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India, l'ex impianto della F1 diventa spazio per la quarantena

Decisa la chiusura delle attività in India, i lavoratori rientrano nelle proprie città e, per evitare una diffusione del contagio del coronavirus il Buddh International Circuit accoglierà circa 5.000 persone in quarantena

India, l'ex impianto della F1 diventa spazio per la quarantena
© LAT Images

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

31 mar 2020

Torna all’onore delle cronache extra sportive l’impianto che ha ospitato la Formula 1 in India tra il 2011 e il 2013, il Buddh International Circuit. Una cattedrale introdotta in un contesto di estrema povertà, realizzata a suon di espropri delle terre, salvo durare il "sogno" (per pochissimi) della F1 appena 3 stagioni. 

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L’impianto, che sorge nella regione dell’Uttar Pradesh, assurge alle cronache, oggi, per la pandemia di coronavirus e la decisione di approntare degli spazi e destinarli a lavoratori di rientro nelle aree periferiche, dalla megalopoli Nuova Delhi, affinché osservino il periodo di quarantena, nella speranza di evitare un moltiplicatore di contagio assolutamente da evitare.

Misure poco ortodosse

Non mancano immagini drammatiche nella gestione dell'emergenza, diffuse sui social e riprese dalla BBC, circa alcuni “protocolli” discutibili, con disinfezioni di massa di lavoratori di rientro nelle città dai principali centri del Paese. 

L’India registra, al momento, 1.251 casi certificati di contagiati dal virus Sars-Cov-2, il Paese da 1,2 miliardi di persone – 32° al mondo per densità abitativa, 395 abitanti per km quadrato, contro, ad esempio, i 140 abitanti/km quadrato della Cina –, corre rischi enormi per il potenziale letale che una diffusione su larga scala della Covid-19 avrebbe.

Il rispetto delle distanze sociali, faticosamente attuato in molti Paesi occidentali, appare un obiettivo estremamente difficile da ottenere nel sub-continente indiano.

Il circuito isolamento per 5 mila

La struttura del Buddh Internation Circuit proverà a fare da filtro, un alloggio provvisorio, per i lavoratori di ritorno nelle proprie città, a seguito della chiusura decisa dal governo indiano, della durata di 21 giorni e introdotta lo scorso 25 marzo. Dovrebbero poter essere ospitate circa 5.000 persone, oltre gli spazi della Jaypee Sports City presenti nelle vicinanze del circuito.

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