo che abbiamo il dovere di supportare”.

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